Ale_lei ha scritto: Però fatico perché Luisa era il passpartout per entrare in mondo fantastico mentre Ale non lo è.
Hai proprio ragione, Luisa (scusami ma io continuerò a chiamarti in questo modo: ti "descrive" meglio ): Ale è il freddo prodotto di un ragionamento a tavolino, mentre Luisa è il luminoso parto della tua fantasia! E di fantasia abbiamo tutti bisogno (ti ricordi le parole de "La storia infinita"? ) per dare colore alla nostra esistenza anche nei giorni più bui.
A pensarci bene, lo straordinario senso di benessere provato a Polmone derivava proprio dal connubio di un luogo fatato e di un gruppo di persone che sorseggiavano senza remore dal calice della più sfrenata FANTASIA!
Luisa, non c'è dubbio, Luisa è la tua -LEI!
Baci
Véro
Grazie e condivido. Sono giorni che ci penso. Da quando Nanà ha aperto il suo post su identità e ruolo. Sono sempre più convinta che il mio crossdressing sia e debba restare un gioco. Un gioco che, se giocato all'aperto, richiede fantasia per pensare e cercare di appartenere, per la durata del gioco, a quella parte dell'universo che tanto mi affascina.
Vostra Luisa
Il mio nome maschile viene declinato anche al femminile: ed ho conosciuto una ragazza molto bella che lo porta.
Probabilmente questo nome la rappresenta e non avendo un problema di DIG, tutto funziona.
Invece io, che ho scelto a tavolino il mio nome su invito di altre amiche che mi esortavano a farlo, oggi sono viva come Linda, esisto come Linda per moltissime persone.
In parte ne ho bisogno, perchè altrimenti una parte di me "morirebbe": penso al fatto di far "sparire" Linda da forum o similia in rete.
Serve quindi per rapportarsi con il mondo, un mondo reale, anche se è una come un'altra "directory" di un stesso hard disk.
Non mi sento come Nanà, per tutta questa "doppiaggine": talvolta mi sento stanca ed affaticata dal gestire questa doppia vita, ma è il miglior compromesso che sono riuscita a realizzare, quello che mi dà il mio equilibrio.
Linda
LindaB ha scritto:
........ talvolta mi sento stanca ed affaticata dal gestire questa doppia vita, ma è il miglior compromesso che sono riuscita a realizzare, quello che mi dà il mio equilibrio.
Anche per me, alla fine, si è trattato di raggiungere un compromesso accettabile e realizzabile e farmene una ragione.
io ricordo molto chiaramente, ora, di quando cucivo gli abitini per le mie bambole ( maschili però) non potevo avere bambole femminili.
ricordo molto bene, che pur avendo i vestiti di base per i miei bamboli, preferivo fargliene io di nuovi.
in realtà oltre che inventare le storie per loro mi piaceva proprio cucire.
non che cucire sia una cosa scandalosa, ma lo facevo di nascosto a mio padre.
mia nonna mi insegnava, lei non vedeva in nessun modo anomalo il fatto che un bambino desiderasse cucire.
è probabile che certi stereotipi di ruolo si siano rinforzati con l' avvento della famiglia nucleare.
non facevo per loro solo i vestiti ma anche le casette, e mi piaceva arredarle, ricordo che in una misi anche la luce che si accendeva con l' interruttore.
Io ne ho persi molto di ricordi, interi pezzi di storia della mia vita sono cancellati.
ricordo che all' asilo avevo una amichetta, una bambina con la quale giocavo sempre.
ma non ricordo molto solo qualche piccolo frammento, come una vecchia fotografia in cui mancano delle parti, ma i colori sono quelli belli delle foto vecchie.
ho anche dei ricordi brutti che non dirò mai a nessuno, neanche alla mia psicologa.
è buffo perché saltano fuori da soli, senza che ti metti li a ricordare.
quando vogliono, sentono che sei pronta, allora si presentano come fantasmi educati che non volevano disturbare.
e si mostrano per quello che sono.
oggi sono morta. vorrei seppellire Nanà, se avessi un giardino forse lo farei davvero.
una fossa in cui mettere tutto ciò che la rappresenta.
spero di risorgere, non come fantasma, magari come idea.
sto molto male, voglio scendere da questo piatto che gira sempre sulla stessa cosa, ripetendo sempre la stessa nota.
mi sento sola, mi sento molto sola, fa buio , ho voglia di piangere.
...o forse di scappare via, senza sapere dove.
mi si stringe la gola.
forse starò meglio quando finirà la sera e inizierà la notte.