8/3, lotta e riconoscimento

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8/3, lotta e riconoscimento

Messaggio da LauraB »

8 Marzo, lotta e riconoscimento

Scrivo questo articolo per stimolare una discussione costruttiva tra le donne del forum principalmente, o comunque per chi vuole affrontarlo con un approcio positivo e interessante. Siccome mi rendo conto che non a tuttX puo interessare, chiedo la cortesia di non intervenire in tal caso. Mi interessa appunto che ne esca un ragionamento, che puo essere favorevole o contrario, ma sempre nel rispetto delle persone e del tema.

La lotta per l emancipazione femminile si è sviluppata più o meno a partire dal XIX secolo in forma strutturata, un secolo in cui le donne hanno preso coscienza delle catene invisibili che le tenevano legate a un sistema sbilanciato a favore del maschio.

Senza andare troppo nello specifico ricordo le suffragette, i movimenti femministi di inizio XX secolo, e la ricerca della parità di diritti continua ancora oggi.

Alle donne è stato proibito, per legge, di votare, di viaggiare, di essere la capofamiglia, perfino di fumare.
E altro.
A questo si aggiungono convenzioni sociali non scritte, situazioni economiche e tutta una serie di ragnatele che ancora oggi impediscono alle donne di partecipare attivamente alla vita sociale.

L 8 marzo, data simbolica, rappresenta un momento di riflessione per iniziare a combattere. Combattere per ottenere salari migliori, il voto e annullare legalmente tutte quelle leggi che fanno differenza tra maschio e femmina. Tutte quelle leggi che specificano negazioni per il genere femminile.

Oggi di passi ne sono stati fatti tanti , ma ne restano ancora molti.
L abolizione del capofamiglia, del delitto d onore, della legge sull aborto, sul divorzio. Questo per l italia. Per paesi come L arabia si deve ancora battersi per guidare.. in altri posti non ne parliamo.
Cìè da lavorare.

Oltre alle leggi il mondo del lavoro ha molta strada da fare.
Sappiamo che il “diritto” allo studio, in un modo o nell'altro è sempre stato negato/ostacolato, fino agli anni 80 si pensava che il posto per una ragazza era ancora stare a casa, e ancora oggo, 2021, qualche uomo lo pensa.

Quello che nelle scuole è un passo raggiunto, tante ragazze tanti ragazzi, poi si perde nel mondo del lavoro. I numeri sono impietosi, dal gender gap, alle presenze nei quadri o nei cda, nella politica.
Pefino società/enti con maggioranza di donne ( anche oltre il 70%) poi nei cda la presenza cala al 23%.
La legge del 12 07 2011 prevede, per recuperare il gap, una presenza di entrambi i generi, in cui quello meno rappresentato deve comunque superare il 40%.
I risultati un po si vedono, ma siamo ancora lontane dal pareggio.
Ci sono vari motivi: la maternità che è quasi tutta sulle spalle femminili, toglier slancio alla carriera lavorativa. A sua volta questo si trasforma in stipendi piu bassi, per chi ancora lavota. Perche c è chi molla. L importanza di avere un indipendenza economica, specie in caso di separazioni è evidente. Cosi come comunque resta ancora un po la mentalità per cui se uno dei coniugi lascia il lavoro,quasi sempre è la donna e non l uomo.

Il riconoscimento.
Ci sono “lavori da uomini”.
Chiaramente no, è evidente che il gap fisico ( che dovrebbe ridursi quando nel mondo del lavoro, quello fisico, ci sarà piu presenza) non è stato superato da certi lavori, che hanno si creato macchinari di aiuto, ma sono sempre a misura di uomo. Non hanno mai pensato alle donne.

Come non sono pensati bene troppi bagni, fasciatoi, etc

In fondo, ma molto discusso è il termine di riconoscimento di una donna lavoratrice. Se è entrato nell uso comune maestra o altro, pare che alcuni termini facciano piu fatica, alcuni ambiti sembrano piu refrattari. Penso a direttrice o avvocata.

Anche qui la lingua italiana ha delle regole, che spesso vengono ignorate perche o non si conoscono o danno fastidio.
Cosi come da fastidio una donna che vuole ottenere quello che le spetta, il diritto a fare parte di questa società in modo pieno e rispettoso.

