Il mio viaggio negli USA

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Roby
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Il mio viaggio negli USA

Messaggio da Roby »

Amiche, con questo racconto vorrei portarvi idealmente con me nel mio ultimo viaggio aereo Milano - Monaco - Miami e condividere le emozioni ed anche un po' di peripezie che ho passato.

Come sapete di tanto in tanto viaggio per motivi professionali: la destinazione questa volta era Miami e mi è toccato andare da sola invece che in coppia con un collega come spesso accade.
Ergo: si viaggia enfemme.

Per comprendere meglio tutti gli episodi che ho vissuto durante il mio viaggio, vi devo dire che il mio passaporto, oltre al nome maschile, mostra la foto di un uomo con capelli a spazzola e alone di barba stile Gambadilegno. Mentre io ero completamente enfemme, truccata e con i miei capelli belli fluenti.

Sulla prima tratta Malpensa Monaco c'è poco da dire: passata indenne la security (strano perché di solito mi perquisiscono), solo la hostess al gate ha dato un occhiata al mio passaporto senza dire nulla.

Arrivo a Francoforte: dovendo partire per un volo internazionale, il primo ostacolo è il controllo del passaporto da parte della polizia; il poliziotto guarda il dicumento, lo riguarda e mi dice (in buon inglese) "Ah, così una volta eri un uomo!”. "Eh si, una volta..." dico io. Poi visto che sta sempre lì a pensare aggiungo "Ma c'è qualche problema?" e lui come riprendendosi dallo shock "ok vada pure".

Poi, prima di arrivare al gate, ho dovuto superare un'intervista di sicurezza fatta da un'addetta della compagnia aerea, la quale mi chiede se trasporto materiali pericolosi, qualcosa per conto di qualcun altri etc etc... ovviamente controlla anche il passaporto. Al che le chiedo se, dato io mio aspetto femminile con documento e foto maschili, potrei avere problemi all'ingresso in USA.

Lei subito mi ha detto di no, ma per sicurezza mi ha portata a parlare col suo supervisore.
Intanto, chiacchierando mi ha chiesto da quanto vivevo così e perché non avevo un passaporto femminile. Io ho risposto che ero proprio all'inizio del percorso (unica risposta plausibile) e che in Italia ci vogliono anni per cambiare il documento.
Il supervisore si è un po' informato su di me; gli ho spiegato che sono seguita da uno psicologo e quello che faccio è importante per il mio benessere psico-fisico ed alla fine ha concluso che non vedeva problemi. Comunque per sicurezza mi ha invitato a parlare con un agente dell'immigrazione USA, distaccato all'aeroporto.

Quindi giunta al cospetto di questo agente USA (per la cronaca un bellissimo uomo dalla pelle color mogano), lui mi ha chiesto se ero stata nei paesi bannati da zio Donald, cosa andavo a fare in USA etc etc.. Ma alla fine io gli ho detto "senta, ma io vorrei solo sapere se i suoi colleghi a Houston mi faranno problemi per il fatto che sul passaporto si vede un uomo ed io sono diversa"
E lui "no, perché lei comunque è la stessa persona indicata dal passaporto. Non c'è problema"
Io "Mi suggerisce di togliere il make up e cambiare il mio aspetto?"
Lui guardandomi negli occhi mi ha dato la risposta da incorniciare: "No, per favore, non lo faccia!".
Grazie ! Gli ho stretto la mano.

Con questo incoraggiamento sono andata al gate e la hostess mi ha salutata con un beneaugurante "buon volo miss P***!" (col mio cognome). Bello essere una miss!

Anche a bordo, tanto per cambiare, mi sono dovuta dichiarare. Lo steward che controllava i passeggeri mi vede e mi fa "oh oh... ma in questo posto dovrebbe esserci un mr. Roberto".
Ed io "si, sono io, ma preferirei essere chiamata Roberta". "Ah Roberta !!! Certo, va bene, Roberta !!"; così se n'è andato soddisfatto lasciandomi alle 11 ore di volo.

