Come una donna
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Come una donna
Visto che stiamo rispolverando i vecchi racconti, eccone uno che pubblicai anni fa sul blog.
Me l’avevi detto che l’avresti fatto.
“Uno di questi giorni ti faro’ provare quello che prova una donna, una donna vera”.
Ma io non ti avevo creduto, l’avevo preso come uno di quei tanti avvertimenti, una di quelle scherzose minacce che ogni tanto mi rivolgi per spaventarmi un po’, per farmi star buona.
Non ti avevo creduto fino a ieri pomeriggio.
Mi hai spogliata, mi hai fatta distendere sul letto.
Nei tuoi occhi qualcosa di diverso – non la solita dolcezza, quella di sempre – ma una luce che non avevo mai visto, l’espressione compiaciuta e minacciosa di chi ha in mente qualcosa di brutto.
Mi hai fatta girare a pancia sotto, e mi hai ordinato di rimanere in quella posizione.
Io non oso contraddirti: vorrei girarmi a guardare cosa stai facendo, ma non ne ho il coraggio. Mi limito ad aspettare, a restare in attesa della tua prossima mossa.
Sento che mi metti la crema: tanta, abbondante, fredda.
Poi ti sento armeggiare, sento la tua mano che si appoggia sulla mia schiena e mi tiene ferma, infine lo accendi – e allora, solo allora capisco che stai facendo sul serio -
Sento il rumore secco e vibrante del tuo attrezzo che si avvicina, e vorrei girarmi e dirti no, ti prego, non oggi, non sono pronta, non me la sento, ho paura. Ma la tua mano preme sulla mia schiena, e sento il tuo sguardo che mi trafigge e mi intima di non muovermi, di stare ferma, di fare la brava.
E poi ti avvicini ancora, e lo appoggi su di me, e premi.
Ed io mi sento trafitta come se la mia carne si lacerasse: un dolore continuo, acuto, totale.
Ti sento andare avanti e indietro, avanti e indietro, e mentre sto per impazzire sento la tua voce che mi rassicura: “Vedrai…e’ solo le prime volte…col tempo finira’ quasi col piacerti”.
E intanto continui, continui, continui.
Lo so che tu non stai provando nulla, lo so che tutto e’ affidato all’azione meccanica e impersonale del tuo attrezzo, eppure lo sento da come ti muovi che stai apprezzando un sottile piacere, quello di farmi finalmente provare quello che tu tante volte hai provato.
Di farmela pagare per tutte le volte che ti prendevo in giro, e ti dicevo che capirai, cosa vuoi che sia, per voi donne e’ quasi un’abitudine, ma quante storie fai.
E vai avanti e indietro, avanti e indietro su di me che oramai quasi non ti sento piu’, annullata come sono in un dolore continuo e straziante che non credevo, che non pensavo, che non immaginavo avrei potuto provare.
Ti chiedo di smettere ma tu non senti, anzi mi senti ma mi ignori: “femminuccia che sei, cosa vuoi che sia”...
Prosegui per un tempo che mi sembra eterno, e finalmente ti prendi una pausa, mi lasci rifiatare, mi dai un po’ di tempo per calmarmi mentre la tua mano mi accarezza la schiena.
“Hai visto che non era poi cosi’ terribile?”
Io riemergo a fatica dall’abisso doloroso in cui mi hai precipitata e ti guardo con occhi appannati da un velo di lacrime, mentre mentalmente mi auguro, spero, imploro che sia finita.
E tu invece: ”Dai girati, che adesso facciamo il davanti”.
E ti guardo disperata, terrorizzata, rassegnata, mentre con quella luce minacciosa negli occhi mi sorridi, riaccendi l’epilady, e di nuovo con mano ferma e crudele me lo appoggi sulla pelle arrossata della gamba.
”Femminuccia che sei…”
Me l’avevi detto che l’avresti fatto.
“Uno di questi giorni ti faro’ provare quello che prova una donna, una donna vera”.
Ma io non ti avevo creduto, l’avevo preso come uno di quei tanti avvertimenti, una di quelle scherzose minacce che ogni tanto mi rivolgi per spaventarmi un po’, per farmi star buona.
Non ti avevo creduto fino a ieri pomeriggio.
Mi hai spogliata, mi hai fatta distendere sul letto.
Nei tuoi occhi qualcosa di diverso – non la solita dolcezza, quella di sempre – ma una luce che non avevo mai visto, l’espressione compiaciuta e minacciosa di chi ha in mente qualcosa di brutto.
Mi hai fatta girare a pancia sotto, e mi hai ordinato di rimanere in quella posizione.
Io non oso contraddirti: vorrei girarmi a guardare cosa stai facendo, ma non ne ho il coraggio. Mi limito ad aspettare, a restare in attesa della tua prossima mossa.
Sento che mi metti la crema: tanta, abbondante, fredda.
