più che scarpe, un racconto...

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Michela
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Re: più che scarpe, un racconto...

Messaggio da Michela »

Hai saputo condividere una bella esperienza personale che ti ha vista molto coraggiosa nel riuscire a fare shopping in abiti maschili per giunta in un negozio vicino a dove lavori con il timore di poter incontrare magari qualche collega.
Sono esperienze che solo noi abituate spesso a nasconderci possiamo capirne ed apprezzarne in pieno il significato.
Inoltre complimenti anche per il coraggio di immortalarti in foto anche questo testimonianza di un momento in cui ti sentivi sicura di te incurante di chi potesse entrare nel negozio o di notarti dalla vetrina.

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fatabarbara
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Re: più che scarpe, un racconto...

Messaggio da fatabarbara »

brava e "brave"! ti invidio...
sarebbe interessante, non so se esiste, fare un elenco di questi negozi friendly, hai visto mai che per caso ci si trovi in zona...si saprebbe dove andare : Thumbup :
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bisogna nascere uomini, per apprezzare il piacere di essere donna

Sabrinasexy69
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Re: più che scarpe, un racconto...

Messaggio da Sabrinasexy69 »

Frida ha scritto:
maxima ha scritto: In quel momento mi attraversava una sensazione piacevolissima di benessere e tranquillità. Perché non riuscirei a fare così ogni volta che voglio? Sarebbe così bello fare acquisti senza essere pervase dalla paura di cosa potrebbero pensare gli altri...
Nella tua domanda si concentra un aspetto importante del crossdressing. la tua risposta dimostra, come tu non abbia nessun timore del giudizio altrui e lo hai dimostrato ancora una volta, forse la mascherina ti ha un po' aiutata a nascondere la tua identità, ma resta il fatto che ti sei sentita tranquilla per aver realizzato un tuo desiderio senza che qualcuno ci mettesse becco, anzi hai cercato la "complicità" della commessa, sfidando il giudizio degli astanti.

La domanda allora è chi sono questi altri "intrusi" che potrebbero pensare male di te?

Il tuo racconto non ha niente di straordinario, lo dici anche tu, eppure nella sua ordinarietà ha un valore immenso per te nonostante la tua grande esperienza. Tutto ciò a me sembra diverso dal piacere sovrasensuale di cui si parla in molti post, non credo che la situazione fosse particolarmente eccitante, cioè la sensazione piacevolissima di benessere e tranquillità non è derivata dal vestito o dalle scarpe nuove, in parte, ma dall'autodimostrazione di aver pouto fare una cosa solo perchè ne avevi avuto voglia, almeno così mi è sembrato.

Ormai siamo tutti consapevoli che là fuori non ci aspettano con i forconi, allora mi chiedo dov'è il problema, il gudizio di chi temiamo?

Si dice che l'abito non fa il Monaco, ma invece l'abito conta.
Vorrei poter dire che io sono quello che sono e lo impongo sempre al mondo, ma mentirei a me stessa.

Io, come la gran parte degli essere umani, sono un compromesso tra il mio io profondo e la societa' in cui sono cresciuta; sono quello che la mia famiglia vede in me, sono quello che i miei amici apprezzano, sono quello che i miei colleghi rispettano, sono la mia immagine nel mondo.
Se sono stata abbastanza onesta e anche un po' fortunata il mio io e' a suo agio con l'educazione sociale ricevuta, la mia famiglia conosce un buon 85% del mio vero io, i miei amici pure e i miei colleghi vedono l'espressione professionale calata nel ruolo che ricopro ma tutto sommato una onesta trasposizione del mi modo di essere.
Poi in me c'e' un 15% che ho isolato, nascosto e amorevolmente segretamente curato e cresciuto. Questo 15% farebbe inutilmente preoccupare i miei cari, stupirebbe senza ragione i miei amici e forse ne allontanerebbe qualcuno che evidentemente non mi meritava, ma tutto sommato oggi ci sto bene lo stesso; Questo 15% distruggerebbe totalmente la mia attuale immagine professionale e conseguentemente la mia credibilita'.

