Cosa sono?

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Ephimera
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Re: Cosa sono?

Messaggio da Ephimera »

Quando scritto da Claudio/Monica rispecchia appieno la mia storia e, probabilmente, anche quella di molte altri/e qui presenti.
L'eta anagrafica, i retaggi e l'ambiente culturale ci hanno condizionato plasmandoci in quel che siamo.
Oggi, in aiuto alle nostre "sofferenze" abbiamo la fortuna di poter beneficiare delle aperture culturali moderne che ci permettono l'accesso a quel mondo "parafemminile" che ci solleva lo spirito consentendoci di goderne alcuni fra gli aspetti positivi e ludici.
Quei momenti che mi permettono di apprezzare gli effetti "Ephimeri" della mia "femminilità part time" venendo a compromessi con l'immagine riflessa nella specchio. Sono momenti, nei quali, ho la possibilità di risciacquare il cervello dai problemi del quotidiano concedendomi la gioia della serenità.
Un saluto.
Eliana.

Frida

Re: Cosa sono?

Messaggio da Frida »

Tutte riflessioni molto belle che condivido volentieri.

Francamente penso di non essermi mai posta la domanda forse perchè ho affrontato il tema più da un punto di vista pratico che teorico. Intendo che ci sono aspetti immutabili del mio temperamento e che ci sono aspetti del mio carattere che si sono sviluppati in base alle caratteristiche ambientali. Praticamente io non posso cambiare il mio temperamento poichè rispecchia in qualche modo una base "psico-biologica" della mia personalità e che con ogni buona probabilità ha un'origine ereditaria. Ritengo che i tratti del carattere invece possono essere diversi da persona a persona poichè non sono ereditabili e si formano con l'esperienza.

Per come ho capito la tesi ambientalista a me sembra che non basti da sola a spiegare la complessità della mia personalità. Posso comprendere che per sopravvivere abbia potuto arrangiarmi dal punto di vista emotivo mettendo in atto strategie scissorie. Tuttavia l'ambiente in cui sono cresciuta ha influenzato il mio carattere ma non il mio temperamento che è costituito da quelle caratteristiche della mia personalità che erano evidenti già dall’infanzia e che restano stabili per tutto il corso della vita.

Non sono neanche convinta che la tesi innatista possa bastare a farmi comprendere cosa sono. Piuttosto sono convinta (in teoria) che la mia personalità (che per me definisce cosa sono) è il risultato tra l'interazione del mio temperamento con il mio carattere (il che mi basta a spiegare perchè io e non altri).

Celeste

Re: Cosa sono?

Messaggio da Celeste »

Mi piacciono molto tutti gli interventi, volevo solo aggiungere una cosa; oltre ad interazione tra ambiente, corredo genetico e libero arbitrio è possibile anche un'altro fattore. Per chi come me crede nella reincarnazione, le abitudini sviluppate in altre vite hanno influenza anche in questa. È un'ulteriore elemento possibile, per chi ci crede ovviamente.

Véro
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Re: Cosa sono?

Messaggio da Véro »

Frida ha scritto:Piuttosto sono convinta (in teoria) che la mia personalità (che per me definisce cosa sono) è il risultato tra l'interazione del mio temperamento con il mio carattere (il che mi basta a spiegare perchè io e non altri).
Ecco, cara Frida, su questo non sono d'accordo. O non capisco la tua concatenazione logica.
E' chiaro che la personalità di ciascuno, il "com'è", è il risultato di un insieme di fattori, biologici, ambientali, storici (storia personale, esperienze varie), etc., ma tutto cio' - ossia la personalità che ne deriva ! - spiega il "come" ciascuno vede, affronta e reagisce a cio' che gli succede, ma non spiega e non puo' spiegare il "com'è" (o sarebbe come dire che la personalità spiega la personalità stessa). Parlando di XDressing, la personalità spiegherà - a mio modo di vedere, s'intende - il "come" ciascuna di noi reagisce di fronte all' "esigenza" di vestirsi da donna, ma non potrà spiegare il "perché" si provi quell'esigenza.
Tornando, pero', allo sfogo di Alyssa, vorrei metterla in guardia dal cercare di risolvere il problema "a tutti i costi", dal farne una questione esistenziale: come tutti gli interventi illustrano, nessuna ha LA risposta. Ma il rischio, se si continua ad arrovellarsi sul perché, è quello di "forzare" una soluzione pur di uscire dallo stato di malessere provocato dall'incertezza. Alyssa, io l'ho risolta cosi': "IO SONO QUELLO CHE SONO; e mi sta bene cosi'" !!! Riconosciuto cio', non ho più alcun bisogno di chiedermi il perché, il percome o il percosa; e se talvolta mi capita di chiedermelo, non ho alcuna esigenza di darmi una risposta. : Thumbup :
Baci
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Alyssa
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Re: Cosa sono?