Poi ti sento armeggiare, sento la tua mano che si appoggia sulla mia schiena e mi tiene ferma, infine lo accendi – e allora, solo allora capisco che stai facendo sul serio -
Sento il rumore secco e vibrante del tuo attrezzo che si avvicina, e vorrei girarmi e dirti no, ti prego, non oggi, non sono pronta, non me la sento, ho paura. Ma la tua mano preme sulla mia schiena, e sento il tuo sguardo che mi trafigge e mi intima di non muovermi, di stare ferma, di fare la brava.
E poi ti avvicini ancora, e lo appoggi su di me, e premi.
Ed io mi sento trafitta come se la mia carne si lacerasse: un dolore continuo, acuto, totale.
Ti sento andare avanti e indietro, avanti e indietro, e mentre sto per impazzire sento la tua voce che mi rassicura: “Vedrai…e’ solo le prime volte…col tempo finira’ quasi col piacerti”.
E intanto continui, continui, continui.
Lo so che tu non stai provando nulla, lo so che tutto e’ affidato all’azione meccanica e impersonale del tuo attrezzo, eppure lo sento da come ti muovi che stai apprezzando un sottile piacere, quello di farmi finalmente provare quello che tu tante volte hai provato.
Di farmela pagare per tutte le volte che ti prendevo in giro, e ti dicevo che capirai, cosa vuoi che sia, per voi donne e’ quasi un’abitudine, ma quante storie fai.
E vai avanti e indietro, avanti e indietro su di me che oramai quasi non ti sento piu’, annullata come sono in un dolore continuo e straziante che non credevo, che non pensavo, che non immaginavo avrei potuto provare.
Ti chiedo di smettere ma tu non senti, anzi mi senti ma mi ignori: “femminuccia che sei, cosa vuoi che sia”...
Prosegui per un tempo che mi sembra eterno, e finalmente ti prendi una pausa, mi lasci rifiatare, mi dai un po’ di tempo per calmarmi mentre la tua mano mi accarezza la schiena.
“Hai visto che non era poi cosi’ terribile?”
Io riemergo a fatica dall’abisso doloroso in cui mi hai precipitata e ti guardo con occhi appannati da un velo di lacrime, mentre mentalmente mi auguro, spero, imploro che sia finita.
E tu invece: ”Dai girati, che adesso facciamo il davanti”.
E ti guardo disperata, terrorizzata, rassegnata, mentre con quella luce minacciosa negli occhi mi sorridi, riaccendi l’epilady, e di nuovo con mano ferma e crudele me lo appoggi sulla pelle arrossata della gamba.
”Femminuccia che sei…”
Enjoy life, every second, every minute, every day, the in between moments, rain, wind and sunshine, everything will be ok.
"La stupidità degli altri mi affascina, ma preferisco la mia." (E. Flaiano)
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- CristinaV
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Re: Come una donna
Mi sto ancora rotolando....
Baci.
Cristina
Baci.
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Re: Come una donna
Racconto pieno di "suspance" Beh che dire, il mio XXXXXX e' finito nella pattumiera dopo la prima prova , non ho voluto nemmeno regalarlo alla terza sorella, e' stato un "passaggio " di mia sorella la seconda, e' arrivata con la scatola intonsa, dicendomi che lo aveva comprato....guardato...e non aveva avuto il coraggio di usarlo (era uno dei primissimi appena usciti piu di vent'anni fa...aveva una spirale che strappava letteralmente ), mi disse "l'ho pagato un sacco di soldi non ho avuto il coraggio di usarlo se vuoi provare tu altrimenti dallo a Giuly o buttalo!!!
Io preferii risparmiare il "dolore" alla nostra terza sorella...e fini' completo di scatola ..nella "rumenta"...
Io preferii risparmiare il "dolore" alla nostra terza sorella...e fini' completo di scatola ..nella "rumenta"...
Ultima modifica di ccinzia61 il lunedì 11 gennaio 2016, 22:43, modificato 2 volte in totale.
- Irene
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Re: Come una donna
Ha ha ha....
Ci stavo cascando di nuovo...
Irene.
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- Kizzyheels
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Re: Come una donna
Per la serie " il boia non ha pietà "
- Samy
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Re: Come una donna
Ahahhahahahahahhahahah
Immagino tutto lo staff pronto a richiamarti già alla 10a riga
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- Irene
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Re: Come una donna
In realtà, conosciamo il pollo... Hops, la polla..Samy ha scritto:Ahahhahahahahahhahahah
Immagino tutto lo staff pronto a richiamarti già alla 10a riga
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Quindi ci metto qualche riga in più a preoccuparmi.....
......... poi questo racconto lo conoscevo già...
Irene.
- Lorett@
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Re: Come una donna
Ops!
Un bacio.
Loretta.
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Un bacio.
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Sweet Loretta Martin thought she was a woman, but she was another man
- Alyssa
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Re: Come una donna
Carino! Lo vedrei bene come sketch.
Tanto assurdo e fugace è il nostro passaggio per questo mondo, che l’unica cosa che mi rasserena è la consapevolezza di essere stata autentica, di essere la persona più somigliante a me stessa che avrei potuto immaginare.
- Junta
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Re: Come una donna
Divertente!!