È la seconda volta che usi il termine ammalando, e questo per un osservatore esterno significa che la perdita di controllo di questa passione ti spaventa e forse ti sta già danneggiando.
Una presunta malattia avrebbe bisogno di un supporto psicologico. Beninteso per malattia non intendo il nostro bisogno (come sosterrebbe certa "brava gente"), ma piuttosto il fatto che per un motivo o per l'altro, e per taluni con più forza di altri, ci espone, ci ossessiona, ci deconcentra da altre attività, talvolta vitali. Ma poi perché farsi normalizzare? Magari basta solo limitarsi ed organizzarsi.
Sta capitando anche a me, presa dall'euforia della prima uscita, del primo assaggio di libertà. Doveva essere l'ultima fino a settembre, per non trovarmi in un coming out involontario causa pelame assente. Ma dopo l'euforia eccomi a pensarci tutto il giorno, a pensare di rifarlo ad aprile, sognando di indossare i vari outfit che posso mettere in campo, e sognare di organizzarmi per il raduno annuale di maggio a Bologna. Poi sbatto il muso sulle cose che ho da fare, sulla situazione generale, e capisco che per il bene mio (e di tutti), ed anche per coltivare al meglio questa passione, dovrò rimandare a settembre, e nel frattempo risolvere tante cose, senza però, come mio solito, farmi impelagare in altre...
Ecco, visto che tu sei un autonomo, come mi par di capire, forse la cosa ti deconcentra troppo dalla tua attività. Puoi provare un contingentamento degli orari ed un contenimento dei desideri e degli eventi, senza rinunciare (visto che hai questa fortuna) a qualche uscita con le "altre gatte romane", ma poi tornando alla tua vita di sempre. IMHO apprezzerai di più i momenti che avrai per la tua parte femminile, ed abbatterai ogni senso di colpa, come succede ogni volta che si trova un nuovo (non necessariamente definitivo) equilibrio. D'altra parte hai già la fortuna di essere capito da alcuni familiari, insomma di passi avanti ne hai fatti tanti