Messaggio da Alyssa »

Véro ha scritto:Tornando, pero', allo sfogo di Alyssa, vorrei metterla in guardia dal cercare di risolvere il problema "a tutti i costi", dal farne una questione esistenziale: come tutti gli interventi illustrano, nessuna ha LA risposta. Ma il rischio, se si continua ad arrovellarsi sul perché, è quello di "forzare" una soluzione pur di uscire dallo stato di malessere provocato dall'incertezza.
Capisco la tua preoccupazione, Véro, e ti ringrazio per il consiglio, ma non posso lasciar perdere così, senza aver almeno fatto un passetto avanti.
Intendo nella comprensione di me stessa: non è detto che trovi LA risposta, ma accrescere un pochino la mia consapevolezza, quello sì.


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Re: Cosa sono?

Messaggio da Lilychanel »

Cara Alyssa non si può non rispondere, eppure mentre mi accingo a farlo, mi dico, ma cosa le rispondo ?
Una domanda nella domanda.
Una domanda aperta.
Un koan.
Eppure sento che per empatia, per condivisione, e se non altro perchè è in questi temi e in questo contesto, che posso finalmente scrivere benedetto forum.

Cosa sono .... io ?

Certamente potrei citarti tutta una serie di complesse teorie psicologiche, filosofiche, ma non ne usciremmo vive. Nel senso che delle parole si fa beffa la nostra identità. Una identità che si presuppone, cerchi basi solide per strutturarsi negli anni, e formare così un tassello interiore di stabilità psichica.
Le tue parole sono uno specchio almeno per la mia anima.
Non ricordo il giorno in cui, pur trovando le bambine decisamente attraenti, in me c'era sempre una vocina che andava in contrasto con il pallone e le gambe sbucciate.
Vorrei essere come lei.
Mio Dio che confusione.
Mi piacciono le bambine e voglio allo stesso tempo essere come loro.
Praticamente questo pensiero, questa fantasia, questa sensazione, questo desiderio, è ancora dentro di me ad un passo dei 54 anni.
Come hai capito dalle mie parole, non ho risposte per te, penso che non ci siano risposte valide, se non nell'unicità e la veridicità della nostra solitudine e peculiarità umana.
Quello che posso dirti, che se per anni è stata una condanna ( penso che ormai sappiate un pò tutte la mia storia ) ora lo definisco un dono.
Probabilmente lo è sempre stato, la differenza appunto, sta nella risposta che io ho dato alla mia domanda.
Cosa sono... io ?
Su basi biologiche i cromosomi sono questi. Mai e poi mai sarò una donna.
( E forse non vorrei nemmeno esserlo )
Eppure.....mi piace sentirmi donna, mi sento donna, in un corpo da uomo, ma che per fortuna non soffre di disforia di genere.
Non so nemmeno io il perchè di tutto questo, ma molto probabilmente perchè sono più androgino ( mi piace dire un angelo ) un transgender ( che va da un genere ad un altro ) piuttosto che una transessuale.
Vedi mentre scrivo, mi rendo conto che tutte queste definizioni, non fanno altro che incartare e imbrogliare di nuovo.
Per me e arrivo alla conclusione, altrimenti questa mia scrittura diventa di una noia mortale, ci sono stati dei passaggi cruciali in questo cosa sono.
Il primo è stato accettarmi
Il secondo è dirmi non è importante cosa sono, ma COME posso esprimere questa mia essenza, al di la delle definizioni, al di la delle mie stesse conclusioni su cosa sono.
Il terzo è stato il cercare un riconoscimento che non fosse uno specchio ma un tu in carne e ossa.
Cioè un tu che potesse darmi quella specie di riconoscimento che mi è sempre mancato.