Se gli dessi spazio sarei io al 100%? non ne sono sicura. Se gli dessi spazio molti dei miei io che sono per me importanti e reali e sono parte di me sarebbero totalmente modificati. Mi troverei a dover ricostruire da zero tutta la mia persona. Alla fine sarebbe una persona migliore? non ne sarei tanto sicura.
Sarei un altra io, una io che esprime questo 15% ma ha perso le altre se stessa che la componevano e che erano altrettanto oneste e reali.

Se dici una mezza verita' non hai detto una bugia.

Uscendo e provando a fare piccole cose strane come ha fatto Maxima si impara presto che non bisogna avere paura di chi non ci conosce, loro non hanno una immagine di noi, se gli altri non ti conoscono, non hanno una immagine di te e quindi puoi presentargli l' Io che preferisci.

Gli altri di cui ho paura sono quelli che hanno una immagine di me, quelli che conoscono un mio Io e a cui per varie ragioni personali non intendo mostrare quel 15% perche' non voglio distruggere quel pezzo di me che loro conoscono.

Sabri

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Re: più che scarpe, un racconto...

Messaggio da Ephimera »

Maxima,
mi associo ai complimenti per la bella esperienza e alle splendido racconto che ci hai regalato.
Averlo fatto vicino al posto di lavoro poi .... e senza adrenalina ma, addirittura "tranquillamente", mamma mia !!
Ragazza mia, cerchi il brivido della scoperta (di te, dagli altri ...) ??
Un abbraccio.
Eliana.

PS: bei capi, tutti.

Magari (in MP) sarebbe interessante, per le concittadine, conoscere l'ubicazione del negozietto ..... Che ne dici ??
Giuro che ti lascerò qualche cosa, non comprerò tutto. Parola di ex scout.
Ultima modifica di Ephimera il venerdì 26 giugno 2020, 23:47, modificato 1 volta in totale.

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Re: più che scarpe, un racconto...

Messaggio da Ephimera »

Sabri,

Condivido al 100% il tuo pensiero, quasi come se lo avessi scritto personalmente.

A presto per una prossima serata milanese.

Un abbraccio.

Eliana.

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Re: più che scarpe, un racconto...

Messaggio da Ephimera »

Frida,
condivido anche il tuo pensiero.
I nostri mostri li alimentiamo... dall'interno.
Certo che proprio vicino all'ufficio, quello no davvero.
Direi un bell'effetto "Kamikaze" ..........
Un abbraccio.
A presto dalle tue parti.
Eliana.

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Re: più che scarpe, un racconto...

Messaggio da virgolette »

maxima ha scritto:in quel momento mi attraversava una sensazione piacevolissima di benessere e tranquillità. Perché non riuscirei a fare così ogni volta che voglio? Sarebbe così bello fare acquisti senza essere pervase dalla paura di cosa potrebbero pensare gli altri...
Maxima
Benvenuta, vedi che ce la potevi fare ?
Per tutte le altre la domanda è una sola: cosa minchia aspettate ? Di essere vecchie ed impresentabili ed aver perso quindi tutto il tempo di cui disponevate ?

Io esco quando ne sento il desiderio e/o il bisogno e degli alri me ne frego, la vita è MIA ed è BREVE.

I mostri che abbiamo in noi ce li hanno messi gli altri
Dell'effetto kamikaze non mi curo. Se ho voglia/bisogno di vestirmi come mi piace, lo faccio dovunque, a casa mia come al lavoro come nel negozio di alimentari del mio paese. Problemi ? di sicuro non miei.

Baci a tutti.
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Re: più che scarpe, un racconto...

Messaggio da MartyCd »

cosa hai comprato?

le scarpe sono bellissime preferisco più quelle con i brillantini, anche il vestito stupendo.

Un bacio
Martina : Queen :
androgino - sono una delle fondatrici del sito - i love shopping

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maxima
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Re: più che scarpe, un racconto...

Messaggio da maxima »

MartyCd ha scritto:cosa hai comprato?

le scarpe sono bellissime preferisco più quelle con i brillantini, anche il vestito stupendo.

