amiche e collega di lavoro
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amiche e collega di lavoro
ho letto diverse testimonianze dei vostri coming out, così vi racconto il mio.
La prima persona a "sapere", ovviamente dopo mia moglie, è stata una mia amica.
Una sera, in un periodo buio, ho deciso di parlare con qualcuno. Ho sempre pensato che quello che facevo non andava bene, e che qualcosa in me non andava. Così mentre ero solo a guardare la tv ho scritto ad una mia amica, più giovane ma molto matura. Le ho raccontato tutto e per tutta risposta lei mi ha detto che non ero il primo che conosceva e che per lei non c'era niente di sbagliato.
E' stata anche la prima e l'unica persona ha vedermi en femme al 100%, mi ha aiutato diverse volte nel trucco e a farmi le foto. Tutt'ora ci sentiamo, e le chiedo consigli su abbinamenti e acquisti.
La seconda persona con qui mi sono confidato, è un'altra amica (testimone di nozze di mia moglie) con qui, su consiglio di mia moglie, ho provato a parlare per cercare risposte. Non mi ha visto en femme a parte le scarpe, però sinceramente non si è molto esposta.
Su consiglio di questa amica, sono andato anche da una psicologa. Ho fatto parecchie sedute da solo per capire quello che ero e cosa volevo. Le successive sono andato con mia moglie per confrontarci insieme sulle nostre e sue paure verso la mia "caratteristica" come l'ha definita la psicologa. Devo dire che mi ci sono servite parecchio, sia a me che a mia moglie.
La terza, e ultima, persona che per il momento mi sono confidato è una mia "collega" di lavoro. Più che collega, è una dei soci della cooperativa in cui lavoro, quindi un mio capo, però essendo quasi coetanei abbiamo un rapporto quasi fratello/sorella. Con lei un giorno, un pò ubriachi, abbiamo parlato e le ho fatto vedere delle mie foto. Poi un pò alla volta le ho confidato tutto ed è venuta anche a casa mia a cena, e li mi ha visto con un leggero trucco, leggings e tacchi alti. Parliamo spesso di cosa prendere, sopratutto lei mi chiede consiglio. Dovevamo organizzarsi per un giorno dall'estetista per trucco e unghie e poi una sessione fotografica. Purtroppo è saltato tutto causa lavoro e famiglia. Ma non demordo.
Questa è la mia piccola, anzi piccolissima, testimonianza. Spero apprezziate
La prima persona a "sapere", ovviamente dopo mia moglie, è stata una mia amica.
Una sera, in un periodo buio, ho deciso di parlare con qualcuno. Ho sempre pensato che quello che facevo non andava bene, e che qualcosa in me non andava. Così mentre ero solo a guardare la tv ho scritto ad una mia amica, più giovane ma molto matura. Le ho raccontato tutto e per tutta risposta lei mi ha detto che non ero il primo che conosceva e che per lei non c'era niente di sbagliato.
E' stata anche la prima e l'unica persona ha vedermi en femme al 100%, mi ha aiutato diverse volte nel trucco e a farmi le foto. Tutt'ora ci sentiamo, e le chiedo consigli su abbinamenti e acquisti.
La seconda persona con qui mi sono confidato, è un'altra amica (testimone di nozze di mia moglie) con qui, su consiglio di mia moglie, ho provato a parlare per cercare risposte. Non mi ha visto en femme a parte le scarpe, però sinceramente non si è molto esposta.
Su consiglio di questa amica, sono andato anche da una psicologa. Ho fatto parecchie sedute da solo per capire quello che ero e cosa volevo. Le successive sono andato con mia moglie per confrontarci insieme sulle nostre e sue paure verso la mia "caratteristica" come l'ha definita la psicologa. Devo dire che mi ci sono servite parecchio, sia a me che a mia moglie.
La terza, e ultima, persona che per il momento mi sono confidato è una mia "collega" di lavoro. Più che collega, è una dei soci della cooperativa in cui lavoro, quindi un mio capo, però essendo quasi coetanei abbiamo un rapporto quasi fratello/sorella. Con lei un giorno, un pò ubriachi, abbiamo parlato e le ho fatto vedere delle mie foto. Poi un pò alla volta le ho confidato tutto ed è venuta anche a casa mia a cena, e li mi ha visto con un leggero trucco, leggings e tacchi alti. Parliamo spesso di cosa prendere, sopratutto lei mi chiede consiglio. Dovevamo organizzarsi per un giorno dall'estetista per trucco e unghie e poi una sessione fotografica. Purtroppo è saltato tutto causa lavoro e famiglia. Ma non demordo.
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Una perfetta scusa per imparare ad amarci, sta nel guardare il passato con entusiasmo del futuro.
Lascia la porta aperta a tutti i viaggiatori, perché i percorsi giusti vanno percorsi insieme.
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Re: amiche e collega di lavoro
Certo che apprezziamo, la correttezza e sincerità con la moglie/compagna al primo posto.
