Cosa sono?

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Alyssa
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Re: Cosa sono?

Messaggio da Alyssa »

Monica Poli ha scritto:Alyssa,
Io mi son sempre sentito dire che era inutile cercare di capire, e che era meglio godersi questa cosa senza farsi domande.
Ed è un'ottima strategia anche questa, se funziona...
Ma, sai, questo è stato lo sfogo di un momento, come ce ne sono stati altri e altri ancora ce ne saranno.
Domani, forse, tornerò ad accettare questa follia e tornerò ad essere il giullare di corte, con o senza risposte in tasca...


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CristinaV
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Re: Cosa sono?

Messaggio da CristinaV »

Uno spunto di riflessione.

Spesso, sento dire frasi come:"Mi sento donna, sono una donna in un corpo di uomo" e via dicendo.
Queste affermazioni, si basano sui soliti stereotipi o convenzioni secondo cui una donna DEVE rispondere a certi
requisuti, mentre un uomo ad altri.
Sappiamo benissimo che quanto più questi canoni sono rigidi,quanto più perdono contatto con la realtà quotidiana delle
persone nel loro intimo.
Appunto, persone.
Per provare a capirci meglio, proviamo a scrollarci di dosso i preconcetti e immaginiamo di "non essere" un qualsivoglia
incasellamento della società, semplicemente PERSONE.
Il viversi in tale modo, se universalmente riconosciuto, abbatterebbe in toto ogni distinzione legata al sesso del soggetto,
lasciando libera espressione nei modi di vivere, abbigliarsi ecc.
Continuerebbero a piacere o meno gli stessi individui, ma la totale libertà nel raccontarsi od esprimersi risolverebbe molti
grandi problemi.
Quindi il dire "Mi sento donna" andrà tradotto in:"Il mio sentire è rispondente a come la società definisce una donna".
Non per questo dovranno piacere gli uomini.
E' una grandissima differenza.
Mantenendo gli incasellamenti, diviene quasi impossibile capirsi e tutte le nostre domande affonderanno nelle sabbie
mobili.
Non dovrebbe servire chiedersi chi sono, ma semplicemente partire da "sono una persona che si racconta".

Lo so, è un discorso contorto, ma non vuole essere una risposta ad Alyssa, bensì uno spunto su cui riflettere.

Cristina
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MARINA65

Re: Cosa sono?

Messaggio da MARINA65 »

Sarebbe da invertire la domanda ovvero "Cosa non sono ? " e per esclusione darsi una risposta .....

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LauraB
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Re: Cosa sono?

Messaggio da LauraB »

Chi sono, cosa sono.. io propenderei per il chi, ma non è importante..

Mi ritrovo molto nella risposta di Cristina, sarebbe bello poter essere più libere da condizionamenti...
Alyssa ha scritto:Io non mi sento una donna nel corpo di un uomo, piuttosto (citando una battuta sentita non so più dove) mi sento un uomo intrappolato nel corpo di un uomo... : Lol :
questa frase mi sembra in contrasto con
Alyssa ha scritto: L'altra sera, invece, ho visto una cameriera giovane, carina, la ragazza della porta accanto insomma, e mi sono sorpresa, dopo una semplice occhiata, a fantasticare di essere vestita come lei (anche se era solo in jeans e maglietta), di avere i suoi lineamenti, le sue proporzioni, e poi oltre: ero lei, in un pezzetto di normalissima vita quotidiana.
Mi infilavo quei jeans, prendevo le chiavi di casa, una rapida occhiata allo specchio e poi fuori di casa, in una mattinata di sole...
E mi sentivo bene.
La sola idea mi faceva sentire più leggera.
Altro passaggio:
Alyssa ha scritto: Questo mi rende meno uomo?
Se sì, ben venga, c@#?o!
I cosiddetti "veri uomini", violenti, maschilisti, machi, quelli che hanno bisogno di mettere la donna su un piano inferiore solo per reggere il confronto : Wink : , sono qualcosa che non mi rappresenta minimamente e sarei più che felice di sapere di essere qualcosa di diverso.
Forse manca un riferimento a una figura più "umana" di "uomo" con cui confrontarsi e provare ad assomigliargli. Potrebbe essere un will turner tipo pirati dei caraibi, una specie di julio Iglesias, lascio a te cercare altri tipi.. il concetto è questo..si puo essere senza dubbio dei veri uomini quando si è prima di tutto delle persone integerrime.
Laura Bianchi

Frida

Re: Cosa sono?

