Riflessione in margine alle Storie di genere

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Andrea
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Riflessione in margine alle Storie di genere

Messaggio da Andrea »

La visione del programma di raitre mi ha suggerito questa riflessione.

Sia Daniela che Francesco che Elisa hanno diverse volte sottolineato che durante la loro vita sono scoppiate in pianto vedendosi allo specchio o pensando al proprio corpo e alla propria situazione.

Ed è quello che mi ha chiesto anche la psicologa: Veronica piange?
No, Veronica non ha mai pianto (per la verità sì: quando Laura C. mi ha confessato che aveva iniziato la transizione: ho pianto per lei, perché ero emozionata conoscendola bene). Ma per sé Veronica non ha mai pianto: la gioia di poter vivere quella giornata al mese (o al massimo due) mi ha sempre reso così euforica, carica, entusiasta che non c'è mai stato spazio per momenti di sconforto o tristezza. Come se tutto fosse un ebbrezza unica da assaporare e godere lasciando da parte ogni malinconia.

E non ha mai pianto neppure Veronico. Anche se ripeto a ventanni ero piuttosto depressa e triste. Mi sembra che questo possa essere uno degli elementi che mi fa dire che la mia condizione oggi è in sostanziale equilibrio tra i generi e poter affermare che mi sento più genderfluid che crossdresser o transgender.

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Luna
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Re: Riflessione in margine alle Storie di genere

Messaggio da Luna »

Anche io in effetti non ho mai pianto vedendomi uomo, al massimo provo frustrazione davanti a quei particolari, quei "difetti" che non riesco a nascondere quando sono Luna. Ed anche io questa cosa l'ho sempre vista come ciò che mi differenzia da persone come quelle della trasmissione.

claudiapc
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Re: Riflessione in margine alle Storie di genere

Messaggio da claudiapc »

io proprio perché non riesco quasi mai ad essere claudia, quelle poche volte che posso ( e sinceramente le volte che divento claudia le conto sulle dita di una mano) non ho tempo per piangere perchè tropo felice per essere uscita!
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Maurina
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Re: Riflessione in margine alle Storie di genere

Messaggio da Maurina »

Riflessione interessante quella di Veronica.
Ascoltando le parole delle tre protagoniste della trasmissione ma in generale quelle di coloro che hanno intrapreso un percorso di transizione, il pianto sembra essere un punto che accomuna tutte o quasi.
Io sinceramente sotto questo aspetto sono una pecora nera in quanto ho versato poche lacrime nel mio periodo buio in cui alimentavo giorno dopo giorno la maschera di mascolinità nel tentativo di raccontarmi che era tutto in ordine e non c'era nulla da temere.
Però è anche vero che soprattutto negli ultimianni sono state tante le notti insonni in cui mi arrovellavo il cervello nel tentativo di prendere una decisione con tristezza, inadeguatezza e una forma di isolamento che stavano prendendo velocemente il controllo della situazione.
Paradossalmente le lacrime sono arrivate dopo, ovvero una volta che mi sono dichiarata ai miei genitori.
Soprattutto nel periodo del percorso psicologico e nei primi mesi di terapia ormonale.
Forse lacrime di liberazione?
Non lo so.
Ma per chiudere non credo che il pianto di per se possa costituire da solo un indice di disforia di genere.
Il malessere può infatti manifestarsi sotto mille forme e anche questo fatto testimonia ancora una volta quanto sia personalissimo questo percorso.
Ognuna di noi ha una strada che per quanto simile a quella degli altri non sarà mai la stessa.
Maura

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Andrea
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Re: Riflessione in margine alle Storie di genere

Messaggio da Andrea »

