@ Monica Poli n....
"No, attenzione... Qui bisogna distinguere bene.
Se si parla di travestitismo inteso come desiderio e piacere di divertirsi a travestirsi da donna facendolo occasionalmente in casa propria od uscendo in solitaria o con amici è un conto.
Se si parla di necessità di esprimere un proprio "io" profondo attraverso indumenti ed accessori da donna e di bisogno di vivere una propria vita al femminile è un altro conto.
Nel secondo caso a mio avviso non si tratta più di travestitismo bensì un reale disturbo della personalità e di un problema importante di identità.
"
Lungi da me trovare le origini del travestitismo, posso solo dire che IMHO, dedicato a Cinzia , è una peculiarità che riguarda solo alcune persone, statisticamente forse insignificante ... forse ...
La mia certezza stà nelle modalità con le quali IO ho vissuto questa peculiarità: intanto, come molte altre, di nascosto "perchè no, non si fà!"
Ma se in altri casi le imposizioni esterne (genitori ed educatori) hanno fatto il loro lavoro e "raddrizzato il soggetto" in questo caso tutto ciò non è mai avvenuto.
Sembrerebbe quindi che non ci si possa oppore a questo stato di cose, a questa inalienabile esigenza.
IO l'ho vissuta anche con estrema ansia: all'ansia han dato persino la colpa della precoce calvizie.
Sempre l'ansia ha influito sui miei desideri, sui miei comportamenti, atteggiamenti.
Ma la causa dell'ansia ? mai indagato, non so dire oggi se, per fortuna o putroppo.
Poi, dopo moltissimi anni ti rendi finalmente conto che, non cambierai mai : puoi provare a porre rimedio a tante altre "particolarità" o "deficienze" ma a questa quà, no.
Consapevolezza.
A questo punto a me sembrato che il percorso potesse essere finalmente in discesa, salvo il fatto che ancora non mi confrontavo con mia moglie su questo tema.
Si certo, l'attrazione per gli indumenti è innegabile, ma è il rendersi conto che quello che mi è sempre sembrato uno "sdoppiamento" era , da me, così interpretato perchè quella era l'unica maniera che "rendeva l'idea": ma alla fin fine, IO mi sento di essere sempre la stessa persona e in questo gli abiti e gli accessori c'entrano nulla.
In me, quella che viene definita come "parte femminile" ha una sola differenza rispetto alla "parte maschile": non è ansiosa.
Con tutto quello che ne consegue, soprattutto in termini di qualità della vita.
Linda è felice, sorridente, euforica, estroversa praticamente sempre, forse meno quando non "appare" come Linda.
Questa è la mia vita, dice il Liga ...
Linda