Messaggio da Frida »

Alyssa ha scritto: Chi, o meglio, cosa sono?
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Véro
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Re: Cosa sono?

Messaggio da Véro »

CristinaV ha scritto:Uno spunto di riflessione.

Non dovrebbe servire chiedersi chi sono, ma semplicemente partire da "sono una persona che si racconta".

Giusto. Sono d'accordo.
Ma resta uno spunto di riflessione, appunto, non una soluzione ai problemi di Alyssa e più in generale di noi tutte: e infatti tu stessa usi il condizionale "dovrebbe" !
Diro' di più: questo condizionale tradisce il raggiungimento di una condizione di equilibrio che solo l'età, con le connesse esperienze ed elaborazioni, o interessanti soluzioni logiche come quelle proposte da Monica consentono di raggiungere; mentre Alyssa, ancor giovane e battagliera, è tuttora alle prese con IL QUESITO: perché io?
E allora aggiungo materia (per altro topic, s'intende : Smile : ) al tuo spunto di riflessione: lo stato di malessere che pervade lo sfogo di Alyssa - ma che ciascuna di noi conosce o ha conosciuto bene - deriva dalla più o meno chiara consapevolezza di infrangere le "regole"; le regole possono essere buone o cattive, condivise o respinte, ma non sono fine a se stesse (tanto che si continua, in un modo o nell'altro, ad invocarne... "di nuove" !): sono un tentativo di porre ordine nel guazzabuglio della vita, individuale e/o sociale, e la loro violazione non è quindi mai senza conseguenze: prima tra tutte lo stato di malessere, appunto.
D'altra parte, noi non possiamo fare a meno di infrangerle, con una motivazione o con l'altra... : Sad :
Esiste una soluzione al problema?
...O no?
Baci
Véro
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Alyssa
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Re: Cosa sono?

Messaggio da Alyssa »

Véro ha scritto:Alyssa, ancor giovane e battagliera, è tuttora alle prese con IL QUESITO: perché io?
Giovane non più tanto, ma il problema per me è prima di tutto riuscire ad inquadrare questa "cosa", questo desiderio.
A volte me la racconto un modo, e per un po' va tutto bene, ma poi qualcosa non mi convince e penso di aver sbagliato tutto.
E mi ritrovo punto e a capo.
LauraB ha scritto: Forse manca un riferimento a una figura più "umana" di "uomo" con cui confrontarsi e provare ad assomigliargli.
Forse hai ragione, Laura, tu ormai hai capito quale direzione prendere e per farlo hai dovuto raggiungere una certa consapevolezza su cosa sei e come allineare il tuo aspetto esteriore al tuo essere interiore.
Come ho già detto riferendomi ad altre nella tua situazione, ti (vi) ammiro: a dispetto di tutto, hai intrapreso un percorso.
Io rimango nell'indecisione, in un limbo un cui tutto rimane fumoso, piena di contraddizioni: una situazione che per lo più mi sta bene (troppa paura di sbagliare), ma a volte non mi basta, vorrei di più.
Frida ha scritto:
Alyssa ha scritto: Chi, o meglio, cosa sono?
una strapowergnocca! : Love :
Da te, Frida, mi aspettavo una delle tue analisi supertecniche, e invece... mi hai strappato un sorriso. Grazie : Smile : (ma la strapowergnocca sei tu, cara)

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Frida

Re: Cosa sono?

Messaggio da Frida »

Sono felice di averti strappato un bel sorriso. Non stavo scherzando.

