Di luci sbiadite e treni deserti

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Ely80
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Di luci sbiadite e treni deserti

Messaggio da Ely80 »

Avrei voluto raccontare ieri quello che sto scrivendo ora, avrei voluto con tutto il cuore, ma tutto l'universo ha trovato motivi su motivi per farmi rimandare.
Il poco tempo a disposizione ieri, il sonno e l'ora tarda una volta rincasata, una giornata intensa oggi e per ultimo il computer che non voleva saperne di accendersi, fino a poco fa.
Forse una metafora del "le cose si fanno quando è il tempo di farle", quando l'universo decide che è il momento.
Perfino in una cosa banale come un post in cui provo a sfogare parole ed emozioni forse anche un po' a caso, non c'è nulla di particolare che devo dire e forse il segreto sta proprio li..nella semplicità, come l'inchiostro che si perde sui fogli di un diario destinato a restare dentro un cassetto, senza che mai nessuno ne sfogli le pagine.

Torno alla giornata di ieri con la mente, un venerdi come molti altri, forse, ho tanti colori e tanti suoni che vorrei raccontare, è difficile anche capire da dove iniziare, emozioni confuse, di musica, di pensieri e parole.
Dovevo fare un lavoro a Milano la sera, io non vivo in città, la tangenziale è una trappola in cui tra le luci e il fumo delle macchine in coda c'è tanto tempo per riflettere, per osservare i volti nelle auto accanto.
Quante storie, quante personalità.
Tutti li, invisibili agli altri, fatto salvo per la curiosità che a qualcuno come me coglie nel momento in cui si affianca una nuova auto, e tutto ricomincia.
Non importa, devo fare un lavoro che mi gratifica, è una cosa in ambito artistico, lo faccio da molti anni, e sono contenta di farlo anche se il prezzo da pagare è un pò di attesa lungo la strada.
Ho messo lo smalto oggi pomeriggio, un rosa perlato che mi ha fatto guardare con felicità le mie mani.
Le mie dita sono affusolate, quando ero piccola tutti mi dicevano che avrei potuto suonare il piano.
Non l'ho mai suonato, non ne sono capace, non sono neanche capace di mettermi bene lo smalto, specialmente sulla mano destra, non sono brava a usare il pennellino con la sinistra e si vede da qualche goccia di colore che ha sconfinato finendo sulla pelle.
Ho messo lo smalto e l'ho tenuto solo per qualche ora, non posso andare dove dovrò andare tenendolo su, purtroppo.
E' l'individuo che vedo ogni giorno allo specchio che "mi accompagna", è lui che il mondo conosce, è lui che il mondo si aspetta di vedere, anche stasera.
"Ma allora perchè l'hai messo, se poi l'hai tolto quasi subito?"
Perche ne ho avuto bisogno, perchè mi ha fatta sentire piu forte, perchè mentre mi preparavo per andare mi guardavo le mani e per un breve momento mi sono sentita bella.
E non mi capita spesso.
Anzi..
Non mi capita quasi mai.

Milano mi accoglie con il buio della sera, sono passate da poco le sette, trovo parcheggio quasi subito, non credevo.
Milano mi accoglie quando la pioggia del pomeriggio è ormai quasi cessata, la stessa che deformava le luci delle auto ferme in coda appena un'ora prima.
Scendo e ho freddo.
Ho sempre freddo io, anche in estate, a volte mi prendono in giro per questo ma non mi importa, stasera sono felice, sarà una serata bellissima, lo so perchè si..perchè lo so e basta.
Il cappuccio del giubbottino nero che indosso mi copre il viso mentre attendo il momento in cui poter entrare.
C'è altra gente che aspetta, loro non sono li per lavorare, mi ha sempre fatta sentire importante trovarmi "addetta ai lavori", in situazioni in cui la gente comune darebbe qualsiasi cosa per essere al mio posto.
Importante è una bella ma pericolosa parola..non mi ci sento spesso, ma è una bella sensazione.
Forse meglio dosarla, in effetti, se ti ci abitui poi...
Ancora una volta mi trovo sola in mezzo agli altri, come in coda, la vita è una continua, enorme tangenziale ovest che ti assorbe tra le luci e il fumo di chi per puro caso, ti si affianca nell'attesa.
Guardo i volti, i sorrisi, le mani che si sfregano per riscaldarsi, guardo gli orologi che di tanto in tanto vengono sollevati per capire se è ora di entrare.
Guardo gli abiti, guardo i miei, mi chiedo se ci sia qualcuno tra loro che ha intuito qualcosa, nell'incrociare il mio sguardo, se qualcuno tra loro ha saputo leggere quella malinconia che i miei occhi non sempre riescono a nascondere.
Ma a quanto pare, a nessuno importa, mi sento invisibile quando ogni tanto mi torna alla mente che ciò che la gente vede di me, non è la vera "ME". Mi sento quasi in colpa perfino, come se liberare la mia parte nascosta andasse a intaccare la fiducia che gli altri hanno riposto in me.
E la mia di fiducia? Quella nei miei confronti? Non la intaccherei se negassi ciò che sono?
Perchè questi dilemmi anche in una sera in cui dovrei e vorrei essere serena?
Volevo prendere un caffè prima, ma sono arrivata giusto in orario per parcheggiare e recarmi sul posto, non avrei fatto in tempo se mi fossi fermata nel bar poco distante, mi consolo guardando a distanza le luci della vetrina, e la gente che si scalda all'interno.
Mi avrebbe fatto piacere un caffè, ma fa lo stesso.

