Sul Corriere della Sera 2
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Re: Sul Corriere della Sera 2
Ahahahah Clarabella ahahahhaah.
Sì, penso anch'io che sia un'esagerazione, perché mi sembra proprio assurdo. Una ragazza del terzo millennio che si sente male per questa cosa... ma secondo me neppure la madre, che non avrà 100 anni! Poi per carità, c'è gente strana al mondo, eh...
Sì, penso anch'io che sia un'esagerazione, perché mi sembra proprio assurdo. Una ragazza del terzo millennio che si sente male per questa cosa... ma secondo me neppure la madre, che non avrà 100 anni! Poi per carità, c'è gente strana al mondo, eh...
- serenabi84
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Re: Sul Corriere della Sera 2
Avevo notato anch'io la notizia. Con Cloe ho avuto qualche rapido scambio di battute su Facebook, ma non la conosco approfonditamente.
L'aspetto che mi preoccupa maggiormente di questa vicenda è quello legale: un lavoratore dipendente ha l'obbligo di rispettare un certo "dress code". I dress code maschili e femminili sono ben distinti (non dico che sia giusto, dico che al giorno d'oggi è così). Un dress code femminile su un maschio biologico è ammesso solo nel caso di una perizia psichiatrica che ne certifichi l'identità di genere femminile. Non so se Cloe avesse tali certificazioni. Quando l'ho conosciuta, era una semplice cross-dresser come tutte noi. E' triste dirlo, ma ho paura che i bigotti possano farle causa, vincendola, e facendone un esempio negativo. Spero tanto che non finisca così!
L'aspetto che mi preoccupa maggiormente di questa vicenda è quello legale: un lavoratore dipendente ha l'obbligo di rispettare un certo "dress code". I dress code maschili e femminili sono ben distinti (non dico che sia giusto, dico che al giorno d'oggi è così). Un dress code femminile su un maschio biologico è ammesso solo nel caso di una perizia psichiatrica che ne certifichi l'identità di genere femminile. Non so se Cloe avesse tali certificazioni. Quando l'ho conosciuta, era una semplice cross-dresser come tutte noi. E' triste dirlo, ma ho paura che i bigotti possano farle causa, vincendola, e facendone un esempio negativo. Spero tanto che non finisca così!
Re: Sul Corriere della Sera 2
Spero anch'io che non ci sia nessuna conseguenza e concordo anche senza esprimere un giudizio di merito che questo "assist" involontario potrebbe essere un esempio negativo per l'opinione pubblica.
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Re: Sul Corriere della Sera 2
Le leggi le hanno fatte gli uomini e come tali possono fare errori, essendo l'uomo di per sé limitato: se uno nasce zoppo nessuno gli negherebbe un bastone o una protesi per rendere la sua vita, allo stesso modo una persona che nasce femminile all'interno ha il diritto di esprimere esteriormente la propria personalità. E vorrei aggiungere che le perizie psichiatriche per me non sono necessarie, perché Cloe non è una persona malata di mente, i veri malati sono coloro che fanno le discriminazioni: le perizie psichiatrice le facevano 100 anni fa e, purtroppo qualcuno, proprio perché si sentiva donna, finiva al manicomio. E non sono storie infatti io sono nata a Limbiate e vi posso assicurare da testimonianze che ho sentito da piccolo di persone che erano state dipendenti del manicomio provinciale di Mombello, che in quella struttura erano ricoverate anche persone che si sentivano donne. E, infine, non capisco cosa voglia dire "semplice crossdresser come tutte noi": perché ci sono diversi tipi di crossdresser? Io sono una crossdresser e basta, mi sento femminile dentro e se non fosse perché ho una famiglia e una figlia farei anch'io la stessa cosa che ha fatto Cloe. Comunque spero che molte altre persone seguano l'esempio di Cloe (ricordo che qui nel Nord Est c'è stato anche il caso di Michele Romano che si è presentato a scuola en Femme e che conosco personalmente), solo così la gente vedendone tanti per strada alla fine non ci farà più caso. La vera parità non è fra uomo e donna, ma fra tutte le persone.serenabi84 ha scritto:Avevo notato anch'io la notizia. Con Cloe ho avuto qualche rapido scambio di battute su Facebook, ma non la conosco approfonditamente.