Purtroppo, come temevo, i problemi si sono verificati al controllo dell'immigrazione a Miami. Il poliziotto ha girato e rigirato il passaporto ed ha concluso che io non assomigliavo per niente all'uomo raffigurato nel documento quindi non poteva lasciarmi passare.
Ahi ahi ah, ho pensato, adesso arrivano i guai. Quindi ritiratomi il passaporto, un altro agente mi ha scortata in uno stanzone con altri "sospetti", in attesa di esaminare il mio caso.
A quel punto mi sentivo come in quelle serie tv sui controlli di frontiera, ed ho iniziato a temere seriamente di essere rimpatriata col primo volo, o forse pure peggio.
Alla fine un poliziotto mi ha chiamata, mi ha fatto tirare fuori tutti i documenti che avevo (carta d'identità, patente, mancava solo la tessera del bus) e per fortuna si è convinto che ero proprio io ed ha messo l'ambito timbro sul passaporto. Ero libera. Ma che spavento !

La prova successiva era il noleggio dell'auto, veramente indispensabile per muoversi a Miami. Anche qui era perfettamente evidente da tutti i documenti che ero ufficialmente un maschio; la ragazza molto professionalmente ha fatto finta di nulla ed alla fine mi ha fatto i complimenti per la cascata di bracciali che portavo; io ho ricambiato con i complimenti per le sue unghie lunghissime e super decorate. Simpatica!

Ultimo step, dopo una ventina di miglia di highway e con le energie che cominciavano a venir meno il check in in hotel. Solito film: la ragazza, molto gentile non ha potuto fare a meno di controllare la prenotazione a nome di Roberto. Stavolta, visto che il programma era di passare quattro notti in quella struttura, ho preso la situazione in mano e le ho detto "si, sono io, sono transgender, e se non è un problema gradirei essere appellata al femminile". Risposta "certo che non è un problema, anzi lo scrivo sulla sua scheda così anche i miei colleghi sapranno come comportarsi" . Grazie.

La sensazione rimaasta alla fine di questa lunga giornata è lo stress e la frustrazione (che a tratti ha sfiorato l’umiliazione nell’ultimo episodio all’aeroporto) di dover sempre fare i conti con documenti che non ci rappresentano, quasi a doversi sempre giustificare di esistere e di essere quello che si è. In questo sono vicina alle sorelle in transizione che vivono questa esperienza tutti i giorni, fino all'agognato cambio dei documenti.

Nonostante tutto però, ho so di aver lottato per affermare la mia libertà di essere me stessa e devo dire che sono stata sempre serena, realizzata e consapevole di me; ben più serena di quanto lo sarei stata nei comodi panni maschili, anche se mi avrebbero fatto passare senza nessuna discussione attraverso tutti i vari momenti di controllo.

Ora posso dire che lo rifarei, anzi lo rifarò sicuramente.
In conclusione cosa altro dire, pensando ad amiche che vogliano viaggiare enfemme? Tutto è possibile, ma non basta metterci la faccia, bisogna veramente metterci tutta se stessa con grande convinzione. Ed essere pronte a lottare e discutere per farsi valere; tra l'altro tenete presente che tutti i dialoghi che ho descritto sono avvenuti in inglese , che è uno strumento veramente necessario per affrontare situazioni critiche all'estero. Infine la lezione che porto a casa è che il documento ci deve rappresentare, almeno nella foto (per quanto riguarda il nome è tutta un’altra storia). Se non è possibile farsi un passaporto con foto femminile, almeno dovrebbe essere abbastanza androgina, non troppo dissimile né dalla versione maschile, né da quella femminile. Se questo non è possibile, direi che viaggiare fuori dalla zona Shenghen è sconsigliabile.

Un abbraccio grande, aspetto i vostri commenti.

Roberta

PS : se avete avuto la forza e la pazienza di leggere questo lungo racconto, vi invito ad andare a vedere anche un po' di foto ricordo di questo viaggio che ho pubblicato nel topic : viewtopic.php?f=36&t=6129" onclick="window.open(this.href);return false;
Ultima modifica di Roby il giovedì 10 ottobre 2019, 10:06, modificato 1 volta in totale.
La Roby

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Re: Il mio viaggio negli USA

Messaggio da monicaleggings »

Bellissimo, un'esperienza che ti cambia la vita. Purtroppo le foto non riesco ancora a vederle, ma le vedrò prima o poi.
Una perfetta scusa per imparare ad amarci, sta nel guardare il passato con entusiasmo del futuro.
Lascia la porta aperta a tutti i viaggiatori, perché i percorsi giusti vanno percorsi insieme.
Una perfecta excusa. Modena City Rambler

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Monica Poli
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Re: Il mio viaggio negli USA

Messaggio da Monica Poli »