Analisi supertecniche non ne ho, le tue riflessioni esistenziali evocano il pensiero che "l'uomo è condannato ad essere libero", come sosteneva J.P.Sartre. Spesso siamo obbligati, assurdamente, "a progettare le nostre scelte senza sapere chi siamo". Nell'insensatezza dei propri desideri veniamo ad essere "una passione inutile".

Per conto mio ci vuole molto più coraggio a vivere nell'insensatezza delle proprie "passioni inutili" che vivere nell'illusione di averne trovata una utile.

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Monica Poli
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Re: Cosa sono?

Messaggio da Monica Poli »

Come molti/e di voi sanno, ho speso gran parte della mia vita a cercare di scoprire quale fosse per me il senso di "questa cosa".
Sono arrivato a comprendere molto dei meccanismi che la provocano e delle sue peculiarità. So cosa capita nel mio cervello quando vedo cose femminili, quali impulsi si scatenano. So che amo travestirmi non perché abbia una donna interiore che vuole emergere, non perché possieda un "lato femminile", ma in quanto uomo e proprio in virtù di ciò.
Ignoro però del tutto la ragione per la quale io sia così e la maggioranza degli uomini invece no.
C'è però, per quanto mi riguarda, uno spiraglio, che deriva proprio da una profonda auto analisi riguardo a come mi sento quando sono "en femme".
Ricordo che i miei primi approcci risalgono all'età di quattro o cinque anni.
Erano i primi anni '60, in un ambiente operaio/contadino di provincia. La cultura era quella che era (cioè inesistente) e la mia educazione era basata sulla rigida separazione tra femmine e maschi, e ovviamente tra i loro rispettivi ruoli.
Io dovevo "dimostrarmi uomo" anche con quattro anni, e quindi non dovevo mai piangere (ché piangere era da femminucce), non dovevo manifestare debolezze, sensibilità, tenerezze.
Mi trovavo quindi stritolato tra due sentimenti contrapposti: da un lato l'esigenza di non deludere chi mi educava, dall'altro il bisogno di esprimere il "me stesso" che era l'esatto opposto di ciò che si pretendeva che fossi.
Mi rendevo conto che ciò che mi era precluso era invece accettato come normale dalle bambine, che potevano piangere, essere sensibili e dimostrare affetti. E potevano "accedere" a tutte quelle frivolezze che rendevano la vita piacevole e che io non mi sognavo nemmeno di toccare.
Sin da piccolo io sono sempre stato convinto del mio genere, non ho mai pensato di essere qualcosa di diverso da un maschio. Non desideravo essere una femmina ma invidiavo la loro possibilità di accedere al frivolo, la loro libertà di esprimere sentimenti, di manifestare debolezze.
Io credo (credo, eh!), ad un certo punto della mia vita, di aver individuato nel travestimento il modo di salvare capra e cavoli.
Travestendomi mi allontanavo dall'uomo che si voleva che fossi ed accedevo al mondo in cui si potevano fare le cose che mi erano precluse.
Oggi sono un uomo che vive responsabilmente la propria vita, che cerca di svolgere al meglio il proprio lavoro, che sente sulle proprie spalle il peso del proprio ruolo nella famiglia e nella società. Un peso a volte gravoso, che non contempla cedimenti o tentennamenti, ché le sfide per riuscire a vivere e "sbarcare il lunario" sono serie e impegnative.
Per fortuna che c'è Monica, e quando lei arriva Claudio se ne va in un luogo sconosciuto, portandosi appresso tutto il fardello che lo appesantisce.
Monica il fardello non ce l'ha. È sempre sorridente e gioiosa perchè leggera, spensierata, libera di esprimere i suoi sentimenti che sono ritenuti femminili ma che in realtà solo solo umani. Quei sentimenti cui Claudio sono stati sottratti da piccolo, e che quindi non possiede più.
La femminilizzazione è la mia vacanza dall'essere uomo.

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Re: Cosa sono?

Messaggio da Ale_lei »

Se è vero che siamo esseri destinati all'infinito perchè confinarci in un modello unico che per altro ci viene imposto come ha scritto Claudio?
Se invece non siamo infiniti allora godiamo di quanto ci fa star bene che presto tutto finirà.

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