Il gioco infinito

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AnnaSettantatre
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Il gioco infinito

Messaggio da AnnaSettantatre »

"Papà, ma tu come fai a non giocare mai?"

Non ricordo la risposta che ricevetti né quanti anni avessi al momento in cui posi la domanda, ma il ricordo di me mentre chiedo incredulo a mio padre come facesse a fare a meno di giocare è uno di quei frammenti d'infanzia che a volte riemergono dal passato a ricordarci che siamo stati bambini.

Il gioco era allora una necessità fisica al pari di mangiare, bere, dormire, a volte più importante di ciascuna di queste cose.

Non riuscivo a capire come si potesse vivere senza giocare, mi pareva impossibile.

E mi torna in mente oggi, mentre chiudo la zip del vestito rosso davanti allo specchio e mi guardo estasiata passando i palmi aperti delle mani sui fianchi.

Neanche adesso riesco a fare a meno di giocare.

Forse, non ho mai smesso.

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E, sì...ho un paio di scarpe nuove.
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Re: Il gioco infinito

Messaggio da AnnaSettantatre »

"Ma perché quando giochiamo vuoi sempre fare la donna?"

Altro frammento d'infanzia che riemerge dal passato, ennesima scheggia di uno specchio che riflette la medesima immagine, solo in momenti diversi.

Non ricordo cosa risposi, ma non credo fosse importante.

Da piccoli si giocava ai film che si vedevano in televisione, o al cinema.

Le volte che c'era un personaggio femminile, la parte toccava a me.

Non era un obbligo, ero io a chiedere e ogni tanto mi chiedevano perchè.

La verità è che non lo sapevo nemmeno io: mi piaceva e basta, non credevo ci fosse qualcosa di male anche se cominciavo intuire che c'era qualcosa di diverso.

Non rividi mai più quei bambini, non so che fine abbiano fatto.

Immagino che abbiano fatto le vite che volevano fare, glielo auguro di cuore.

Come ho fatto io.

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Camicetta color senape gentilmente offerta dalla moglie, che dice non le garba il colore.
Da non credere: a me sta benissimo.
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Re: Il gioco infinito

Messaggio da LellaB »

: WohoW : ma... scarpe nuove! Regalo di Natale? Anch'io voglio scarpe nuove!!!

Uh, mi viene in mente mio papà che era sempre serissimo, non scherzava mai, eravamo noi figli a fare battute sceme alle quali ridevamo tutti quanti, ma mio padre, buonanima, tranne che in quei momenti restava serissimo, assorbito nei suoi problemi, nel far quadrare i magri bilanci di una famiglia monoreddito.

Dal mio canto sono stata molto assente perché il lavoro mi portava spesso fuori casa, e quando tornavo riuscivo raramente a lasciare i problemi in garage. Ho giocato troppo poco, sia da sola che coi miei figli, e mi spiace, probabilmente non ho dato loro quanto gli spettava di diritto: un padre in ascolto, partecipe della loro vita, presente, parlante... sono più presente adesso che il lavoro è solo più un bel ricordo.

Ora, ogni tanto, gioco da sola anch'io come fai tu... bello il vestito rosso, mi piace veramente un sacco e, manco a dirlo, ti sta d'incanto...
Antonella : Nar :

E' facile essere una femmina, bastano un paio di tacchi a spillo e abiti succinti. Ma per essere DONNA ti devi vestire il cervello di carattere, personalità e coraggio (Anna Magnani)

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Re: Il gioco infinito

Messaggio da momy »

sei sempre molto bella e molto donna... complimenti ... esprimi tanta tanta femminilità... buon gioco e continua a giocare tu che puoi

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AnnaSettantatre
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Re: Il gioco infinito

Messaggio da AnnaSettantatre »

C'era alle elementari un bambino con quale giocavo spesso, si chiamava Paolo.

Andavo a trovarlo a casa sua dove trascorrevamo i pomeriggi in una mansarda che era stata adibita a stanza dei giochi. Lui aveva un'imponente collezione di soldatini Atlantic, quelli piccoli piccoli, e giocavamo per ore a farli manovrare, marciare, trincerare, combattere.

Era molto divertente giocare coi soldatini, anche se qualche volta i discorsi dall'ambito militaresco via via sfumavano verso argomenti più frivoli, e finivamo col giocare coi giochi di sua sorella: uno in particolare aveva a che fare con la moda, e forse c'entrava Barbie, non ricordo bene.