Premetto che sei stata grande, anzi grandissima.
Come ho già scritto, molte volte ho fantasticato di compiere i miei viaggi di lavoro en femme, ma non ci sono mai arrivato a realizzare queste fantasie. Soprattutto viaggiando negli USA (sempre a New York per quanto mi riguarda) già le complicazioni che vedevo all’immigration in situazioni normali, mi bastavano e avanzavano per farmi desistere da qualsiasi ulteriore complicazione.
Ripeto, ti invidio benevolmente perché tu l’hai reso possibile e l’hai fatto.
Onestamente, mi domando però se fosse davvero così necessario correre tutti questi rischi e sfidare gli eventi come tu hai fatto, a meno che tu non abbia realmente avviato un percorso di transizione (se fosse così allora è diverso).
Affermare un diritto ad apparire ciò che ci si sta apprestando ad essere è diverso dall’affermare il diritto di apparire ciò che non si è e non si sarà mai.
Nel primo caso i vari ostacoli incontrati nel viaggio possono essere visti come un pegno da pagare per - appunto - affermare questo diritto (e nel caso peggiore si potrebbero sempre esibire documentazioni mediche comprovanti il percorso di transizione). Nel secondo caso è solo un rischio fine a sé stesso che potrebbe anche finire malissimo perché non è sostenuto da nulla di reale.
Non conoscendo la tua reale situazione, posso limitarmi solo a queste considerazioni.
Un bacio,
Claudio
La femminilizzazione è la mia vacanza dall'essere uomo.

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Re: Il mio viaggio negli USA

Messaggio da LellaB »

Seguendo quanto dice Claudio, il tuo desiderio di essere donna deve essere fortissimo...!!!
Ma poi ai colleghi "miricani" ti sei presentata ancora nei panni femminili?
Devo dire, anche essendo stata recentemente negli States, che, una volta superato il problema formale, gli americani sono molto tolleranti. Mi è capitato di vedere ragazzi vestiti al maschile, ma con le unghie laccate i capelli acconciati e scarpe basse da donna e nessuno se ne curava così come nessuno si curava dei gay e delle lesbiche un po' eccentriche, nessuna occhiata, nessun girarsi indietro a guardare, insomma come qui da noi... : Chessygrin :
Ultima modifica di LellaB il giovedì 10 ottobre 2019, 9:39, modificato 1 volta in totale.
Antonella : Nar :

E' facile essere una femmina, bastano un paio di tacchi a spillo e abiti succinti. Ma per essere DONNA ti devi vestire il cervello di carattere, personalità e coraggio (Anna Magnani)

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Re: Il mio viaggio negli USA

Messaggio da Andy »

Grazie roby che hai voluto raccontare a noi questa tua esperienza e stata una grande forza di volontà , leggendo il tuo viaggio con la mente ho cercato di mettermi nei tuoi panni !!!! Grazie a te cara amica mi sento un po' più forte !!! In fondo non facciamo nulla di male vogliamo solo stare meglio con noi stesse
Un grosso abbraccio andy!!!!

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MARINA65

Re: Il mio viaggio negli USA

Messaggio da MARINA65 »

Come sai personalmente non sono mai stata troppo d'accordo su questi tentativi specialmente verso paesi dove la Polizia non e' molto ben disposta , bon per te' che e' andato tutto liscio anche grazie al fatto che tu' parli piu' Slang Americano degli Americani veri ma molte nelle tue stesse condizioni sarebbero state semplicemente reimbarcate sul primo volo per l'Europa e diciamo pure che ti e' andata bene . Per il resto e' chiaro che almeno la foto deve corrispondere non dico al 100% ma a un buon 80/90 % a quello che siamo e cmq volendo alla frontiera potrebbero farti lo stesso storie , mi ricordo che nei primi anni 90 che ero in transizione e giravo en femme una volta uno delle FFOO mi fece 2 scatole tante sul discorso che la foto non corrispondeva e a nulla valeva il foglio rilasciato dal Tribunale che mi autorizzava alla transizione ed eravamo in Italia , li come cultura il Policeman standard non e' che sia molto piu' evoluto del fresco delle FFOO Nostrane del 1993 .......

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Re: Il mio viaggio negli USA

Messaggio da Sofya »

[quote="Monica Poli"]Premetto che sei stata grande, anzi grandissima.