Un bacio
Martina : Queen :
Grazie Marty! be', alla fine - come ho scritto - ho acquistato l'outfit che ho mostrato in foto: sandali brillantinati (che peraltro sto indossando in questo istante mentre sono al lavoro nel mio spazio privato!) e vestito longuette nero smanicato. Come detto non credo mai che lo indosserò, ma mi è piaciuto talmente tanto fare acquisti senza preoccupazioni che mi è sembrato giusto comprarlo.

Comunque il racconto può continuare.
Per un verso con un risvolto non proprio positivo (dipende dai punti di vista!) e per un altro con una ulteriore vicenda da raccontare.

Partiamo dal "fattaccio". Stupidamente - e non so per quale strana dimenticanza!- non ho cancellato le foto che vi ho mostrato dal mio telefono... Destino vuole che alla sera, mia moglie, ha sbirciato nel mio smartphone a mia insaputa ed ha notato quegli scatti.
Fino al giorno dopo mi ha tenuto i musi senza spiegarmi ikl motivo, dicendo che lo avrei dovuto immaginare. fatto sta che la mattina dopo, a seguito delle mie richieste di chiarimento, mi ha detto quanto accaduto accusandomi di mentirle!! In un certo senso potrebbe anche avere ragione; non è che le abbia mentito, diciamo che non le ho detto di questa mia breve esperienza di acquisti di capi femminili. premetto che lei scoprì alcuni anni fa questa mia passione: io ho sempre provato a rassicurarla (forse ci sono riuscito), ma a lei questa "cosa" non è mai andata giù del tutto. Forte di questa sua avversione mi sono giustificato dicendo che non le ho detto di aver fatto quelle foto perché già immaginavo la sua reazione. Benché non ci sarebbe nulla da temere. naturalmente per lei il termine "normale" non comprende per nulla il fatto che un uomo ami vestirsi da donna.
Fortunatamente la questione si è risolta nel giro di un giorno e il nostro rapporto è continuato splendidamente come prima. Diciamo che si è trattato di una piccola forma di outing casuale...

Comunque convinta di non fare nulla di male, la settimana scorsa sono voluta tornare in quel negozio (ephimera, poi in mp ti dirò dove...) per riprovare altri capi ed altre calzature.
Anche questa volta mi sono preparata (rapidamente) smaltandomi le unghie e, entrando in negozio, mi sono fatta riconoscere è ho chiesto alla commessa se mi avesse procurato i Jeans che mi aveva promesso alcuni giorni prima.
la signora tira fuori da uno scaffale un bel paio di jeans skinny, ancora incelofanati, taglia 46, e me li porge affinché li provi. Così faccio: entro nell'ormai abituale camerino, sfilo i miei abiti maschili e indosso quel paio di jeans elasticizzati. Chiedo anche di poterli provare insieme ad un paio di scarpe più consone e così la signora mi porge un bellissimo sandalo con il tacco spesso. Sportivo al punto giusto da "sposarsi" molto bene con i jeans. Purtroppo non ho scattato nessuna foto.
Comunque la cosa mi piaceva; mi piaceva da matti aver instaurato un rapporto di tale complicità con la signora del negozio. E così mi sono lanciata e ho chiesto di provare anche un abito, ormai noncurante di chi potesse entrare nel negozio.
Ecco qualche foto delle mie prove. Questa volta, però, sono uscita senza aver fatto nessun acquisto.
Maxima
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Re: più che scarpe, un racconto...

Messaggio da maxima »

Sento la necessità di continuare il racconto...

