Oltre il ponte...

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Véro
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Oltre il ponte...

Messaggio da Véro »

Perché scrivo questo post non lo so proprio: è sorto nella mia mente lentamente, mentre leggevo altri threads e scrivevo altri posts. E, proponendovelo, non cerco risposte e non credo ci saranno molti commenti: forse è solo un quieto sfogo, una tranquilla riflessione su ciò che è stato, su ciò che ha contribuito a rendere interessante la mia vita ...
Comunque tutto fa riferimento ad una canzone di più di 50 anni fa, canzone di cui vi riporto il refrain:

"Avevamo vent'anni ed oltre il ponte
oltre il ponte che è in mano nemica
vedevam l'altra riva, la vita,
tutto il bene del mondo oltre il ponte...

Tutto il male avevamo di fronte
tutto il bene avevamo nel cuore...
a vent'anni la vita è oltre il ponte
oltre il fuoco comincia l'amore."

(Cantacronache 1959; testo di Italo Calvino, musica di Sergio Liberovici)

Ecco, quando scivo di esperienze lontane nel tempo e ripenso quindi agli anni del liceo e ai miei rapporti di allora e successivi, reali o presunti, con le donne... mi tornano invariabilmente in testa le parole di questa canzone dei Cantacronache. La canzone, in effetti, si riferiva alla guerra partigiana, ma, mutatis mutandis, sembrava scritta per la mia "guerra" con le donne: erano "tutto il bene del mondo", ma stavano "oltre il ponte" che, oltretutto, si trovava nelle loro mani. Mani nemiche perché sconosciute!

Dicono che dopo il '68 uomini e donne si siano "parlati", abbiano instaurato una sorta di coesistenza pacifica... Sarà, ma il '68 è arrivato troppo tardi per me e sto ancora cercando di varcare il ponte sotto il fuoco nemico.

Io credo che una delle componenti fondamentali del mio travestitismo trovi in ciò la sua matrice: non essendo riuscita ad attraversare il ponte, la mia curiosità, lungi dall'estinguersi, si è mantenuta negli anni: cosa c'è oltre il ponte? Com' è la vita promessa e come sono le tenutarie di quella vita? E soprattutto: come posso averne un'idea se non non ho mai avuto la possibilità, né mai l'avrò, di attraversare il ponte? Forse attraversandolo... "in incognito"?
Purtroppo, non sono più così sicura che travestirsi consenta di raggiungere il risultato, di attraversarlo, cioé, come un fantasma che va, non visto, a controllare e ritorna poi per elaborare, in tutta tranquillità, quanto registrato... In origine ragionavo così: i vestiti dipendono dalle necessità, che siano fisiche o fisiologiche, ma la loro foggia dipende direttamente da quello che si è, da quello che si sente e da quello che si desidera essere; quindi, se non posso essere donna, posso almeno percepire cosa le donne sentono e pensano di sé attraverso il loro modo di vestire... Ora, di fronte ai modesti risultati del progetto (e a un post di Cinzia!), ho capito l'errore nel ragionamento: fossi stata un'ottentottA o una mohicanA, avrei potuto, con questo sotterfugio, cercare di capire le donne europee, perché avrei avuto in comune un denominatore: la femminilità... Ma sono solo un uomo.

Ho combattuto duramente per attraversare il ponte e qualche metro l'ho conquistato; ma non credo di avere più il tempo di raggiungerne l'altro capo. E forse neppure più il reale interesse. Ora mi limito a giocare, a divertirmi... Ma, amiche mie, non parlatemi di "femminilità" finché non siete riuscite ad attraversarlo completamente e... di persona!

Baci
Véronique
Utente dimessasi il 13/7/2018

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Re: Oltre il ponte...

Messaggio da Ale_lei »

Anch'io spesso mi chiedo come sarebbe il mio rapporto con l'altro sesso se avessi attraversato il ponte. Intuire se no possedere l'essenza della femminilità attraverso a) molteplici esperienze b) singole esperienze portate a un maggior livello di profondità. Mi dico spesso che, non sentendomi in grado di attraversare il ponte, cerco la via della simulazione, cercando di esprimere e far percepire la mia percezione dell'essenza femminile con risultati decisamente grotteschi. Ciononostante proseguo nella mia ricerca al di qua del ponte.
In altri momenti rifletto se esiste davvero un ponte oppure è una costruzione della mia mente per giustificare la mia paura ad accettare me stesso come individuo e l'altro come individuo uguale a me con propri desideri, paure e modi di esprimersi. In fondo il ponte presuppone un'ostacolo, una barriera che forse forse ho alzato io, che ognuno di noi alza quotidianamente per mille motivi diversi, ma che nella realtà non esiste

Luisa

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AnnaSettantatre
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Re: Oltre il ponte...