https://it.wikipedia.org/wiki/Martin_Buber" onclick="window.open(this.href);return false;

Se sei interessata all'argomento io - tu di Martin Buber

E per ultimo l'auto affermazione della mia identità attraverso me stessa/o, sapendo benissimo che questa identità non potrà mai essere una entità fissa e unica, ma piuttosto la percepisco come un insieme di colori che messi tutti insieme appunto formano la luce bianca.

Questo è stato il mio cammino, la ricerca di una vita, in quella che ho sempre chiamato la mia Anima, e che ho cercato per anni in tutti i modi possibili.
Le cicatrici che porto mi testimoniano il passato, il sorriso di adesso, mi testimonia la luce.

Spero di esserti stata di aiuto.

Con affetto sincero

Lily

Ops ecco già che dopo nemmeno 15 minuti la tua domanda lavora dentro di me.
Mi sono dimenticata di dirti, che nella ricerca di questo Cosa sono, un pò di tempo fa mi sono fatta un test
La risposta che ne è venuta fuori è che sono una Crossdreamer.

Probabilmente conosci il test e il sito, cmq ti metto il link, se vuoi passare un pò del tuo tempo, decidendo per te, se viverlo come un gioco, una maggior conoscenza di te stessa, o quant'altro.

Questa è la definzione che ne da il sito

"Your dreams centre on a female self that goes way beyond the superficial femininity of sissy fantasy. And although you might maintain an outward appearance of masculinity, you know that there’s a part of you that’s forever female.

Crossdreamers live somewhere in the space that lies between (or maybe beyond) sissy and transgender. They recognize a strong sexual component to their crossgender behaviour but see it as more than sex.

Ultimately, however, the crossdreamer continues to live and present as their biological gender. This could be because their male self is just as strong as their female self, or because they don’t see transition as practical

To conclude, this test is not remotely scientific and the results maybe entirely wrong, so just use it as food for thought. Ultimately, we got your attention by promising a label…but it’s much better to think about your sexuality and gender in the interests of self knowledge. "


http://transcendmovement.com/what-is-crossdreaming/" onclick="window.open(this.href);return false;

http://transcendmovement.com/sissy-test/" onclick="window.open(this.href);return false;

By : Love :
Tutti sono d'accordo nel riconoscere che nella specie umana sono comprese le femmine, le quali costituiscono oggi come in passato circa mezza umanità del genere umano; e tuttavia ci dicono 'la femminilità è in pericolo'; ci esortano: 'siate donne, restate donne, divenite donne'. Dunque non è detto che ogni essere umano di genere femminile sia una donna; bisogna che partecipi di quell'essenza velata dal mistero e dal dubbio che è la femminilità.

Simone de Beauvoir

Frida

Re: Cosa sono?

Messaggio da Frida »

Véro ha scritto:Parlando di XDressing, la personalità spiegherà - a mio modo di vedere, s'intende - il "come" ciascuna di noi reagisce di fronte all' "esigenza" di vestirsi da donna, ma non potrà spiegare il "perché" si provi quell'esigenza.
Premetto che quello che segue è un banale divertimento intellettuale che non confuta il punto di vista di alcuno.a ma che può aiutare a fare delle proprie riflessioni nel tentativo di chiarire meglio certi personali bisogni identitari/emotivi inspiegabili.

Alyssa è partita da una domanda precisa cercando di autodecifrare "chi è" o meglio "cos'è" ? Questa premessa mi ha fatto riflettere su ciò che potrebbe determinare "cosa sono" diversamente da "chi sono". Siccome credo ancora che non siamo "angeli con le ali" ma persone che hanno un proprio corpo, non posso escludere che il dato biologico sia rilevante per spiegare "cosa sono". Ho cominciato col dirmi che io sono prima di tutto un corpo fisico, che mi piaccia o no, ce l'ho, e mi ci aggrappo con tutte le mie forze.