Non ho avuto tempo per altri pensieri nelle ore successive, ho avuto da fare, ero felice di farlo e ci ho messo come sempre tanto impegno, è importante per me, mi fa sentire importante, come dicevo prima.
E' buio, non mi piace camminare da sola col buio, devo prendere la macchina a qualche centinaio di metri, conosco la zona ma ho sempre la sensazione che qualcuno possa seguirmi.
Forse sta anche ricominciando a piovere e io avrò di nuovo la tangenziale da prendere, anche se a quell'ora potrò godermi la strada e la musica a farmi compagnia.
A poca distanza da casa passo accanto alla ferrovia proprio mentre sta pigramente transitando un regionale, quelli con i vagoni a due piani, ne prendevo uno simile tanti anni fa, ricordo che mi piaceva tanto salire al piano superiore perchè potevo vedere meglio il paesaggio scorrere.
Mi sentivo alta.
Importante.
Procediamo paralleli per un breve momento, quel tanto che basta per vedere le carrozze tutte illuminate, cerco rapidamente figure umane all'interno, vorrei riuscire a vedere che volto ha chi rincasa dopo una lunga giornata, o chi è da poco uscito per iniziarne una nuova.
Ma non c'è nessuno, il treno non è lunghissimo, le carrozze non sono molte.
Sono tutte deserte, come un viaggio che prosegue senza nessun protagonista.
Come la vita, che scorre anche se tu rifiuti di salirci sopra e di scegliere la tua meta.
Arrivo a casa.
La felicità lascia il posto al vuoto che mi prende ogni sera prima di andare a dormire, quando penso a cosa ho fatto durante il giorno, se sono stata una persona buona, se ho fatto qualcosa per essere migliore.
Se ho preso il biglietto per quella vita la cui destinazione ancora mi è ignota.
E poi mi addormento.
"...Elena...anche quando tutto il mondo non riesce a vedermi... "

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Re: Di luci sbiadite e treni deserti

Messaggio da sylvix »

forse è bello quello che hai scritto, una delle cose più significative che siano mai state postate.
ma è troppo lungo e non ce la faccio proprio a leggerlo integralmente.
ma ho colto, credo, il senso.
mi viene in mente l'a4 di notte , quando, venendo da bergamo, inizi a incontrare i primi palazzi che danno sull'autostrada.
sono passati almeno 10, forse 15 anni, non lo so più.
andavo a provare le macchine, quando non sapevo cosa fare; dal sacco o fulvio testi, via verso brescia, così per gioco.
di solito mi annoiavo quasi subito e tornavo indietro.
nella tratta di ritorno verso la città, a velocità normale, iniziavo a guardare oltre la strada.
c'era, c'è un mondo provvisorio e disadorno, compattato dalle luci fioche delle finestre.
centinaia di vite, ciascuna con le proprie speranze, i sogni e le frustrazioni.
sembrava di rivivere le metriche di tarkovskij, nelle dominanze e negli aloni lattiginosi dei colori freddi-ma-non-troppo, a volte rallentavo fino quasi a fermarmi, per trattenere le idee, che poi riprendevano a seguire il nero dell'asfalto.
ma ero pago e felice.
Ultima modifica di sylvix il venerdì 26 novembre 2021, 23:51, modificato 1 volta in totale.
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Marinatravoi
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Re: Di luci sbiadite e treni deserti

Messaggio da Marinatravoi »

Ely80 ha scritto: venerdì 26 novembre 2021, 21:04 Quante storie, quante personalità.
Tutti li, invisibili agli altri, fatto salvo per la curiosità che a qualcuno come me coglie nel momento in cui si affianca una nuova auto, e tutto ricomincia.