Messaggio da AnnaSettantatre »

"Se descrivi le cento parti di un cavallo, non hai un cavallo. Se hai un cavallo, non perdi tempo a descriverne le cento parti".

Questa massima dal sapore orientale, che ricordo da un libro letto tanti anni fa[1], descrive bene la nostra situazione.

Chi si arrovella in modo ossessivo attorno a un concetto e prova a spiegarlo, descriverlo, codificarlo, e' perche' quel concetto non lo possiede, non lo conosce, non lo vive.

Cara Vèro, Cinzia nel post a cui ti riferisci ha detto una grande verita' e, forse in modo inconsapevole, ha scomodato il nostro elefante nella stanza[2]: per quanto noi ci possiamo provare, per quanto tempo ci dedichiamo, per quanta abilita' possiamo acquisire, rispetto a chi e' donna da sempre saremo solo delle imitazioni: "non c'e' storia" (cit.)

Cinzia ha ragione: io non potro' mai essere una donna nella stessa misura in cui lei non potra' mai essere un uomo, perche' entrambe non sono cose che si imparano ma sono cose che si vivono. Ci ho messo una vita per diventare un uomo e il processo non e' ancora finito, come sperare di diventare una donna con un'ora di trucco?

Posso sforzarmi di essere un travestito dall'aspetto gradevole, posso spendermi per cercare di dare dignita' e riconoscimento a una pratica denigrata e misconosciuta, ma resto pur sempre un uomo vestito da donna, perche' e' cosi' che stanno le cose.

Il ponte a cui fai riferimento esiste, cara Vèro, ma non e' fatto per essere attraversato.

Come tutti i ponti e' li' per unire, non per dividere.

E allora forse l'unica cosa che abbia davvero senso fare e' portarsi nel mezzo, e aspettare che qualcuno dall'altra parte faccia lo stesso. Incontrarsi, guardarsi negli occhi, magari abbracciarsi, per scoprire che un modo possibile per star bene e' proprio questo.

Stare con qualcuno che, come noi, abbia voluto fare almeno un passo, nella nostra direzione.




[1]: "Il primo libro di Li Po", Vittorio Saltini, 1981

Dal medesimo libro:
"C'era un artigiano cosi' abile a lavorare la giada che sapeva produrre una foglia in modo tanto realistico che mischiata in mezzo a quelle vere non la si distingueva, e per farlo ci metteva un anno. Lao Tzu vide, e commento': se Cielo e Terra, che danno vita alle diecimila creature, ci mettessero un anno a fabbricare una foglia, troppe foglie mancherebbero, a troppi alberi".
Anche questo mi ha fatto molto riflettere, sulla nostra condizione.


[2]: Metafora che sta ad indicare un argomento di cui tutti sono al corrente, ma di cui nessuno ha il coraggio di parlare.
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Re: Oltre il ponte...

Messaggio da ccinzia61 »

Vero, io credo che quel ponte tu lo abbia gia attraversato, hai una moglie da tantissimi anni, la conoscenza della persona che condivide la tua vita ti fa conoscere " l'altra meta' del mondo".
Ma attraversare il ponte non ti rende necessariamente parte del mondo del lato opposto!
Sono daccordo con Anna :un ponte si attraversa in entrambe le direzioni e serve ad unire due mondi diversi...ogni qual volta i due mondi diversi si toccano significa che il ponte e' stato attraversato...ognuno di noi ha un suo personale modo di raggiungere la sponda opposta, ci sono anche persone che pur avendo a disposizione un ponte preferiscono utilizzare un guado oppure arrivare a nuoto ... e secondo me non e' importante COME si arriva dalla riva opposta ma l'importante e' impegnarsi ed arrivare!!
Uomini e donne sono Davvero due mondi diversi, e romanticamente mi piace pensare che sia l'Amore che unisce questi due mondi, la Conoscenza che li rende piu accessibili e...la Perseveranza e l'intelligenza consentono che il ponte che li unisce sia sempre percorribile in entrambe le direzioni..... : Love :

Véro
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Re: Oltre il ponte...

