Al lavoro senza i tacchi alti, l'azienda la licenzia.

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Prugna
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Re: Al lavoro senza i tacchi alti, l'azienda la licenzia.

Messaggio da Prugna »

Mi riquoto , che non ho tempo di scrivere ancora sull'argomento
Prugna ha scritto:Questa discussione si è sviluppata sull'erroneo assunto che la azienda abbia imposto alla dipendente l'uso esclusivo di tacchi da 10 cm.durante il turno di lavoro . In realtà , e come chiaramente si legge nel allegato link 'repubblica/esteri' , il dress code corrente in PricewaterhouseCooper prevedeva per le receptionists calzature con tacco DA CINQUE (DICONSI CINQUE) CM. , FINO AD UN MAX DI CM DIECI , quindi nessun obbligo di trampoli , dato che si potevano tranquillamente calzare scarpe tacco cinque (come quelle delle governanti), agevolmente portabili da chiunque non abbia malformazioni congenite alle estremità , senza incorrere in qualsiasi genere di richiamo .
Il combinato disposto di una dipendente riottosa ad adeguarsi a norme di minimale decoro durante i turni di lavoro con una magistratura , quella inglese . da tempo prona ai dettami più grotteschi del politically correct , ha suggerito a 'Repubblica' un superficiale pezzullo di colore da due soldi , ed ad alcune qui di solidarizzare con la britannica piantagrane .
Suggerisco di leggersi le notizie con maggiore attenzione , prima di partire lancia in resta per crociate inesistenti .
: Wink :

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LauraB
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Re: Al lavoro senza i tacchi alti, l'azienda la licenzia.

Messaggio da LauraB »

ci sono state più fonti, e non tutte con gli stessi dati. Noi partiamo da quello del Corriere, dove si parla di 10 cm..

Ma il punto è che una si sceglie delle scarpe comode, se ci deve stare sopra/dentro 9 ore. Sceglie..
invece l azienda impone un altezza per i tacchi.. e alle sole donne...
Anche 5 cm sono una discreta forzatura, per la colonna vertebrale , e si dice non 5 ma 5-10...non è la stessa cosa.
Le ballerine non sono la stesa cosa che 5 cm, 5 cm non la stessa di 10, e cosi via..
Laura Bianchi

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Prugna
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Re: Al lavoro senza i tacchi alti, l'azienda la licenzia.

Messaggio da Prugna »

Dato che ognuno si sceglie le fonti che ritiene piu' vicine al suo sentire questa discussione non e' piu' proficuamente proseguibile .

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LauraB
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Re: Al lavoro senza i tacchi alti, l'azienda la licenzia.

Messaggio da LauraB »

Direi che la discussione è invece interessante, e sviluppa più punti. Tentiamo di riprenderli...

intanto le fonti...e le interpretazioni... Su repubblica la frase è " si è sentita dire che doveva cambiarle con scarpe con tacco di 5-10 centimetri." Per il corriere è " "Mi hanno chiesto di andare a comprare delle scarpe con un tacco di 10 centimetri" . Le due cose non sono uguali, 5 e 10 sono misure diverse e chiaramente il tacco 10 portato 9 ore è più doloroso di uno di 5.
A noi non resta che teorizzare sia sul 5 che sul 10.

Il concetto: un azienda ai fini di sicurezza o immagine puo imporre ai dipendenti un certo modo di vestire. E anche qui ce ne sarebbe da dire. L UK è il paese delle divise, sono in divisa sin dall asilo. Giusto? Sbagliato? Boh. Negli stati uniti non è cosi, e pure le aziende che avevano un dress code hanno scoperto i vantaggi del venerdì casual..

L aspetto di genere: agli uomini non viene imposto di utilizzare calzature particolari. Ci sono situazioni in cui alle donne vengono imposte solo le gonne, mentre oramai è risaputo che le gonne sono un capo portato poco e ci sono donne che non hanno mai indossato in vita loro una gonna, al massimo alla Prima comunione...