E' l'individuo che vedo ogni giorno allo specchio che "mi accompagna", è lui che il mondo conosce

mentre mi preparavo per andare mi guardavo le mani e per un breve momento mi sono sentita bella.
E non mi capita spesso.
Anzi..
Non mi capita quasi mai.

Ancora una volta mi trovo sola in mezzo agli altri, come in coda, la vita è una continua, enorme tangenziale ovest che ti assorbe tra le luci e il fumo di chi per puro caso, ti si affianca nell'attesa.
mi sento invisibile quando ogni tanto mi torna alla mente che ciò che la gente vede di me, non è la vera "ME". Mi sento quasi in colpa perfino, come se liberare la mia parte nascosta andasse a intaccare la fiducia che gli altri hanno riposto in me.
E la mia di fiducia? Quella nei miei confronti? Non la intaccherei se negassi ciò che sono?

Arrivo a casa.
La felicità lascia il posto al vuoto che mi prende ogni sera prima di andare a dormire, quando penso a cosa ho fatto durante il giorno, se sono stata una persona buona, se ho fatto qualcosa per essere migliore.
Se ho preso il biglietto per quella vita la cui destinazione ancora mi è ignota.
E poi mi addormento.
Carissima Elena,
il treno della vita ci porta sempre da qualche parte, volenti o nolenti, noi possiamo fare del nostro meglio per cercare di raggiungere la meta cui aneliamo, ma spesso prende una direzione diversa e non capiamo perché. Possiamo solo accetarlo.
Una volta, da ragazza, quando prendevo il treno per andare all' università, spesso mi soffermavo nella sala attesa di una stazione a osservare i viaggiatori che passavano, provavo a immaginare le loro vite, i loro desideri, le loro delusioni...volti, mille volti con le loro storie...e chissà se anche qualcuno di loro aveva una parte di sé stesso che non mostrava a nessuno...penso che per quelle come noi sia un vero peccato che gli altri non vedano noi, le vere NOI...
Elena, io sento tanta ricchezza in te...e per me é già bello sapere che esisti.
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Re: Di luci sbiadite e treni deserti

Messaggio da Anna »

Ciao Elena,
arrivo ora a casa, ho una profonda stanchezza addosso, ho addosso tutte le ore di questo ormai passato venerdì romano quasi natalizio. Per nulla poetico e anzi, puzzolente rumoroso e violento come sa a volte essere questa città. Leggo il tuo post dal telefono, un po’ provo quello che dice @sylvix, la fatica di leggere integralmente. Perché sono stanca mi dico, poi vado avanti, i movimenti degli occhi saltano in avanti rispetto al susseguirsi delle tue parole. Questa cosa mi succede quando uno scritto mi colpisce particolarmente. Più precisamente mi succede che voglio saperne di più, averne di più di quelle immagini e di quelle parole. Mentre vado avanti si forma, prima che io possa avere consapevolezza piena della stessa, una sensazione nel corpo, è una tensione localizzata tra la bocca dello stomaco e la gola. Mi commuovo, a volte mi commuovo senza piangere. Penso che voglio rispondere, ma la stanchezza è tanta, penso che lo faccio domani dal computer che farlo sul telefono è una fatica e forse non riesco a dire tutto quello che ti vorrei dire. Poi penso che è giusto farlo adesso. Allora una parola via l’altra questo messaggio inizia a comporsi. Continuo a scrivere, ad ogni lettera questo piccolo odioso suono della tastiera, dovrei toglierlo ma sono troppo pigra per entrare nelle impostazioni. Una musichetta da circo arriva dalla tv. Sono di nuovo con te, con quello smalto rosa perlato di poche ore, imperfetto sulla mano destra e bellissimo. Sono di nuovo con te su un treno che viaggia parallelo al tuo punto di osservazione ma in uno sfasamento temporale. Per molti anni ho viaggiato con il notturno Roma-Milano, non ricordo la sigla del treno, ricordo la luce giallina, gli arredi di formica marrone tipo DDR e quell’enorme carico di esistenze appena sfiorate. Sono stato con @Marina in quella sala d’attesa. Alla fine sono tornato sul divano, con poca voglia di alzarmi, lavare i denti, e andare a letto. Il pollice un po’ anchilosato alla fine di questo messaggio e questo odioso plink ad ogni lettera digitata! Sono felice, uso la parola con cognizione di causa. Felice perché mentre prenderò sonno avrò negli occhi le tue immagini e quelle che hai evocato in noi che ti abbiamo letto. Felice perché ci sei e ci siete, felice per essere arrivata in questo posto.
Buonanotte e davvero grazie di esistere.
Ultima modifica di Anna il sabato 27 novembre 2021, 7:48, modificato 1 volta in totale.
E Anna verrà
Col suo modo di guardarci dentro
Di sorridere di questa libertà