Maurina ha scritto:Riflessione interessante quella di Veronica.
Ascoltando le parole delle tre protagoniste della trasmissione ma in generale quelle di coloro che hanno intrapreso un percorso di transizione, il pianto sembra essere un punto che accomuna tutte o quasi.
Io sinceramente sotto questo aspetto sono una pecora nera in quanto ho versato poche lacrime nel mio periodo buio in cui alimentavo giorno dopo giorno la maschera di mascolinità nel tentativo di raccontarmi che era tutto in ordine e non c'era nulla da temere.
Però è anche vero che soprattutto negli ultimianni sono state tante le notti insonni in cui mi arrovellavo il cervello nel tentativo di prendere una decisione con tristezza, inadeguatezza e una forma di isolamento che stavano prendendo velocemente il controllo della situazione.
Paradossalmente le lacrime sono arrivate dopo, ovvero una volta che mi sono dichiarata ai miei genitori.
Soprattutto nel periodo del percorso psicologico e nei primi mesi di terapia ormonale.
Forse lacrime di liberazione?
Non lo so.
Ma per chiudere non credo che il pianto di per se possa costituire da solo un indice di disforia di genere.
Il malessere può infatti manifestarsi sotto mille forme e anche questo fatto testimonia ancora una volta quanto sia personalissimo questo percorso.
Ognuna di noi ha una strada che per quanto simile a quella degli altri non sarà mai la stessa.
Maura
Grazie Maurina di questo tuo intervento.
Per me è molto importante capire da chi ha iniziato la transizione o la sta iniziando alcuni tratti/elementi che accomunano o differenziano la condizione.
Dunque per te il pianto non è elemento fondamentale nel lungo periodo di presa di coscienza (e capisco che il pianto successivo sia una conseguenza di uno stato psicologico-emotivo dovuto anche al cambiamento ormonale) : mi piacerebbe sapere anche dalle altre se condividono questa riflessione, se anche loro si sono trovate a piangere o se hanno vissuto periodi di tristezza e quasi depressione, di rabbia ecc.

Per ora, grazie

Very
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Re: Riflessione in margine alle Storie di genere

Messaggio da LauraB »

Maurina ha scritto:Però è anche vero che soprattutto negli ultimianni sono state tante le notti insonni in cui mi arrovellavo il cervello nel tentativo di prendere una decisione con tristezza, inadeguatezza e una forma di isolamento che stavano prendendo velocemente il controllo della situazione.
..prendere una decisione...

credo che questo sia il punto centrale... spesso è più facile per una giovane, per una più avanti con gli anni pesano le esperienze, i legami soppravvenuti, fare una scelta significa a una certa età dover lasciare molte più "cose" e le cose pesano, legano.

La paura..

il non sapere come sarà il futuro, se saremmo brave ad arrivare in fondo, se ci arriveremo in modo convincente, se ci troveremo a mostro agio. Se ci saranno problemi e sapremmo superarli..

Il pianto, la depressione..

il mio pianto è sempre stato rivolto non a me ma a situazioni legate a persone scomparse. in tal caso sono una fontana.
Di depressione invece non ho mai sofferto. Ho degli alti e bassi abbastanza costanti e brevi, e ho imparato a gestirli. Qualsiasi decisione che devo prendere non la prendo mai quando sono troppo giu o troppo su, le decisioni importanti poi vanno ponderate a lungo...


La difficoltà di prendere una decisione, tanto più se è fondamentale è, oltre a non sapere se è la cosa giusta, riuscire a capire quali sono gli aspetti importanti e quali secondari. Non è cosi facile come sembra
Laura Bianchi

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Re: Riflessione in margine alle Storie di genere

Messaggio da sylvix »

tristezza quasi sempre, ma è per tutto quello che mi circonda e annoia a morte, non certo per il travestimento che oramai è una sorta di normalità acquisita.
in passato, si parla ormai di 20 anni fa, ho avuto diverse crisi di rigetto che sono culminate nell'eliminazione totale del guardaroba.
d'altronde, ho ben presto capito che è così; non potro mai essere femmina, questo è palese, e, di questo, me ne sono fatto una ragione.
ho accettato ciò che il fato mi ha dato, e non è poco, in generale!
jeg taler ikke dansk!

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Re: Riflessione in margine alle Storie di genere

Messaggio da Vittoria »

C'è da prendere in considerazione anche la situazione ormonale, dopo i 13/14 anni per me diventato quasi impossibile piangere anche se sarebbe stato uno sfogo gradito (ah i bei tempi di quando i problemi si risolvevano con un pianto e una dormita...) mentre adesso rimane tutto dentro a peggiorare la situazione. Ho anche sentito di ragazzi FTM che qualche settimana dall'inizio della terapia ormonale non hanno più pianto, mentre qualche settimana prima piangevano per il film dei Pokémon. Dipende molto anche dalla persona: ci sono uomini che piangono come fontane per sciocchezze, donne che non piangono, uomini senza peli, donne con (ca)pe(l)li sulle braccia... è difficile basarsi semplicemente sul pianto, in tal caso Gerry Scotti dovrebbe essere trans? : Lol :

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Re: Riflessione in margine alle Storie di genere

Messaggio da paolina »

veronica ha scritto:La visione del programma di raitre mi ha suggerito questa riflessione.

Sia Daniela che Francesco che Elisa hanno diverse volte sottolineato che durante la loro vita sono scoppiate in pianto vedendosi allo specchio o pensando al proprio corpo e alla propria situazione.

Ed è quello che mi ha chiesto anche la psicologa: Veronica piange?