Affermare un diritto ad apparire ciò che ci si sta apprestando ad essere .....
/quote]

Condivido quanto riportato sopra.

sicuramente affrontare tali " difficoltà rischi e stress" non possono essere frutto se non di una fortissima necessità di affermare pubblicamentr chi oggi è Roberta .

Quando si parla di transizione non trovo che per forza di cose questa debba essere medicalizzata o certificata .

Nell tuo caso stà avvenendo dolcemente ... E forse un po' rallentata dAl peso delle responsabilità dalle quali non ti sottrai egoisticamente.

Concordo con quanto consigliato da Federica ... Forse è il momento di rifare i tuoi documenti con foto più attuali che sicuramente ti ritraggono quasi alla pari di quanto potresti essere viaggiando enfemme evitandoti probabilmente un po' di scocciature.

Buon rientro : Love :

Sofya
«Devi imparare ad amare le novità, anche nelle persone: quando cambiano, devi amare quel che diventano» (cit. Brendan Jay Sullivan). ❤️

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Re: Il mio viaggio negli USA

Messaggio da Roby »

Monica Poli ha scritto:Onestamente, mi domando però se fosse davvero così necessario correre tutti questi rischi e sfidare gli eventi come tu hai fatto, a meno che tu non abbia realmente avviato un percorso di transizione (se fosse così allora è diverso).
non sono in un percorso di transizione medicalizzata però ho già fatto degli interventi irreversibili sul mio corpo verso la de-mascolinizzazione. Quello che faccio, lo faccio sulla spinta dal mio profondo desiderio di appartenere al genere femminile (si dice disforia?). Sono un po' al di là del crossdressing ludico.
LellaB ha scritto: Ma poi ai colleghi "miricani" ti sei presentata ancora nei panni femminili?
Ho praticato quello che io chiamo “reverse CrossDressing” (CD alla rovescia). Cioè il mio stato base è al femminile con cui mi sposto, frequento l’albergo, passo il tempo libero. Per andare a lavoro mi travesto al maschile, sgattaiolando dall’uscita posteriore senza farmi notare troppo, o a volte trasformandomi da F a M in auto fuori dall’albergo. Dipende dalla logistica. Percorso inverso al rientro il pomeriggio.
Federica ha scritto:per quanto riguarda i documenti pensavo ad una cosa, perché non li rifai con foto nuove di te come sei oggi, struccata magari. In questa maniera nessuno potrà dire che non sei quella della foto
Il mio passaporto ha ancora cinque anni di validità, ma in effetti la mia immagine ormai è cambiata e anche senza trucco non somiglio più a quel tipo che ero 5 anni fa. Quindi si, credo proprio che presto dovrò fare un documento nuovo con una foto del mio aspetto attuale, androgino senza trucco, che mi supporti nelle versioni maschile (si fa per dire) e femminile.

Il problema che in Italia non puoi rifare documenti a tuo piacimento prima della scadenza. O dici che te li hanno rubati (vuol dire dichiarare il falso in un atto pubblico) o che si sono deteriorati (magari li devi deteriorare di proposito).
Baci
Roberta

PS : grazie Sofya, il tuo commento è molto puntuale ed è arrivato mentre stavo rispondendo alle altre amiche. In pratica abbiamo scritto in contemporanea le stesse cose
La Roby

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Eva

Re: Il mio viaggio negli USA

Messaggio da Eva »

Chapeau. Come ti ho già scritto su whatsapp, stavolta non hai spostato un paletto più in la ma un’intera foresta.
Come diceva qualcuno tempo fa: NO LIMITS!!!

Peccato solo che al ritorno il tuo passaporto sia finito nella lavatrice... che peccato!! : Wink :

Frida

Re: Il mio viaggio negli USA

Messaggio da Frida »

Adoro il tuo racconto, le foto sono bellissime : Love :
Monica Poli ha scritto: Affermare un diritto ad apparire ciò che ci si sta apprestando ad essere è diverso dall’affermare il diritto di apparire ciò che non si è e non si sarà mai.
La questione è aperta al dibattito politico, c'è la possibilità politica che il "desiderio di essere" sia prevalente sull'essere; in futuro l'identità sarà un mero fatto biometrico e non rappresentativo.

Direi che vale sempre la pena di lottare per quello che si desidera, affrontando situazioni critiche.

Viaggiare en-femme in Eu occidentale e in Canada non comporta alcun rischio. Avendo già fatto il giro del mondo parecchie volte, per me viaggiare resta una seccatura, qualunque possa essere il mio aspetto.

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