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Re: Di luci sbiadite e treni deserti

Messaggio da Steffi Ritzka »

Cara Ely
Mi sono letta e riletta il tuo racconto, e non ho potuto fare altro che asciugarmi qualche lacrima che è scesa rivedendo me stessa in ciò che hai scritto....
Le stesse riflessioni le stesse sensazioni malinconiche per un vuoto dentro che nessuno può colmare perché fai di tutto per nasconderlo. Mi vengono in mente tutte quelle volte in cui anch'io azzardavo una pennellata di smalto sulle unghie o un velo di lucidalabbra per poi levarlo freneticamente per evitare che qualcuno potesse sospettare qualcosa di strano.... E non è per te, che lo reprimi, anche perché inconsciamente vorresti essere scoperta (quante volte ci ho pensato...) ma per chi ti sta intorno, come hai detto tu, per ciò che si aspettano che tu sia...
E lo stesso guardare in faccia gli sconosciuti che ti capita di incrociare, per scoprire che cosa hanno di diverso da te..
Quante volte mi è capitato di sentirmi in questo modo e quante volte la stessa domanda che ti gira in testa " sto sbagliando tutto? Perché non posso essere felice?" E tiri avanti riempiendo la testa di altre cose per non pensare...
La condivisione è una grande cosa, così com'è la consapevolezza di non essere soli...
Qualcuno che può capire c'è magari non su quelle auto o su quel treno ma c'è.
Elle s'en fout, elle balance son cul avec indolence.
Elle s'en fout
Elle s'en balance de savoir ce que les autres pensent...

irentrav

Re: Di luci sbiadite e treni deserti

Messaggio da irentrav »

Di luci sbiadite e treni deserti...
Bello, molto bello, sin dal titolo. Ora non posso che dire questo, ma penso che commenterò in seguito questo bellissimo viaggio nella tua coscienza

Ely80
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Re: Di luci sbiadite e treni deserti

Messaggio da Ely80 »

Ho letto e riletto le vostre risposte, aspettavo di essere finalmente da sola, e con il pc a disposizione per poter rispondere in maniera decente. Che dire..mi sono commossa anche io nel percepire l'emozione che, forse inconsciamente, ho provocato in voi. Come ho scritto nel post, non c'era nulla di particolare da raccontare e al tempo stesso c'era tutto. Parole che mi scappavano via veloci mentre le scrivevo, sussurri della mia voce interiore affidati al vento nella speranza che arrivassero.
Se sono arrivate, come mi avete dimostrato, non posso che esserne felice, spesso le parole sono come le lacrime, potenti e sfuggenti, a volte delicate e sottili, altre volte dirompenti tanto da rigarti il viso.
La gentilezza e il tatto con cui mi avete accolta qui han fatto si che io mi sentissi un pochino piu libera di esistere.
Che sia l'inizio di qualcosa di bello per tutte noi, che lo meritiamo, tanto..
Grazie

Ely
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Re: Di luci sbiadite e treni deserti

Messaggio da Giulia_M »

Bellissimo intervento, Ely.
Leggendolo non ho potuto fare a meno di pensare alla canzone Volti perduti di Enrico Ruggeri:

"Come puoi essere così maschilista quando hai delle tette così grosse?"
- da Tutto su mia madre di Pedro Almodóvar

Ely80
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Re: Di luci sbiadite e treni deserti

Messaggio da Ely80 »

Giulia_M ha scritto: sabato 27 novembre 2021, 20:44 Bellissimo intervento, Ely.
Leggendolo non ho potuto fare a meno di pensare alla canzone Volti perduti di Enrico Ruggeri:

Grazie! 😊 È vero, la canzone è attinente in effetti!
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