Un giorno mi raccontò che la sorella lo aveva vestito da donna per gioco, e la cosa sembrava essergli piaciuta perché indugiava sui particolari del vestito -da damina se ben rammento- e sul fatto che la sorella gli aveva messo pure il rossetto.

"Anche il rossetto?" chiedevo io meravigliato "Sì, anche il rossetto" rispondeva lui tutto contento.

Mi promise che un giorno avremmo combinato per vestire anche me, da damina.

Non accadde mai, ma me lo ricordo ancora.

Nel frattempo, ho provveduto da me.

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Altro paio di scarpe nuove...ammettiamolo: non ho il minimo ritegno.
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Re: Il gioco infinito

Messaggio da AnnaSettantatre »

A un certo punto, non ricordo quando né perché, mia madre mi mandò a giocare con le bambine.

Non credo che questo avesse a che fare coi miei comportamenti, anche se non posso averne la certezza, quanto piuttosto con una certa scarsità di compagni di gioco nello stesso palazzo dove abitavamo.

Le bambine erano tre e abitavano se ben ricordo all'ottavo e al nono piano della nostra stessa scala, dove noi abitavamo al quarto.

Due erano sorelle, erano bambine di famiglie più agiate della nostra e non escludo che mia madre mi ci abbia mandato per tenere buoni rapporti con le famiglie medesime.

Le bambine facevano giochi da bambine, e fin lì la cosa non mi dispiaceva affatto, ma i giochi contemplavano l'uso delle bambole, in particolare delle barbie.

Con le barbie mettevano in scena situazioni ispirate alla vita reale, probabilmente delle loro mamme, e così si giocava allo shopping, alla festa, al pranzo o alla cena.

Non mi interessavano granché come giochi, e inoltre io avevo un grave handicap: non avevo una barbie e nemmeno il suo equivalente maschile, Ken.

Per questo motivo durò assai poco, e presto tornai a giocare in cortile coi maschi, cosa che in fondo non mi dispiaceva del tutto.

Ma l'idea di vestire e svestire la bambola mi era rimasta, e il gioco continuò.

Solo che ora la bambola sono io.

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E com'e' bello giocare ad abbinare top, gonne, calze, scarpe, colori, profumi, sensazioni, momenti...sogni.
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Re: Il gioco infinito

Messaggio da Jessica60 »

Ciao Anna e complimenti.....belle le tue mosse......

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Re: Il gioco infinito

Messaggio da Jessica60 »

....volevo dire mises......no mosse....

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Re: Il gioco infinito

Messaggio da Jessica60 »

......maledetto correttore.....

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Re: Il gioco infinito

Messaggio da AnnaSettantatre »

"Le bambine possono mettersi tante cose belle, come vorrei essere una bambina!"

Avrà avuto circa quattro anni quando gli ho sentito pronunciare queste parole.

Un bambino sveglio, a cui piace giocare, ridere, parlare.

Un bambino normale insomma, senza problemi evidenti, innanzitutto un bambino che come tutti i bambini dice quel che pensa, senza pensare troppo a quel che dice.

Aveva ragione: le bambine possono indossare tante cose belle, e lui no.

Sul perché le cose vadano così lascio che siano i suoi genitori a spiegarglielo, semmai.

Certo, viene da pensare.

Anche se questo bambino non si vestirà mai da bambina, anche se da grande non si vestirà mai da donna né gliene verrà l'idea, se non sarà lui ce ne saranno altri che lo faranno.

Magari di nascosto, senza dirlo a nessuno, perché il papà e la mamma gli avranno spiegato che non si deve fare, o magari ci avranno pensato i compagni di scuola a farglielo capire a forza di prese in giro, di molestie, di insulti, a volte di botte che non si deve fare o almeno non si deve dire.

E nel pensarci mi torna in mente la mia storia, i frammenti dello specchio che riflettono ognuno un momento diverso dello stesso racconto.

Penso che poteva andar peggio, che non mi posso lamentare, certo.

Ma penso anche che questo è un gioco che non finisce mai, perché lo giocano in tanti e sempre nuovi ne arrivano.

Che forse non è neppure un gioco, anche se mi piace pensare che lo sia.

Perché è affascinante, attraente, proibito, spaventoso eppure delizioso, pericoloso a tratti ma non se ne può fare a meno a lungo.

E, soprattutto, perché non finisce mai.

Un gioco.

Infinito.

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Grazie, per avermi letto fin qui.
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