L'aspetto che mi preoccupa maggiormente di questa vicenda è quello legale: un lavoratore dipendente ha l'obbligo di rispettare un certo "dress code". I dress code maschili e femminili sono ben distinti (non dico che sia giusto, dico che al giorno d'oggi è così). Un dress code femminile su un maschio biologico è ammesso solo nel caso di una perizia psichiatrica che ne certifichi l'identità di genere femminile. Non so se Cloe avesse tali certificazioni. Quando l'ho conosciuta, era una semplice cross-dresser come tutte noi. E' triste dirlo, ma ho paura che i bigotti possano farle causa, vincendola, e facendone un esempio negativo. Spero tanto che non finisca così!
Consuelo Manero de Mèrida
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Re: Sul Corriere della Sera 2
Ciao Consuelo,
sono d'accordo con te per quanto riguarda il discorso etico: ognuno è libero di esprimersi come vuole. Infatti sto esprimendo delle paure dal punto di vista legale. Siamo d'accordo che le leggi attuali sono ingiuste, ma in base a queste leggi il rischio del licenziamento è molto concreto. La legge non ti tutela se sei "un semplice crossdresser", ovvero (da un punto di vista legale) una persona senza una disforia di genere certificata ed un percorso di transizione avviato. È ingiusto? Sì. Lo è per te, lo è per me, magari lo è anche per il giudice. Ma il giudice deve applicare la legge, e con questa legge Cloe rischia il licenziamento. E poi la gogna mediatica, perché Salvini & Co cavalcherebbero l'onda di una vittoria in tribunale, distorcendo la realtà in maniera populista.
Sono pienamente d'accordo che bisogna impegnarsi per cambiare le cose. C'è gente, anche in questo forum, che lotta da una vita per la battaglia della "transizione senza ormoni" e dell'antibinarismo in genere. Esprimo solo paura per ciò cui potrebbe andare incontro Cloe. Ed ovviamente spero di sbagliarmi.
sono d'accordo con te per quanto riguarda il discorso etico: ognuno è libero di esprimersi come vuole. Infatti sto esprimendo delle paure dal punto di vista legale. Siamo d'accordo che le leggi attuali sono ingiuste, ma in base a queste leggi il rischio del licenziamento è molto concreto. La legge non ti tutela se sei "un semplice crossdresser", ovvero (da un punto di vista legale) una persona senza una disforia di genere certificata ed un percorso di transizione avviato. È ingiusto? Sì. Lo è per te, lo è per me, magari lo è anche per il giudice. Ma il giudice deve applicare la legge, e con questa legge Cloe rischia il licenziamento. E poi la gogna mediatica, perché Salvini & Co cavalcherebbero l'onda di una vittoria in tribunale, distorcendo la realtà in maniera populista.
Sono pienamente d'accordo che bisogna impegnarsi per cambiare le cose. C'è gente, anche in questo forum, che lotta da una vita per la battaglia della "transizione senza ormoni" e dell'antibinarismo in genere. Esprimo solo paura per ciò cui potrebbe andare incontro Cloe. Ed ovviamente spero di sbagliarmi.
- crossconsuelo
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Re: Sul Corriere della Sera 2
Devo dire che le tue parole sono giustificate e ti dò ragione, anzi proprio oggi ho letto che purtroppo ha avuto anche delle minacce.
http://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/ ... hfnvveel-1" onclick="window.open(this.href);return false;
Che dire, ammiro il suo coraggio: d'altra parte qualcuna deve pure iniziare.
Anch'io ai primi di novembre ho subito una discriminazione su Facebook, mi hanno disabilitato il profilo perché una denuncia anonima ha detto che Consuelo Manero non esisteva. Pensate nel terzo millenio un social network che dice di essere all'avanguardia usa ancora i metodi medioevali delle denunce anonime. Ora sembra che, dopo le proteste delle associazioni LGBT abbia capito che usando questi metodi stava facendo una figura meschina e pare che fra breve ci si potrà registrare con lo pseudonimo e non terrà più conto delle denunce anonime. Così ha assicurato Alex Schultz: spero di recuperare presto il mio profilo.
Ma poi "Consuelo Manero" è davvero un pseudonimo? Per me no, è il mio vero nome, AA è lo pseudonimo.
http://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/ ... hfnvveel-1" onclick="window.open(this.href);return false;
Che dire, ammiro il suo coraggio: d'altra parte qualcuna deve pure iniziare.
Anch'io ai primi di novembre ho subito una discriminazione su Facebook, mi hanno disabilitato il profilo perché una denuncia anonima ha detto che Consuelo Manero non esisteva. Pensate nel terzo millenio un social network che dice di essere all'avanguardia usa ancora i metodi medioevali delle denunce anonime. Ora sembra che, dopo le proteste delle associazioni LGBT abbia capito che usando questi metodi stava facendo una figura meschina e pare che fra breve ci si potrà registrare con lo pseudonimo e non terrà più conto delle denunce anonime. Così ha assicurato Alex Schultz: spero di recuperare presto il mio profilo.
