Chicca.love ha scritto:Ti voglio porre una domanda diversa: con una sorellina , o una donna con strapon a che punto della famosa scala ti spingeresti? Ovviamente rispondi con sincerità
Con una donna con lo
strap on la questione è ambigua, se non altro perché non andrebbe certo a ballare o al bar con quell'aggeggio... quindi si tratterebbe solo dell'ultimo atto. Beh, la risposta è... "cara, mi è piaciuto molto ballare e chiacchierare con te, per non parlare del lunghissimo bacio, ma ora metti via quel coso che mi fa male solo a vederlo". Penso di essere stata chiara.
Con una sorellina posso spingermi alla chiacchierata (mica è un preludio a chissà che cosa, no?). Per il resto dovrebbe essere come minimo una specie di Andreij Pejic e impegnarsi molto per convincermi. Sugli ultimi step, quelli
tosti, non se ne parla neppure.
Monica Poli ha scritto:Tu hai sempre affermato che, pur provando piacere nel vestirti da donna, non hai neppure una particella di componente femminile.
Però qualcuno potrebbe obiettare che, se ti piace vestire da donna, una sia pur piccola componente femminile ce la devi avere per forza. Non si scappa, altrimenti non ti vestiresti da donna.
È lo stesso tipo di ragionamento. Perché non deve valere per te ma per gli altri sì?
Prima di tutto non ho mai negato di avere una certa componente femminile, se no non sarei qui. Questa componente è del resto presente in tutti gli individui di sesso maschile, per cui non vedo il problema. Componente peraltro minoritaria, visto che sto benissimo come sono e non m'interessa spingermi oltre.
Ho sempre negato, invece, di avere la famosa (ma inesistente)
donna dentro di me che vuole uscire. Non c'è perché non penso al femminile, il 99,99% del mio tempo è volto ad uno stile di vita maschile, mi piacciono le donne, guardo le partite, faccio sport e attività fisica, sto benissimo vestito al maschile, di solito porto la barba, le mie movenze sono mascoline e quando passo davanti ad una vetrina non mi fermo a guardare le scarpe coi tacchi o i vestiti da donna, se non forse l'1% delle volte.
Non c'è perché ho accettato senza problemi il fatto di dover ridurre le mie trasformazioni a una volta ogni 3-4 anni: la cosa non mi sconvolge più di tanto e non mi sento frustrato e depresso per questo motivo. Contrariamente a quanto dite voi, cioè che "non si può sfuggire alla propria natura femminile", la mia natura è questa e non quella femminile.
Non c'è perché so benissimo (anzi, ho sempre saputo) che per me la faccenda riveste un aspetto direi feticistico (diciamo un
feticismo elegante e raffinato, và) invero molto più maschile che femminile, e che diversamente da molte di voi non ho nessun problema a convivere con il mio
pasqualino, che anzi mi dà il solluchero quando esce dalla sua
posizione di riposo (sperando di non essere troppo osé).
E non c'è, dulcis in fundo, perché l'idea di rimorchiare maschi o di essere corteggiata non solo non mi eccita per niente, ma mi disturba proprio e ho sempre cercato di evitare ciò. Se avessi voluto, le occasioni non mi sarebbero mancate ma, come ho detto più volte, quando mi è capitato di risvegliare l'interesse di qualche maschietto la cosa mi ha persino guastato l'umore.
Non solo: mi ero fatto persino una spilla con una carta da gioco... un bel
due di picche, per scoraggiare subito eventuali interessati. Anche il nome Ingrid, con il suo freddo sapore nordico e il raggruppamento NGR (con ben evidenziata la R), era già una barriera psicologica davanti ai tentativi di rimorchio.
Ho risposto?
L'eterno fascino risiede nell'anima, non nel tempo o nella moda. La vera bellezza risiede nella grazia dell'anima, nel portamento e nella gentilezza, indipendentemente dall'età o dalla moda.