Questa mattina, infatti, complice un po' di tempo rimasto prima di recarmi al lavoro, sono riuscita a dare una snbirciatina in un grande magazzino "cinese" che si trova lungo la strada che percorro ogni giorno, Avevo le idee chiare: volevo trovare un corsetto da pochi euro come quello che già avevo, ma di una taglia più piccola. Nel dettaglio si tratta di uno stringivita in tessuto, dotato di zip frontale e nove piccole stecche in metallo. Direi piuttosto economico; sei o sette euro. Già alcuni mesi fa ne acquistai due, ma nel tempo si sono un po' usurati e inoltre erano di una taglia maggiore.
Mentre sono lì dò un'occhiata ai nu-brà e decido di acquistarne uno che fosse provvisto anche di spalline e laccio in silicone trasparente. Questa esigenza nasce dal fatto che con il caldo, una volta posizionato e messo in tensione (tirando verso il centro le due coppe) il nu-bra si stacca dopo pochi minuti, cedendo in prossimità delle ascelle. Ho trovato anche quello e così mi sono lasciata andare ad un altro paio di acquisti: un pantaloncino elasticizzato stringivita (molto efficace) e un reggiseno sportivo della taglia giusta.
Mi ero promessa che uno di questi giorni li avrei indossati per andare a fare acquisti nell'ormai "mio" negozio.
A pranzo, complice il fatto che avevo terminato i miei lavori con qualche minuto di anticipo e consapevole del fatto che non sarei stato disturbato in studio dai colleghi (tutti fuori), ho provato queste "corsetterie" vedendo la mia silohutte mutare da maschile a (quasi) femminile!
Già che c'ero ho sostituito le mie berrmuda maschili con un paiuoo più corte (e femminili) che tengo da parte per quando fa particolarmente caldo.
Così vestito e "attrezzato" vado al mio solito bar per pranzare e lì, decido, che sarei andato a fare altri acquisti.
mentre mi recavo al negozio, decido di provare a guardare - con la stessa tranquillità - in un altro negozio di abbigliamento cinese che è poco distante da quello in cui ho già fatto acquisti.
Bene: entro per la prima volta in questo (per me) nuovo negozio dicendo che "avrei dato un'occhiata".
"non c'è roba per uomo", mi dice la tizia alla cassa. "Lo so" rispondo io "grazie". E così inizio il mio tour in questo "nuovo" negozio".
Mi cade l'occhio su una serie di jeans elasticizzati e dopo qualche minuto sono raggiunto dalla signora che si offre di aiutarmi. Allora le dico che stavo cercando un paio di jeans a vita alta. Me ne mostra alcuni paia. Ma nessuno rispondeva ai miei gusti: stavo cercando un paio di jeans che avessero più bottoni al di sopra della cintura. Prontamente - e inaspettatamente - la signora tira fuori dall'appenderia i jeans che avevo in mente. "che taglia le serve?" mi chiede la signora. E aggiunge: "sono per il suo amore?" (riferendosi ad una possibile fidanzata/moglie).
"No, sono per me!" rispondo prontamente e fieramente io! Senza mostrare troppo stupore la signora mi dice che dovrebbero comunque andarmi bene perchè sono elasticizzati. per cercare di concludere la vendita (e forse pensando di risultare gentile...) aggiunge: "non sei grassa, ti stanno sicuramente" e aggiunge che qualche giorno prima li aveva comprati una signora che era più grassa di me...
Comunque li provo e con mio grande stupore, mi vanno. Esco fiera dal camerino indossando i jeans e - ormai senza freni - chiedo se avesse una camicetta o qualcosa di simile da abbinare ai pantaloni. E così mi guida in giro per il negozio a mostrarmi camice e bluse di ogni foggia e tipo nella speranza che potessi acquistare qualcosa. ne provo tre o quattro. Nessuna di queste mi soddisfa e nel dubbio esco dal camerino così vestita incrociando un'altra cliente che curiosava nel negozio.
Decido così di provare qualche vestito; fra una prova e l'altra esco dal camerino e chiedo alla signora (che in quel momento era lontana da me) se me ne mostrasse alcuni. In realtà non mi ero rivolta alla signora, bensì ad un'altra cliente che mi fa notare che anche lei stava guardando e che non era del negozio.
Scambio qualche parola anche con lei e finalmente avanzo la mia richiesta alla negoziante che mi guida nuovamente alla scoperta di altri vestiti.
E alla fine ne provo due o tre, che vi mostrerò...
Ecco intanto i jeans...
Maxima
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