Ma poi "Consuelo Manero" è davvero un pseudonimo? Per me no, è il mio vero nome, AA è lo pseudonimo.
Consuelo Manero de Mèrida
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Re: Sul Corriere della Sera 2
Una cara amica mi ha segnalato che gli insegnanti non sono soggetti ad alcun dress code. Lavora anche lei nel settore della formazione. Lei è una donna trans, ed è molto ben informata in merito. Sembra, quindi, che le mie paure siano (per fortuna) infondate.
Resta, da parte mia, l'invito ad essere prudenti quando non si segue un percorso di transizione "standard". Viviamo in un mondo che, per ora, è un po' immaturo.
Baci,
Sabrina.
Resta, da parte mia, l'invito ad essere prudenti quando non si segue un percorso di transizione "standard". Viviamo in un mondo che, per ora, è un po' immaturo.
Baci,
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- marie
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Re: Sul Corriere della Sera 2
Massimo rispetto per la persona, nella sua individualita'.
Vedo un po' così la cosa.
Penso che nella vita bisogna adoperare buon senso, al di la' di considerazioni sociali o culturali.
Insomma non posso andare a lavorare in costume da bagno, nemmeno in pigiama e nemmeno vestito da pippo, almeno di non lavorare a disneyland, per cui, in ogni dove sociale e lavorativo, tocca usare quel po' di tatto e di rispetto per se e per gli altri.
Tutto qua.
Vedo un po' così la cosa.
Penso che nella vita bisogna adoperare buon senso, al di la' di considerazioni sociali o culturali.
Insomma non posso andare a lavorare in costume da bagno, nemmeno in pigiama e nemmeno vestito da pippo, almeno di non lavorare a disneyland, per cui, in ogni dove sociale e lavorativo, tocca usare quel po' di tatto e di rispetto per se e per gli altri.
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[thumbnail=left]http://www.marieclaire.it/var/marieclai ... wnonly.jpg[/thumbnail]
Quel giorno, non so proprio perché decisi di andare a correre un po', perciò corsi fino alla fine della strada, e una volta lì pensai di correre fino la fine della città, e una volta lì pensai di correre attraverso la contea di Greenbow. Poi mi dissi, visto che sono arrivato fino a qui tanto vale correre attraverso il bellissimo stato dell' Alabama, e cosi feci. Corsi attraverso tutta l'Alabama, e non so perché continuai ad andare. Corsi fino all'oceano e, una volta lì mi dissi, visto che sono arrivato fino a qui tanto vale girarmi e continuare a correre. Quando arrivai a un altro oceano, mi dissi, visto che sono arrivato fino a qui, tanto vale girarmi di nuovo e continuare a correre; quando ero stanco dormivo, quando avevo fame mangiavo, quando dovevo fare... insomma, la facevo! (Forrest Gump)
- angelaingrid
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Re: Sul Corriere della Sera 2
Appunto. Stavo per scrivere la stessa cosa e concordo in pieno.marie ha scritto: Penso che nella vita bisogna adoperare buon senso, al di la' di considerazioni sociali o culturali.
Insomma non posso andare a lavorare in costume da bagno, nemmeno in pigiama e nemmeno vestito da pippo, almeno di non lavorare a disneyland, per cui, in ogni dove sociale e lavorativo, tocca usare quel po' di tatto e di rispetto per se e per gli altri.
Anche senza dress code bisogna avere buon senso. Nemmeno la mia professione lo prevede, ma non posso certo andare a incontrare i committenti o in Catasto vestito da clown, da Pirata dei Caraibi o da RuPaul...
E, sì, neppure da Pippo.
L'eterno fascino risiede nell'anima, non nel tempo o nella moda. La vera bellezza risiede nella grazia dell'anima, nel portamento e nella gentilezza, indipendentemente dall'età o dalla moda.
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Re: Sul Corriere della Sera 2
La cosa essenziale è che poi non torni indietro nella sua mise che quindi diventi il suo abbigliamento abituale.
In questo caso penso che si possa essere tranquillamente tutelati anche se non si è avviato il percorso di transizione.
Il link qui riportato ha i riferimenti normativi:
http://www.alainrete.org/produzioni/pdf ... lavoro.pdf" onclick="window.open(this.href);return false; vedi pagina 4 e seguenti
Geraldine
In questo caso penso che si possa essere tranquillamente tutelati anche se non si è avviato il percorso di transizione.
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