Ad ogni corpo corrisponde una personalità. Dunque attraverso una serie di leve che connettono il corpo alla mente, la personalità potrebbe spiegare non solo come ci comportiamo ma anche il "perchè" ci comportiamo in un modo diverso o simile agli altri. A mio avviso, la personalità descrive come in ogni individuo l'esigenza di vestirsi da donna possa essere determinata dall'interazione di temperamento e carattere.

Si può affermare con certezza che ci sono persone che dipendono dall'esigenza di vestirsi da donna e altre no, come ad esempio ci sono individui che hanno una forte tendenza a rispondere prontamente ai segnali di approvazione sociale e altre no; essere più o meno timidi fa parte del temperamento e non può essere acquisito per esperienza il che determina perchè alcuni individui ricercano con più impegno il favore sociale altrui. Vestirsi da donna non sembra poter essere acquisito per esperienza e molto probabilmente l'esigenza dipende dall'interazione tra biologia e psiche, temperamento e carattere, corpo e mente. La personalità mi sembra al momento l'unico elemento in grado di spiegare perchè a "me e non ad altri".
Ultima modifica di Frida il venerdì 8 giugno 2018, 18:58, modificato 1 volta in totale.

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Re: Cosa sono?

Messaggio da Andy »

Cosa sono ? Io aggiungerei oggi !!!! Perché secondo me siamo in continua evoluzione e quello che è oggi potrebbe essere diverso domani !!!! Quello che era ieri non e oggi !!!!Nel mio caso andy e una donna meravigliosa che sta dentro il mio cervello , mi fa sognare !!! Mi da forti emozioni ogni tanto esce dal cervello e si manifesta ai miei occhi !!!! Ed i miei occhi vedono una persona dalle sembianze femminili !!!! Quando due anni fa e uscita allo scoperto mi si è aperto un mondo nuovo nel bene e nel male !!!! Fino a quel momento ho cercato in tutti i modi di ripudiare la cosa !!!! Ed eccomi qua in questo contesto a cercare di dare delle risposte alle domande !!! Ma alla fine si può non dare sempre la risposta in fin dei conti sono nato così con qual cosa di diverso che forse è più una cosa di testa ( visto che di ormonale sono apposto ) che altro !!!!! Un grosso abbraccio a tutte voi andy!!!!!


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Re: Cosa sono?

Messaggio da Chicca.love »

Alyssa ha scritto:
Véro ha scritto:Tornando, pero', allo sfogo di Alyssa, vorrei metterla in guardia dal cercare di risolvere il problema "a tutti i costi", dal farne una questione esistenziale: come tutti gli interventi illustrano, nessuna ha LA risposta. Ma il rischio, se si continua ad arrovellarsi sul perché, è quello di "forzare" una soluzione pur di uscire dallo stato di malessere provocato dall'incertezza.
Capisco la tua preoccupazione, Véro, e ti ringrazio per il consiglio, ma non posso lasciar perdere così, senza aver almeno fatto un passetto avanti.
Intendo nella comprensione di me stessa: non è detto che trovi LA risposta, ma accrescere un pochino la mia consapevolezza, quello s
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Le tue parole e i tuoi pensieri dubbi sono i miei di ogni giorno, pensieri che spesso trovano risposte e forse solo grazie all’aiuto della mia terapista sono riuscita ad affrontarne alcuni. Ma il mio pensiero non va solo verao il futuro ma anche alle cicatrici del mio passato. La solitudine di un ragazzino che non capiva il suo vero essere il sentirsi dentro così diverso da come tutti mi vedevano e come tutti speravano che io fossi. In realtà il mio sentirmi una ragazza e bluffare soprattutto soltanto me stessa. Quante volte mentre guardavo una ragazza passare sognavo di essere lei poter vivere per come mi sentivo. Ad oggi ho solo una certezza sono fiera di come sono certa che dovrò accettare di vivere dei compromessi ma il mio sentito a trovato il suo spazio. Io sono fiera di come sono e anche grazie a questo blog ho capito che non sono sola.