Poi esperienza piccola o grande, non importa, dipende da dove si è arrivate nel percorso di crescita personale
Cristina
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Cristina
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Re: amiche e collega di lavoro
Grazie per aver condiviso la tua esperienza... Non ci sono grandi o piccole testimonianze, perché
non è una gara. Ciascuna ha il proprio personalissimo percorso, ugualmente importante.
Veronica
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Re: amiche e collega di lavoro
Quando penso a chi sa di me penso mi sento meno sola e piu libera.
Serena
"Poichè non sappiamo quando moriremo, si è portati a credere che la vita sia un pozzo inesauribile; però tutto accade solo un certo numero di volte, un numero minimo di volte. Quante volte vi ricorderete di un certo pomeriggio della vostra infanzia, un pomeriggio che è così profondamente parte di voi che senza neanche riuscireste a concepire la vostra vita - forse altre quattro o cinque volte, forse nemmeno. Quante altre volte guarderete levarsi la luna - forse venti - eppure tutto sembra senza limite."
cit. da " Il tè nel deserto "
... L'ora miracolosa che almeno una volta tocca a ciascuno. Per questa eventualità vaga, che pareva farsi sempre più incerta col tempo, uomini fatti consumavano lassù la migliore parte della vita.
cit. da " Il deserto dei Tartari " ( Dino Buzzati )
"Poichè non sappiamo quando moriremo, si è portati a credere che la vita sia un pozzo inesauribile; però tutto accade solo un certo numero di volte, un numero minimo di volte. Quante volte vi ricorderete di un certo pomeriggio della vostra infanzia, un pomeriggio che è così profondamente parte di voi che senza neanche riuscireste a concepire la vostra vita - forse altre quattro o cinque volte, forse nemmeno. Quante altre volte guarderete levarsi la luna - forse venti - eppure tutto sembra senza limite."
cit. da " Il tè nel deserto "
... L'ora miracolosa che almeno una volta tocca a ciascuno. Per questa eventualità vaga, che pareva farsi sempre più incerta col tempo, uomini fatti consumavano lassù la migliore parte della vita.
cit. da " Il deserto dei Tartari " ( Dino Buzzati )
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Re: amiche e collega di lavoro
A mia moglie ho raccontato tutto praticamente subito, qualche mese dopo esserci fidanzati, mi sembrava corretto. Mi ricordo che eravamo distesi a letto e quando gliel'ho detto avevo il cuore che batteva a mille. Lei era distesa a fianco a me con la testa sul mio petto. Ha notato subito i battiti del cuore super accelerati e ha capito che per me era una cosa importante, ma allo stesso tempo difficile da dire.CristinaV ha scritto: la correttezza e sincerità con la moglie/compagna al primo posto.
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Re: amiche e collega di lavoro
Monica complimenti per il tuo coraggio a confidarti anche con altre persone.
noemipink
e troppo bello vestirsi da donna kiss
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- monicaleggings
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Re: amiche e collega di lavoro
Non ho avuto ancora il coraggio di uscire in pubblico…noemipink ha scritto:Monica complimenti per il tuo coraggio a confidarti anche con altre persone.
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Re: amiche e collega di lavoro
Perché non è una questione di coraggio, ma di urgenza, o di giocosa incoscienza, a seconda dei casi.monicaleggings ha scritto: Non ho avuto ancora il coraggio di uscire in pubblico…
E nulla è detto a priori. Per esempio si potrebbe sentire questa urgenza pur non volendo vivere in un corpo femminile (è il mio caso), come invece sarebbe per chi ha una disforia di genere, e magari da sempre si è sentit* appartenere al genere opposto. Lo si fa quando scatta una molla che vuol dire al mondo "io esisto anche così". Poi ciascuno capisce se vuole vivere sempre così o vivere solo periodi o episodi, per soddisfare questo bisogno.
Uscire non è certo obbligatorio, anzi il non farlo mette al riparo da avventatezze. Essere completamente soli in questo è un altro discorso, si può per esempio trovare persone affini con le quali fare un "club delle amiche", non necessariamente andando per locali, ma neanche finendo in un letto. Tanti anni fa mi ricordo che intravidi un gruppo (mi pare "le amiche di Asley"), che facevano proprio questo, un ritrovo tranquillo e cadenzato, in luogo privato, al solo fine di vivere in maniera non sessuale questa seconda natura. Un thè ed un salotto, insomma.
Questa è un'immagine bellissima, da incorniciare. Confesso che mi bagna gli occhi... non solo perché sono single da troppo e questi sono lontanissimi ricordi, ma perché, al di là dell'argomento di questo forum, conta avere accanto una persona che capisce cosa è importante per l'altra ed ascolta.monicaleggings ha scritto: A mia moglie ho raccontato tutto praticamente subito, qualche mese dopo esserci fidanzati, mi sembrava corretto. Mi ricordo che eravamo distesi a letto e quando gliel'ho detto avevo il cuore che batteva a mille. Lei era distesa a fianco a me con la testa sul mio petto. Ha notato subito i battiti del cuore super accelerati e ha capito che per me era una cosa importante, ma allo stesso tempo difficile da dire.
~ N o v e l l a ~