Per fare alla svelta, riassumo: mi piace un po' di tutto, purche' riesca a trovarci della qualita', e la strumentale sempre e comunque mille miglia avanti alle "chanson" di ogni ordine e grado.
Se si dice elettronica, rispondo quella "classica" (molto molto pre-electro), quindi Kraftwerk, Jarre, qualsiasi cosa ci sia di elettrico nella produzione di Vangelis e Alan Parsons Project.
Se si dice disco, rispondo prima di tutto italodisco: Radiorama, Pink Project e parecchia altra roba di quel tempo.
Se si dice chitarra solista, rispondo: Satriani, ma anche Andrea Braido e Carlos Montoya.
Se si dice rock, ok purche' sia duro: AC-DC e Status Quo sopra tutti gli altri; ma con un posto davvero speciale per i Rockets. E devo ancora ascoltare i Kiss.
Se si dice sintetizzatori, rispondo: Jan Hammer, Steven Dolby, Harold Faltermeryer, Vince DiCola, Sylvester LeVay.
Se si dice colonne sonore, rispondo: OK ma e' meglio quando sono sinfoniche. Mi piace andarci pesante con James Horner, Hans Zimmer, David Arnold, John Williams, John Barry, Stu Phillips. Quando sono dell'umore, allora e' il momento di Don Peake, Henry Mancini e Ron Goodwin.
Se si dice italiana, rispondo Dirotta Su Cuba, Delta Vu, Subsonica e credo pochissimi altri. Credo che al nostrano Casadei finirei per preferire Ernst Mosch.
Se si dice vintage mi beccate in contropiede, e' troppa roba, quindi provo a rispondere per etichette intere: KPM, anni Sessanta e Ottanta soprattutto, e a seguire Music De Wolfe e Bruton Music.
Se si dice computer, rispondo a occhi chiusi demoscene: in particolare, mostri sacri come Lizardking, Captain, Walkman, Jogeir Liljedahl e tutta la congrega di quelli che hanno aperto la strada alla qualita'.
Se si dice classica, rispondo semplicemente si', anche nelle versioni rimodernate dei vari Bob James, Deodato, Swingle Singers, Trio Loussier e perfino nelle versioni techno di Banya e altri.
Se si dice lirica, rispondo poca.
Se si dice pop, rispondo J-Pop e in particolare Kotoko; ma senza mai dimenticare Sakamoto e la Yellow Magic Orchestra.
Se si dice jazz, rispondo anglosassone e metropolitano, perfino quello acid quando gira bene; ma con nomi come Umiliani fissi nel cielo come la stella polare.
Se si dice indie scene, allora rispondo revival anni Ottanta, quindi Multipac, Tesla Boy, Minitel Rose, Anoraak e via cosi'.
Se si dice ska, operetta, etnica (inclusa quella "provinciale" italiana di ogni ordine e grado), jazz latino, musica sudamericana o africana, in genere rispondo semplicemente "no, grazie"; a volte per aver subito controvoglia vere e proprie indigestioni di qualcuno di questi generi.
"Your move."