L aspetto pratico: tralasciando deformazioni dei piedi o problemi particolari di alcuni...restiamo nella maggioranza dei casi...trovare la scarpa giusta non è facile. La comodità secondo me sta negli scarpini da montagna, comodi, sicuri, ben imbottiti. A me capitò nella ditta dove lavoravo di dover indossare scarpe protettive. Si, il piede si salvava, ma tra vesciche, calli, a causa della bassa qualità delle scarpe passate dall azienda, erano dolori. Ed è un po strano pensare che da una parte l azienda ti chiede il massimo, dall altra ti mette nelle condizioni di non poterlo dare. Alla fine, rassegnata, ne ho comprate io un paio ben fatto ( e a norma), sono stati contenti i miei piedi e anche la produttività ci ha guadagnato.
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Re: Al lavoro senza i tacchi alti, l'azienda la licenzia.

Messaggio da Lily »

Posso solo essere d'accordo con te :) @Laura B

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Re: Al lavoro senza i tacchi alti, l'azienda la licenzia.

Messaggio da sylvix »

il mondo del lavoro è così: o ti adegui alle regole o sei fuori.
che cosa dovrei dire io, che da 20 anni mi vesto da merda*?
da quanto non me ne frega più nulla di queste cazzate, vado vestito da merda* anche il venerdi e, a spregio, pure al supermercato :)
quello che serve è lo spirito giusto: sai che sono cazzate? bene, allora divertiti e fai il cretino prendendo per il culo i coglioni che ci credono ancora!

* per i/le nuovi/nuove arrivati/e, il l'abito da merda è quello da supermegamanager, fatto possibilmente in sartoria :)
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Re: Al lavoro senza i tacchi alti, l'azienda la licenzia.

Messaggio da Véro »

LauraB ha scritto:Direi che la discussione è invece interessante, e sviluppa più punti. Tentiamo di riprenderli...

intanto le fonti...e le interpretazioni... Su repubblica la frase è " si è sentita dire che doveva cambiarle con scarpe con tacco di 5-10 centimetri." Per il corriere è " "Mi hanno chiesto di andare a comprare delle scarpe con un tacco di 10 centimetri" . Le due cose non sono uguali, 5 e 10 sono misure diverse e chiaramente il tacco 10 portato 9 ore è più doloroso di uno di 5.
A noi non resta che teorizzare sia sul 5 che sul 10.

Il concetto: un azienda ai fini di sicurezza o immagine puo imporre ai dipendenti un certo modo di vestire. E anche qui ce ne sarebbe da dire. L UK è il paese delle divise, sono in divisa sin dall asilo. Giusto? Sbagliato? Boh. Negli stati uniti non è cosi, e pure le aziende che avevano un dress code hanno scoperto i vantaggi del venerdì casual..

L aspetto di genere: agli uomini non viene imposto di utilizzare calzature particolari. Ci sono situazioni in cui alle donne vengono imposte solo le gonne, mentre oramai è risaputo che le gonne sono un capo portato poco e ci sono donne che non hanno mai indossato in vita loro una gonna, al massimo alla Prima comunione...

L aspetto pratico: tralasciando deformazioni dei piedi o problemi particolari di alcuni...restiamo nella maggioranza dei casi...trovare la scarpa giusta non è facile. La comodità secondo me sta negli scarpini da montagna, comodi, sicuri, ben imbottiti. A me capitò nella ditta dove lavoravo di dover indossare scarpe protettive. Si, il piede si salvava, ma tra vesciche, calli, a causa della bassa qualità delle scarpe passate dall azienda, erano dolori. Ed è un po strano pensare che da una parte l azienda ti chiede il massimo, dall altra ti mette nelle condizioni di non poterlo dare. Alla fine, rassegnata, ne ho comprate io un paio ben fatto ( e a norma), sono stati contenti i miei piedi e anche la produttività ci ha guadagnato.