PS ho volutamente saltato il discorso sul femminismo, sulla violenza di genere e delitti. Ce ne è gia bbbastanza su quello che ho scritto. Non è una classifica su dove cominciare per prima, ne un “benaltrismo” che in altri siti ho incontrati. Sono tanti aspetti, ancora troppi, purtroppo.
Laura Bianchi

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Re: 8/3, lotta e riconoscimento

Messaggio da AnimaSalva »

LauraB ha scritto: giovedì 11 marzo 2021, 18:32

Oggi di passi ne sono stati fatti tanti , ma ne restano ancora molti.
Hai ragione.
Non solo nel mondo del lavoro, o dei riconoscimenti, ma sono le singole persone a doversi evolvere.
Leggo ancora troppe donne gareggiare tra loro e fare delle classifiche: chi è mamma, chi non lo è, chi lavora e chi no, critiche per l'aspetto fisico, critiche perché quella si trucca, perché quella non lo fa... e così via.
Ancora troppe donne danno della txxxa ad altre donne per i motivi più vari, ancora troppe donne insultano le altre donne perché "brutte" e in sovrappeso (lo so per esperienza personale, ahimé)...
Sono decisamente pessimista.

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Re: 8/3, lotta e riconoscimento

Messaggio da sylvix »

la quasi totalità delle società radicate -non necessariamente evolute- sono di tipo patriarcale.
questo riporta agli studi etologici, dove è ampiamente provato il settarismo dell'animale inferiore in rapporto ai sessi e alle razze: non sempre ne esce vincente il maschio, non sempre quello con il colorito più chiaro.
si chiama ordine naturale delle cose e non si può cambiare.
rimarrebbe da capire cosa cazzo è l'uomo.
se l'uomo è un'animale (e lo è), alieno o meno, sarà allora soggetto agli stessi assiomi; la presunta facoltà intellettiva umana è una mera arma a doppio taglio: l'istinto guida, gli interessi lo seguono, la ragione lo mitiga, ma non siamo diversi dagli insetti, non lo siamo per niente.
sono le basi della storia, fatta essenzialmente di oligarchie, la cui esistenza si fonda esclusivamente sulla lotta fra poveri, nei falsi miti di progresso.
tutta questa merda genera incongruenze, veri e propri buchi logici, le emergenze legate al momento historico, le derive e le integrazioni, che lentamente sposteranno il paradigma verso un'organizzazione sociale diversa, ma non significativamente migliore.
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Re: 8/3, lotta e riconoscimento

Messaggio da LauraB »

sylvix ha scritto: giovedì 11 marzo 2021, 22:27 la quasi totalità delle società radicate -non necessariamente evolute- sono di tipo patriarcale.
purtroppo, quindi serve un azione comune perche diventino delle società eque in cui ogni persona ha pari diritti e dignità.

Forse il concetto è su cosa si intende per evoluto. Ci sono tribu "non evolute" che tuttavia riescono a garantire solidarietà ai propri membri e dare una vita serena ai piu svantaggiati.
Laura Bianchi

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Re: 8/3, lotta e riconoscimento

Messaggio da AnimaSalva »

LauraB ha scritto: venerdì 12 marzo 2021, 19:52

purtroppo, quindi serve un azione comune perche diventino delle società eque in cui ogni persona ha pari diritti e dignità.
Secondo te è fattibile?
Il patriarcato è talmente radicato in noi, anche nelle più piccole cose, che sembra impossibile sradicarlo. : Sad :
Lo vedo frequentando molto i social, anche come semplice spettatrice... mi imbatto in ragazzine che ritengono normale che un fidanzato geloso impedisca loro di prendere un mezzo pubblico, per esempio.

Celeste

Re: 8/3, lotta e riconoscimento

Messaggio da Celeste »

La società non è qualcosa di impostato per natura, se lo fosse avremmo tutt'altro tipo di problemi come quando eravamo molto più simili alle altre scimmie e non staremmo a digitare su un forum, nè avremmo vestiti.

Penso che il pessimismo non serva proprio a nulla ma sia utile invece il senso della responsabilità personale e del proprio esempio, in fin dei conti su 8 miliardi di persone ciascuno di noi ha un'importanza immensa... se non altro perchè siamo sempre noi i protagonisti della nostra vita.

