"Alla realizzazione degli.... INCUBI !"
E' quanto ho pensato ieri rientrando a Roma sulla E45...
Ma andiamo con ordine.
Ero stata sulla riviera romagnola per tre giorni di gare aquilonistiche: sole (ma anche una spruzzatina di pioggia), caldo, vecchie amicizie li avevano resi mooolto piacevoli; poteva mancare la ciliegina sulla torta?
Evidentemente no. E allora ieri, salutati gli amici, mi metto in macchina, faccio qualche chilometro e mi fermo nel piazzale (ombroso! NB: già identificato e utilizzato l'anno scorso e riverificato all'andata) di un grande distributore di benzina: 40 minuti per trasformarmi fisicamente in Véronique e... via!
Sono le 3 del pomeriggio e non c'è in giro nessuno: sulla macchina scoperta mi faccio tranquillamente il passo delle Capannelle godendomi il vento, il sole e la mia condizione (momentanea) di donna... mi annoio, quasi, e quando a partire da Città di Castello il traffico aumenta e ricompaiono i camion... ebbene lo confesso: il diavoletto Véro si risveglia! E mi metto a giocare con i camionisti: gonne ben sopra il ginocchio, velocità 5 km/h superiore alla loro per farmi ammirare per bene e... via con gli strombazzamenti e i relativi miei saluti con la manina (si fa per dire!
) ingioiellata..................... Tutto bene per una sessantina di chilometri; poi, un po' dopo Perugia, quando ho deciso che è ormai ora di smetterla e di affrettarmi verso Roma (sono ormai le 5, ohibo') sento un colpo sotto la macchina, come avessi "raccolto" qualcosa che sbatte contro il parafango, e subito dopo si accendono tutti gli allarmi del cruscotto: acqua, batteria e non so cos'altro, mentre la macchina piange insistentemente (bip, bip, biiiip!) e il servosterzo smette di funzionare.
"Maledizione, MALEDIZIONE, ci siamo!!!!" è stato il mio pensiero mentre mi fermavo fuori carreggiata e inserivo il triangolo elettronico: "E' l'incubo dei crossdresser che si avvera!", quello di trovarsi en femme fuori casa e DOVER ricorrere ad un aiuto esterno per rientrare!
Ragioniamo: dovrebbe essere la cinghia del ventilatore... un meccanico dovrebbe sostituirla agevolmente (se ha il pezzo) in mezz'ora... invece chiamare il soccorso stradale vuol dire farsi portare a Perugia e sono già le 5: a Perugia, oggi, la riparazione è impossibile e domani è il primo maggio... meglio cercare qui attorno. C'è un'uscita a 200 metri e mi ci infilo: Pantalla 5 km, leggo, e lemme lemme ci arrivo; chiedo a un locale: "Un meccanico?" "A 200 mt, sulla destra" mi risponde. Ed eccomi, en femme, dal burbero (o xxxfobo?) meccanico: mi degna di una sola occhiata, apre il cofano e sentenzia: "Non è la cinghia; è un perno che si è rotto. Non posso farci niente: deve chiamare il soccorso ACI e farsi portare alla SAAB a Perugia."; poi si volta e scompare nei meandri dell'officina.
Già, la SAAB che non esiste più! E il soccorso ACI... che numero ha a Perugia? Sono quasi alla disperazione: en femme, con la macchina in panne, in un paesino sperduto dell'Umbria... mi viene anche da fare la pipi'...! Mentre armeggio goffamente con internet alla ricerca del numero telefonico, magico perché miraggio di liberazione dall'incubo, riappare il meccanico che, senza guardarmi, mi porge un foglietto: "Il numero del soccorso stradale di Perugia" dice e se ne va di nuovo. Rospo, ma l'avrei baciato!
Chiamo: ecco finalmente una voce allegra e amica: "Pantalla? Abbiamo un mezzo là vicino: tra 10 minuti ci siamo; ci aspetti fuori, sul piazzale."
OK, questa almeno è fatta. Ma... in 10 minuti non ce la faccio a ritrasformarmi in uomo! Cosi' aspetto e poi viaggio en femme fino a Perugia: il salvatore è disteso e comunicativo e, tra le altre cose, mi racconta che, a Perugia, il sindaco DS è attaccato quotidianamente dall'opposizione 5stelle per lo stato delle strade piene di buche; mentre, penso io, a Roma.......
Il salvatore è anche cosi' gentile da accompagnarmi alla stazione... con 5 minuti di anticipo sul treno (regionale con cambio a Spoleto) per Roma, su cui, ansimante ma felice, salgo... sempre en femme!!! Non me ne accorgo neanche più. Di essere en femme, intendo. Non me ne accorgo perché non me ne importa più un fico: mi interessa solo raggiugere Roma e il rifugio della mia casa. Sguardi indiscreti? Dovrebbero solo provarci: in questo stato psicologico, potrei azzannarli per mooolto meno! Ma dovro' pur cambiarmi, prima o poi.... Mi guardo attorno: sono circondata da negri erculei e ragazzi urlanti: come saranno le toilettes del treno? Preferisco non indagare e rimando; rimando anche quando sono sullo Spoleto-Roma, presa come sono da un colpo di sonno travolgente. Sono le dieci e mezza quando stazione Termini mi accoglie; un gentile tassista mi accompagna a casa e... la mia stanza-giochi mi consente finalmente di ritrasformarmi in Pollicino prima di... suonare alla porta di casa!
Morale della storia? L'incubo prima o poi si avvera. Non illudetevi e, quando succede, prendetela bene, non drammatizzate. Anche perché la gente è spesso più buona di quel che sembra o che si legge, e vi aiuta a uscirne. Quanto allo en femme, al travestimento, cioè, salta subito o quasi: io ho provato a mantenerlo vivo nell'officina di Pantalla, ma già avevo "sbracato" sul carro-attrezzi dell'ACI e non dubito di essere stata addirittura pietosa sul treno... senza che nemmeno il pensiero di aggiustarmi, ad esempio, il trucco mi sfiorasse minimamente la mente! .... Eppure nessuno, nemmeno il controllore che mi ha vistato il biglietto, mi ha degnata di più di uno sguardo distratto. E infine, avere soldi, sempre, con sé: 5 Euri attorno a casa per un caffè o un rapinatore, 20 in città per il taxi, e la carta di credito quando si viaggia: aiuta molto a mantenersi tranquille e a rendere amichevole la gente anche più riottosa!
Programmi futuri? Se me la aggiustano in tempo, saro' a Bologna con la macchina scoperta, en femme !!!!!!!!!!
Baci
Véro