Vedi Laura, queste sono le scuse inconsistenti (scusa il termine) di chi non vuole o non sa affrontare i seguenti due aspetti del problema:
1) Il datore di lavoro ci mette i soldi. Se non ce li mettesse non avresti il lavoro. Quindi ha diritto di pretendere da te quello che ritiene opportuno (cioé quello che gli aggrada!) perché altrimenti vai a dormire sotto i ponti e perché
2) hai firmato un contratto, ossia ti sei impegnato con la tua parola e la tua firma (quindi sul tuo onore) a fare quello che ti chiede. Non ti va? Ti fanno male i piedi? Trovi che le scarpe coi tacchi siano belle solo nel salotto di casa? Potevi non firmare e cercarti un altro posto e un altro datore di lavoro! (Ovviamente il TU non è personale, ma generico : Chessygrin : )
I Romani, prima della decadenza, dicevano: "DURA LEX SED LEX" (mi sembra inutile tradurre) e, come dice Silvi, la legge E' QUESTA.
Il resto sono chiacchiere.
Baci
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Re: Al lavoro senza i tacchi alti, l'azienda la licenzia.

Messaggio da LauraB »

Véro ha scritto:1) Il datore di lavoro ci mette i soldi.
Véro ha scritto:perché altrimenti vai a dormire sotto i ponti
esiste anche la via di mezzo, frutto sia delle esigenze legittime aziendali, sia delle necessità pratiche riscontrabili sul campo. Sulla carta è tutto semplice, poi ad applicarlo spesso saltano fuori le magagne.
Véro ha scritto:2) hai firmato un contratto, ossia ti sei impegnato con la tua parola e la tua firma (quindi sul tuo onore) a fare quello che ti chiede. Non ti va? Ti fanno male i piedi? Trovi che le scarpe coi tacchi siano belle solo nel salotto di casa? Potevi non firmare e cercarti un altro posto e un altro datore di lavoro!
infatti è andata a casa subito..

Véro ha scritto:la legge E' QUESTA.
non essendo il dress code inserito nella Tavola di Mosè : Chessygrin : : Chessygrin : credo che una legge sia modificabile e pure migliorabile. Qui tra l altro non si tratta di una legge ma di regolamenti.

restano infine i due punti principali: un tacco che (parlo del 10, ma anche per il 5 si puo dire lo stesso) sappiamo tutte che dopo poche ore darà problemi, e TUTTE le donne si portano delle scarpe di ricambio, non è possibile indossarlo per 9 ore. Se bisogna indossare per tutto questo tempo delle scarpe, le più logiche sono le ballerine, o un tacco 1,2 . Purchè sian in tinta con il resto dell abbigliamento. Che poi, a ben guardare, gli uomini non indossano il tacco 5/10 ne sono obbligati da un regolamento a indossarli... e se ne guardano ben bene dal farlo. Il tacco alto lo usavano solo i cowboy, e non scendevano mai da cavallo.. lo stivale da cowboy classico col tacco alto NON è fatto per camminare. : Cowboy :
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Re: Al lavoro senza i tacchi alti, l'azienda la licenzia.

Messaggio da Véro »

LauraB ha scritto:[
esiste anche la via di mezzo, frutto sia delle esigenze legittime aziendali, sia delle necessità pratiche riscontrabili sul campo. Sulla carta è tutto semplice, poi ad applicarlo spesso saltano fuori le magagne.
/quote]

Certo che esiste: ti inventi un lavoro tuo, ci metti i tuoi quattrini, e, con i tuoi dipendenti, se ne avrai, potrai instaurare le regole che preferisci TU.
LauraB ha scritto: infatti è andata a casa subito..
... e questo mi fa pensare che o avesse firmato pensando a come sono belle le Seychelles (cioé non intendesse lavorare) o fosse una provocatrice prezzolata da sindacati in cerca di notorietà: il primo giorno di lavoro pianta la grana delle scarpe? Ma scherziamo? Cosa avrebbe fatto il secondo: avrebbe piantato la grana della gonna?
Comunque una fedifraga e quindi una sciagurata!

