ma quella più grande di tutte in fondo è quella di ammettere e di accettare di essere altro da quello che credevamo.
perché in moltissimi casi si scopre dopo un lungo percorso di conoscenza di se che tutta la gamma di comportamenti e di atteggiamenti che usiamo nel sociale non ci appartengono.
non sono nostri sono solo attoriali.
abbiamo imparato a comportarci da uomini per essere accettati ( secondo noi ), è una maschera egoica.
e come maschera egoica non ha nessun contatto con il nostro Io.
questo è il motivo per cui soffriamo, la sofferenza nasce dal fatto di essere costretti a recitare un personaggio maschile.
e non lo sappiamo neanche fare bene.
La pensa diversamente Kymera, secondo lei infatti noi siamo una cosa sola fatta di tante sfaccettature che possono essere unite.
io amo questa idea per il semplice fatto che l' ipotesi di distruggere la nostra maschera egoica maschile finirebbe solo nel doverla sostituire con una femminile... sempre maschera sarebbe.
quindi accettarsi, in questa luce, non significa solo accettare il proprio universo femminile ma anche il nostro passato e presente maschile.
Questa riflessione scaturisce direttamente dall' incontro con kymera a Milano, raccontato in questo REPORT
Ho ritenuto di dover linkare qui questa discussione ( spero di non aver sbagliato ) perché la ritengo molto interessante.
in primo luogo perché ha come argomento i rapporti e le influenze tra chi ha superato il regno dei dubbi e chi invece ci sta di fronte, in secondo luogo perché volevo che fosse rintracciabile da chi passando di qua sfoglia il nostro forum.
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Non c'è nulla da fare, ci ho riflettuto molto profondamente, indipendentemente dal fatto che :
... noi abbiamo bisogno di capire.kymera ha scritto: abbiamo un’età intorno ai 50 anni e una capacità di vedere le cose e noi stesse – ne sono certa – che non si piega a facili strumentalizzazioni o artificiali influenze.
abbiamo bisogno di renderci conto, perché, ogni giorno compiamo una scelta che ci porta verso qualcosa.
ed è importante che la somma di tutte queste piccole scelte sia consapevole.
altrimenti è inevitabile trovarsi ad un punto in cui tutto è fatto. nn puoi neanche tornare indietro e magari non vuoi andare avanti.
capisco che quando hai maturato dentro la necessità di esprimere la tua piena essenza non sei più disposta a trattative di nessun genere ma questo rappresenta un punto di maturazione dal quale partire ? oppure ci si trova con già mille piccole scelte irreversibili fatte prima ?
pensare - desiderare - comportarsi - vestirsi - diventare - essere
da come la vedo io oggi sono già tutti elementi necessari per considerare una scelta fatta.
nel momento in cui siamo riconosciuti in un determinato modo
significa che intorno a noi ci hanno accettato nella nostra volontà di essere. transizione o non transizione.kymera ha scritto: E' fondamentale chiedersi "a chi serve la mia identità?", perché spesso noi tendiamo a dire che la nostra identità serve a noi stessi, perché siamo un po' superbi, ma la realtà delle cose è che la nostra identità serve prima di tutto agli altri per "riconoscerci".
e ho la sensazione che questa che kymera definisce come
sia un fenomeno naturale, impulsivo, si cambia, non si decide di cambiare. sono già cambiata e non lo so neanche magari.kymera ha scritto: Io la chiamo "transizione di generazione", tutti siamo fisicamente e socialmente bambini, poi giovani, adulti, anziani, vecchi; tutti noi, in questi passaggi, entriamo in relazione con gli altri in modo diverso, le persone ci trattano in modo diverso (portereste vostro figlio di 4 anni a bere una birra? E vostra madre ottantenne a fare dieci vasche in piscina?).
Eppure nello sguardo verso il mondo di un vecchio, c'è lo stesso sguardo del bambino che è stato.
La transizione di genere è semplicemente un acceleratore, è veloce, scombina i piani e soprattutto è inattesa, gli altri, cioè, non se l'aspettano, nessuno si aspetta che si possa modificare il proprio genere, perché siamo tutti maschi o femmine, per sempre, inesorabilmente.
Mi ripeto sempre nella testa che finché posso scegliere scelgo, no, mi prendo in giro. mi prendo in giro nel modo più stupido del mondo.
si tratta solo di non voler guardare le cose in faccia.