Conosco una donna che ha fatto una carriera brillantissima con ruoli direttivi sempre più importanti, e ha una tale positività dentro di sè che secondo me l'ha aiutata moltissimo, non solo come energia interiore nonostante le difficoltà, ma anche nell'essere apprezzata sia donne che da uomini come persona, aldilà del genere.

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Re: 8/3, lotta e riconoscimento

Messaggio da LauraB »

AnimaSalva ha scritto: venerdì 12 marzo 2021, 22:30 Secondo te è fattibile?
alla lunga si, di cose ne sono cambiate nell ultimo secolo.
certo c è da lavorare, a volte davvero ti chiedi se è fattibile, ma poi riparti, anche perche l alternativa non è bella.
Di fronte all'ennesimo femminicidio di oggi (napoli) capisci che o combatti o muori (letteralmente).
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Re: 8/3, lotta e riconoscimento

Messaggio da sylvix »

Celeste ha scritto: venerdì 12 marzo 2021, 23:40 La società non è qualcosa di impostato per natura, se lo fosse avremmo tutt'altro tipo di problemi come quando eravamo molto più simili alle altre scimmie e non staremmo a digitare su un forum, nè avremmo vestiti.
la società (modello organizzativo) non è impostata per natura, ma ne è piuttosto un epifenomeno; l'etimo stesso, socius, è autoesplicativo in tal senso.
le società si basano su vincoli impostati dalla natura ( le tribù in vicinanza dei laghi, si davano alla pesca, quelle più lontane alla caccia... l'uomo non vola e non erge nidi, gli uccelli si...)
comunque, per non dilunagarmi in tediose (e inutili spiegazioni, che richiederebbero presupposti, annessi & connessi)a tutti coloro che pensano ancora all'uomo (e alla società moderna) come un qualcosa di superevoluto, consiglio di leggere il semprestrabiliante 'the naked ape' di desmond morris, scritto nel 1967, periodo con gente dalla mente libera(quindi non-mentecatta : Chessygrin :)
il fatto -invece- di non vivere in una società evoluta, si evince già dalle discriminazioni generaliste verso le minoranze etniche o gli handicappati: quì l'uomo è più simile a certe popolazioni di leporidi piuttosto che alle scimmie dove, in questo frangente, hanno forse più riguardo.
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Celeste

Re: 8/3, lotta e riconoscimento

Messaggio da Celeste »

L'essere umano non è affatto superevoluto anzi è relativamente giovane, la postura bipede è stata raggiunta appena 6 milioni di anni fa mentre l'età del pianeta terra è di ben 4,5 miliardi di anni. Ho sentito dire che forse tra 90 milioni di anni l'essere umano sarà al pieno delle potenzialità a livello evolutivo. Ma tutto ciò conta poco perchè in fin dei conti negli ultimi 5.000 anni l'umanità ha visto di tutto, proprio perchè il cervello umano è qualcosa che può creare tante cose, può creare disparità come anche parità di condizioni. Il punto è se l'attuale sistema tutto sommato fa comodo oppure no, a me no. Trovo che tante cose siano migliorabili e penso che tutto quello che stimola le capacità (positive) delle persone sia un bene. Quindi laddove vengono fatte discriminazioni che non permettono a persone capaci di emergere trovo che siano necessari cambiamenti, per il bene di tutti (ovvio che chi invece ha potere e prestigio solo mantenendo lo status quo non sarà contento).

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Re: 8/3, lotta e riconoscimento

Messaggio da Dedesignora »

Certo l' enorme ingiustizia sta già in natura. I più deboli fisicamente devono subire e non sempre la loro maggiore capacità ed intelligenza riesce ad averla vinta sulla forza bruta, e non penso al solo rapporto Donna e Uomo.
Guardiamo adesso in questa pandemia, virologi, studiosi e statistiche ci dicono che chi finisce in ospedale e poi a grande possibilità di morire sono le persone anziane, che quelle sono le persone da proteggere per prime, ma la realtà è che ad oggi sono state vaccinati ( dati ministero della salute di ieri ) solo il 15% delle persone sopra ai 80 anni su 8 milioni di vaccini effettuati.
Non riesco ad essere tanto ottimista sul umanità e sul suo futuro.
Baci Dedè

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