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Re: Cosa sono?

Messaggio da Alyssa »

Visto che da un semplice sfogo siamo arrivate al divertissement intellettuale, a mente fredda e stomaco pieno, proverò a portare avanti il discorso in maniera più ragionata e meno emotiva.

Giusto per non fare confusione, preciso che con "chi sono" io intendo ciò che mi distingue dagli altri, mentre "cosa sono" rappresenta qualcosa che mi accomuna agli altri, chiamatela categoria, etichetta o diosacosa, insomma una base da cui partire su cui si può definire il chi.

La causa scatenante di questo rimettermi in discussione è stata la necessità (condivisa tra la mia compagna e me) di parlarne con le sue sorelle.
Senza scendere troppo nei particolari, dovete sapere che la mia lei condivide da sempre tutto con le sue sorelle, e ogni volta che andiamo insieme a qualche "evento" (fosse anche una pizza in compagnia) che coinvolge me al femminile, lei è costretta a mentire, a non dire le cose esattamente come sono.
Dal mio punto di vista, invece, è da qualche mese a questa parte che sento la necessità di parlarne con quelle persone con cui mi trovo bene, definiamoli pure "spiriti affini".

Mi sono sorpresa a valutare l'idea (scartata poi immediatamente per ovvi motivi) di dirlo addirittura ad un mio collega! : Eeek :
Mentre si parlava del più e del meno, pensavo ai selfie imboscati nel mio telefonino e di uscirmene dicendogli:
"Eh, tu mi vedi così, ma lo sai che io sono anche così e cosà?"

E questa è una cosa relativamente nuova per me.
È come se, con quelle persone che mi sembrano in grado di capire, sentissi il bisogno di "gettare la maschera".

Ma allora qual è la maschera?
Se fino a qualche anno fa Alyssa non esisteva nemmeno, come può essere "la vera me"?

Da qui i dubbi e le contraddizioni, come quelle evidenziate da Laura.
Razionalmente mi vedo, mi sento, mi identifico come uomo, e la cosa non mi crea disagio.
Anche quando mi abbandono al piacere, al sogno di diventare Alyssa, in un certo senso, proprio perchè divento qualcos'altro, ho la conferma che la base di partenza è quella.
Ma quando "mi lascio andare" emotivamente, chessò mentre sono sola a casa o in macchina con lo stereo a palla, o mentre sono fuori a correre, ma soprattutto quando sento o leggo di certi episodi di cronaca, sento il bisogno di prendere le distanze dal mio essere maschile.
Mi sta stretto!

Mi viene in mente (e qui vi faccio ridere): Spiderman.
Sì proprio lui, il supereroe.
Lui è timido e impacciato, lo è sempre stato, ma quando acquisisce i superpoteri, viene fuori la sua natura spavalda, sicura di sè.
Eppure ha bisogno di indossare una maschera per esprimerla.
Nel quotidiano continua ad essere quel ragazzo timido che è sempre stato, e non è come Superman che assume quel ruolo per "mimetizzarsi" tra gli umani, lui è sempre stato così, ma ha scoperto di poter essere diverso, eppure sceglie di tenere separate le due versioni di sè.
È solo per comodità, per proteggere chi gli sta intorno, per non avere grane?
O in qualche modo non può abbandonare ciò che è sempre stato, nonostante possa essere "di più"?

LA domanda a questo punto è semplice quanto assurda: uomo o donna? più di qua o più di là?

Dal punto di vista puramente biologico sono un maschio: i cromosomi sono e saranno sempre quelli e su questo non c'è dubbio.
Però se è possibile non esserlo nonostante i cromosomi...

Dov'è il confine tra ciò che sono e ciò che desidero essere?
Ti senti dire che puoi essere ciò che vuoi, ma sarà poi vero?
E sarà la scelta giusta?
È proprio necessario scegliere?
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Tanto assurdo e fugace è il nostro passaggio per questo mondo, che l’unica cosa che mi rasserena è la consapevolezza di essere stata autentica, di essere la persona più somigliante a me stessa che avrei potuto immaginare.
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