Messaggio da Véro »

Amiche mie, grazie dei vostri pareri... che non perseguivo ma che mi sono stati estremamente utili ciascuno per un aspetto diverso.
Comincerò dall'ultimo, perché mi aspettavo l'obiezione. Cinzia, come spesso ti accade (quasi sempre, ultimamente) sei lucidissima:
ccinzia61 ha scritto:Vero, io credo che quel ponte tu lo abbia gia attraversato, hai una moglie da tantissimi anni, la conoscenza della persona che condivide la tua vita ti fa conoscere " l'altra meta' del mondo".
Ma attraversare il ponte non ti rende necessariamente parte del mondo del lato opposto!
Già, non è che non abbia attraversato il ponte, nel senso di non aver avuto contatti molteplici e prolungati con l'oggetto del desiderio, ma, se l'ho fatto, l'ho fatto a guado e di notte: non solo non sono entrato a far parte (e questo, in effetti, non doveva esser lecito nemmeno supporlo), ma non l'ho [u]capito[/u] quel mondo (o credo di non averlo capito). E questo resta il problema.

Anna. Giusto: noi non possiamo essere donne e tanto meno possiamo diventarlo vestendoci e truccandoci da donne (bellissimo il pensiero sul "divenire vivendo"!), ma questo lo sapevo già: la mia illusione è stata quella di poter superare il ponte "simulandomi" donna!
AnnaSettantatre ha scritto: Cinzia ha ragione: io non potro' mai essere una donna nella stessa misura in cui lei non potra' mai essere un uomo, perche' entrambe non sono cose che si imparano ma sono cose che si vivono. Ci ho messo una vita per diventare un uomo e il processo non e' ancora finito, come sperare di diventare una donna con un'ora di trucco?

Il ponte a cui fai riferimento esiste, cara Vèro, ma non e' fatto per essere attraversato.
Come tutti i ponti e' li' per unire, non per dividere.
E allora forse l'unica cosa che abbia davvero senso fare e' portarsi nel mezzo, e aspettare che qualcuno dall'altra parte faccia lo stesso. Incontrarsi, guardarsi negli occhi, magari abbracciarsi, per scoprire che un modo possibile per star bene e' proprio questo.
Ed è bella (e politicamente corretta! : Smile : ) anche l'idea di incontrarsi a mezza via... solo che questo non risolve il mio problema: io volevo "capire", non stipulare una tregua o una pace sui confini attuali! (Detto per inciso e riallacciandomi a quanto obiettato a Cinzia, in fondo la tregua l'ho stipulata: sono felicemente sposata da 38 anni e questo significa sicuramente qualcosa!)

E veniamo a Luisa... che ha messo il dito sulla piaga:
Ale_lei ha scritto: In altri momenti rifletto se esiste davvero un ponte oppure è una costruzione della mia mente per giustificare la mia paura ad accettare me stesso come individuo e l'altro come individuo uguale a me con propri desideri, paure e modi di esprimersi. In fondo il ponte presuppone un'ostacolo, una barriera che forse forse ho alzato io, che ognuno di noi alza quotidianamente per mille motivi diversi, ma che nella realtà non esiste
Anch'io mi sono sempre posta il quesito e la risposta è sì, siamo noi a creare la barriera, e no, la barriera realmente esiste perchè le regole dell'attraversamento sono nelle mani della controparte. Mi spiego (per quel che mi riguarda): io ho sempre percepito la diversità del mondo donna, ben separato dall'altro, e la difficoltà di accedere, no, che dico?, di avvicinarmi a quel pianeta per annusarlo, assaggiarlo, farmene un'idea reale; questo da quando ho dei ricordi utili. E allora? Allora (per lo meno ai tempi della mia formazione) questo non risultava possibile: c'erano degl'impedimenti che, almeno allora e almeno per quanto riguarda la mia esperienza, erano le donne a porre. Forse avrei potuto procedere in modo diverso, con altro spirito o tempi meno frenetici, ma io sono competitiva di natura e l'ostacolo ha scatenato in me l'"esigenza" di superarlo, l'esigenza di varcare il ponte direttamente e dopo aver vinto la pugna. Ma questa scelta è un ostacolo in sé, un ostacolo che mi sono auto-creata e che, coscientemente, non sono mai riuscita a rimuovere.

Ecco. Non volevo, quando ho scritto il post, aprire una discussione: volevo solo esporre un mio pensiero... ma vedo che discutere fa bene: chiarisce, come sempre, gli aspetti oscuri o insufficientemente analizzati. : Thumbup :
Grazie.
Baci
Véro
Utente dimessasi il 13/7/2018

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Re: Oltre il ponte...

Messaggio da ccinzia61 »

Aggiungo Vero una mia personale riflessione...
Con Le amiche CD che conosco, credo che questo ponte sia stato attraversato insieme, la mia reazione (ovviamente parlo x me quindi il tutto estremamente soggettivo) istintiva e` un annullamento delle normali difese che ergo quando interagisco con il ~mondo maschile~ ,riesco a considerarvi donne a tutti gli effetti, e quindi a relazionarmi al femminile anche se l`apparenza puo essere ancora parzialmente e visivamente maschile.