LauraB ha scritto: non essendo il dress code inserito nella Tavola di Mosè : Chessygrin : : Chessygrin : credo che una legge sia modificabile e pure migliorabile. Qui tra l altro non si tratta di una legge ma di regolamenti.
DURA LEX SED LEX! Che poi la legge sia quella del datore di lavoro o quella di Dio (per chi ci crede) non cambia nulla... per chi gli chiede qualcosa, lavoro o assoluzione che sia.
LauraB ha scritto:[
restano infine i due punti principali: un tacco che (parlo del 10, ma anche per il 5 si puo dire lo stesso) sappiamo tutte che dopo poche ore darà problemi, e TUTTE le donne si portano delle scarpe di ricambio, non è possibile indossarlo per 9 ore. Se bisogna indossare per tutto questo tempo delle scarpe, le più logiche sono le ballerine, o un tacco 1,2 . Purchè sian in tinta con il resto dell abbigliamento. Che poi, a ben guardare, gli uomini non indossano il tacco 5/10 ne sono obbligati da un regolamento a indossarli... e se ne guardano ben bene dal farlo. Il tacco alto lo usavano solo i cowboy, e non scendevano mai da cavallo.. lo stivale da cowboy classico col tacco alto NON è fatto per camminare. : Cowboy :
No, i punti principali sono quelli che ho elencato in altro post e qui riproposto: quelle che citi sono, ripeto, inconsistenti scuse dato che ho visto donne in tacchi alti sul ghiacciaio della Marmolada, sulle lave di Fuerteventura o in visita ai Fori Imperiali piuttosto che a Pompei: non le obbligava nessuno ed erano felici e contente! Ah, dimenticavo: anche su barche a vela! : Cry :
Ma ti dirò di più: le scarpe con i tacchi (e con zeppe gigantesche: sono conservate scarpine con zeppe di 50 cm di una damina veneziana del seicento: le usava per affrontare il fango delle calli non lastricate quando si recava dall'amante!) le hanno inventate le donne, a loro vantaggio, non gli uomini: gli uomini si sono limitati alla giacca e alla... cravatta!
La verità è che se si parte da una visione ideologica in cui il datore di lavoro è il centro e la causa di tutti i mali o dove l'interesse del "caro animaletto" è superiore a quello della comunità (vedi Legge Brambilla), si finisce come l'Italia (o la Francia di questi giorni) dove nessuno vuole investire, gli imprenditori espatriano, chi ha qualche soldo se lo tiene stretto, e dove quindi vi è il 35% di disoccupazione giovanile: bel risultato! Bel miglioramento davvero!
Come il solito, la mia non vuole essere un'assoluzione di istituzioni stupide e improduttive: se lo sono (stupide e improduttive) DEVONO scomparire... e scomparirebbero infatti se i patti fossero insostenibili e nessuno accettasse di firmare! ........Ahimé, forse scomparirebbe anche lo Stato Italiano! : WohoW :
E con questo taccio.
Baci
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Re: Al lavoro senza i tacchi alti, l'azienda la licenzia.

Messaggio da LauraB »

: Smile :

Spero per la Repubblica Italiana, ma anche per il Regno Unito (dio salvi la regina), che le sorti non dipendano dall altezza di un paio di scarpe... : Chessygrin :
Véro ha scritto:La verità è che se si parte da una visione ideologica
io invece direi il contrario...9 ore in tacchi alti non è un piacere, se una lo vuol fare in marmolada è libera,ma è un caso diverso..

e non è nemmeno visione ideologica differenziare il dress code a danno di un genere..secondo me è solo miopia...come si dice? prova a metterti i miei tacchi per un miglio?

Poi, rispetto per l azienda, che ha tutto il diritto di pretendere comportamenti (ragionevoli ) dai propri collaboratori. Ma questi collaboratori li deve mettere in grado di essere competenti, preparati, competitivi e non mettergli i bastoni fra le ruote o i tacchi fra le scarpe.

Direi che a questo punto le nostre posizioni sono delineate, lascio la parola a qualche bio...

Ciao Verò!!
Laura Bianchi

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