Very
Guarda se ci si basa su quello SI chi è transessuale piange,eccome se piange guardandosi allo specchio.

In questo ultimo anno e mezzo ho versato tante di quelle lacrime che ci potrei riempire un oceano intero,ho pianto per tantissime cose.
Agli inizi piangevo perchè rinnegavo il mio aspetto e pensavo che mai sarei potuta diventare donna,poi ho pianto per il rimpianto di non aver iniziato prima,poi ho pianto per il male fisico che l'eliminazione della barba mi ha provocato e provoca tuttora,ho pianto di gioia quando mia moglie mi ha dato il suo massimo appoggio e quando finalmente ho trovato il coraggio di espormi al mondo come donna,ho pianto alla follia quando ho fatto coming con i miei genitori,quando mia madre mi ha detto che adesso ha due figlie,quando mio padre mi ha abbracciato e tenuto la mano dopo quasi 30 in cui non c'è praticamente mai stato un contatto fisico.Ma generalmente piango quasi tutti i giorni,basta niente per farmi scendere fiotti di lacrime sono diventata sensibile e piagnona all inverosimile e si che inizio la terapia vera fra un mese la mia psicologa ha detto che diventerò ancora più sensibile ma sinceramente non penso sia possibile : Lol : : Lol : : Lol : : Lol : : Lol :

In ogni caso piango e ci sto davvero male,quando la gente non percepisce chi sono,e soprattutto quando guardandomi allo specchio emergono dei particolari che mi ricordano di essere nata uomo,cioè tipo sabato 29 ho fatto 3 ore di elettocoagulazione per la barba,venerdi 28 sono uscita e non potevo radermi quindi vedere anche solo quei poi pochi peli che mi sono rimasti mi ha provocato una crisi di pianto veramente importante,come non riesco più a guardarmi allo specchio nuda.
Dirò di più sto pure male,e infatti le ho rimosse quasi tutte,se vedo su facebook mie foto di quando ero ancora teoricamente maschio.
Guardandomi indietro non riesco veramente a capire come diavolo ho fatto a reprimermi cosi tanto per quasi 40 anni,beh la repressione finalmente è finita,mi spiace per chi non capirà ma la mia felicità e la mia serenità adesso finalmente sono al primo posto della mia scala dei valori.
4467

La vera violenza,la violenza che considero imperdonabile​,è la violenza che facciamo a noi stessi quando abbiamo paura di essere chi siamo davvero...

Frida

Re: Riflessione in margine alle Storie di genere

Messaggio da Frida »

veronica ha scritto: Ed è quello che mi ha chiesto anche la psicologa: Veronica piange?
Grazie per aver condiviso una così delicata riflessione. Ovviamente la tua psico conosce bene il suo mestiere.
paolina ha scritto: In ogni caso piango e ci sto davvero male,quando la gente non percepisce chi sono,e soprattutto quando guardandomi allo specchio emergono dei particolari che mi ricordano di essere nata uomo,cioè tipo sabato 29 ho fatto 3 ore di elettocoagulazione per la barba,venerdi 28 sono uscita e non potevo radermi quindi vedere anche solo quei poi pochi peli che mi sono rimasti mi ha provocato una crisi di pianto veramente importante,come non riesco più a guardarmi allo specchio nuda.
Ci sono tanti motivi per piangere e Paolina ha descritto il suo molto bene. Le altre nella sua condizione smetteranno di piangere quando avranno rimosso i particolari fisici ed estetici che le ricordano di essere nate uomo. Chi piange per un'alterata percezione corporea non ha molto in comune con chi si traveste.

Io mi emoziono indipendentemente da come mi vesto e anche se gli altri non percepiscono chi sono, pace. Se salta la ceretta pazienza, la farò. Provare emozioni dipendenti dal modo di vestire resta più un tema psico-sessuale che identitario.

Il feticismo, la disforia di genere, la transessualità non confinano tra loro quindi faccio veramente fatica a capire come si possa parlare di percorsi individuali che li uniscano. Chi si traveste saltuariamente (sicuramente per non piangere) è diverso da chi sente di dover cambiare aspetto, perchè alrimenti non smetterebbe più di asciugarsi gli occhi. Se è oltremodo intollerabile non essere riconosciute dalla gente allora non resta che farsi certificare la DIG. Si tratta però di condizioni con origini molto diverse.

La DIG non deve sembrare il traguardo di ogni crossdresser né sembrare un percorso a stadi intermedi in cui vince chi arriva in fondo. La comprensione del tema passa da mille domande come quella in cima al post; serve tempo per trovare le risposte giuste.
Francamente mi fa strano "sentire parlare" alcune CD come trans.

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