Io precedentemente ho scritto ~Ma attraversare il ponte non ti rende necessariamente parte del mondo del lato opposto! ~ nel senso che tu puoi non sentirti parte del lato opposto..ma il lato opposto puo accoglierti come facente parte anche se tu non ne sei parte.

Non so se riesco ad essere chiara, perche` questo pensiero in realta` e` confuso anche x me!!!
Voi in realta` quando siete enfemme e` COME se foste nella SPONDA OPPOSTA del fiume pur non appartenendo al mondo opposto.

E il fatto di essere ~al di qua del ponte~ fa in modo che ,chi appartiene alla ~sponda di approdo~ ,vi riesca a considerare di fatto COME le appartenenti al mondo di arrivo!!!!

E l`ho detto molte volte e` come se in voi coesistesse la parte ~buona~ di entrambi i mondi.... : Love :

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Re: Oltre il ponte...

Messaggio da AnnaSettantatre »

ccinzia61 ha scritto: ...
Con Le amiche CD che conosco, credo che questo ponte sia stato attraversato insieme, la mia reazione (ovviamente parlo x me quindi il tutto estremamente soggettivo) istintiva e` un annullamento delle normali difese che ergo quando interagisco con il ~mondo maschile~ ...
Forse questo capita perche' quelle difese non fanno parte della tua natura, ma hai dovuto tuo malgrado impararle e metterle in atto come forma di tutela nei confronti di te stessa, e volentieri te ne liberi non appena ne intuisci la possibilita'.

Mettersi en femme ha di questi effetti, io ad esempio noto che riesco ad esprimere molto meglio le emozioni che provo: posso commuovermi, abbracciare una persona, dirle che le voglio bene, superando tutte quelle barriere comportamentali che da maschio ho dovuto imparare a rispettare per essere come gli altri, per non dare nell'occhio.

Da un lato e' un po' triste, ne convengo, ma dall'altro meno male che c'e' questa maschera meravigliosa che ci consente, seppure una volta ogni tanto, di esprimerci per quello che siamo: non donne, non uomini, ma esseri umani.
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Re: Oltre il ponte...

Messaggio da Véro »

ccinzia61 ha scritto:Aggiungo Vero una mia personale riflessione...
Con Le amiche CD che conosco, credo che questo ponte sia stato attraversato insieme, la mia reazione (ovviamente parlo x me quindi il tutto estremamente soggettivo) istintiva e` un annullamento delle normali difese che ergo quando interagisco con il ~mondo maschile~ ,riesco a considerarvi donne a tutti gli effetti, e quindi a relazionarmi al femminile anche se l`apparenza puo essere ancora parzialmente e visivamente maschile.

Io precedentemente ho scritto ~Ma attraversare il ponte non ti rende necessariamente parte del mondo del lato opposto! ~ nel senso che tu puoi non sentirti parte del lato opposto..ma il lato opposto puo accoglierti come facente parte anche se tu non ne sei parte.

Non so se riesco ad essere chiara, perche` questo pensiero in realta` e` confuso anche x me!!!
Voi in realta` quando siete enfemme e` COME se foste nella SPONDA OPPOSTA del fiume pur non appartenendo al mondo opposto.

E il fatto di essere ~al di qua del ponte~ fa in modo che ,chi appartiene alla ~sponda di approdo~ ,vi riesca a considerare di fatto COME le appartenenti al mondo di arrivo!!!!

E l`ho detto molte volte e` come se in voi coesistesse la parte ~buona~ di entrambi i mondi.... : Love :

Ci sono due aspetti che mi hanno colpito... duramente, nel tuo post.
Il primo è l'esemplificazione di quello che io chiamo le "regole del passaggio" e il fatto che siano nelle mani della controparte: Tu ti apri quando decidi di farlo. Altrimenti, uno può bussare quanto vuole...
Il secondo è un'osservazione che ho sempre avuto ben chiara e che mi ha sempre lasciata attonita: la constatazione che le donne non hanno alcuna "gelosia" del loro sesso (e, di conseguenza, dei loro "abiti"). Possono mettersi a ridere vedendo una di noi en femme perché possono trovarci buffe, grottesche, ma non perché siano offese nel loro essere donne, nella loro femminilità: la risata è sempre allegra, mai acida! E allora è comprensibile l'accettazione dell'estraneo nella sponda opposta... sempre, però, che rispetti le regole di cui al primo punto (e questo mi sembra anche lecito chiederlo : Smile : )
Baci
Véro
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