Psicologa
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Re: Psicologa
I miei incontri con la psicologa derivano da una richiesta esplicita di mia moglie come avevo già spiegato in questo topic http://www.xdress.it/xdforum/viewtopic.php?f=26&t=4224" onclick="window.open(this.href);return false; .
La psicologa è stata scelta da lei ed io ho accettato.
Nel primo incontro le ho spiegato tutto e detto che in questa fase della mia vita, a quest'età e condizione familiare, non vivo un disagio così accentuato da ipotizzare cambiamenti radicali; che se ha vent'anni avessi avuto le possibilità di conoscenza attuali avrei sicuramente iniziato un percorso di approfondimento della condizione, percorso improponibile e insensato a questo punto della mia esistenza; che alla mia età non ho nessuna intenzione di iniziare un percorso di transizione tale da rivoluzionare la mia vita e le mie relazioni familiari; che mi sento insieme uomo e donna; che il vivere una dimensione femminile anche nella vita reale mi permette di vivere meglio anche la mia vita relazionale, familiare e professionale in una sorta di bilanciamento delle tensioni e tale da potersi considerare come il mezzo determinante per l'equilibrio mentale e psicologico.
Per la psicologa i nostri incontri potevano terminare con quest'unica seduta non vedendo in me un disagio che necessitasse di ulteriori approfondimenti.
Ma abbiamo deciso insieme di vederci ancora due volte per parlare di come gestire il disagio di mia moglie. Tutto qua.
Nel mio caso nessuna volontà di trovare conferme nella disforia di genere e iniziare il percorso.
Per questo terzo incontro la psicologa ha detto che vuole vedere se Veronica le racconta qualcosa di diverso.
Vi farò sapere com'è andata e se lei ha trovato in Veronica qualcosa di diverso oltre al vestito.
Very
La psicologa è stata scelta da lei ed io ho accettato.
Nel primo incontro le ho spiegato tutto e detto che in questa fase della mia vita, a quest'età e condizione familiare, non vivo un disagio così accentuato da ipotizzare cambiamenti radicali; che se ha vent'anni avessi avuto le possibilità di conoscenza attuali avrei sicuramente iniziato un percorso di approfondimento della condizione, percorso improponibile e insensato a questo punto della mia esistenza; che alla mia età non ho nessuna intenzione di iniziare un percorso di transizione tale da rivoluzionare la mia vita e le mie relazioni familiari; che mi sento insieme uomo e donna; che il vivere una dimensione femminile anche nella vita reale mi permette di vivere meglio anche la mia vita relazionale, familiare e professionale in una sorta di bilanciamento delle tensioni e tale da potersi considerare come il mezzo determinante per l'equilibrio mentale e psicologico.
Per la psicologa i nostri incontri potevano terminare con quest'unica seduta non vedendo in me un disagio che necessitasse di ulteriori approfondimenti.
Ma abbiamo deciso insieme di vederci ancora due volte per parlare di come gestire il disagio di mia moglie. Tutto qua.
Nel mio caso nessuna volontà di trovare conferme nella disforia di genere e iniziare il percorso.
Per questo terzo incontro la psicologa ha detto che vuole vedere se Veronica le racconta qualcosa di diverso.
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L'identità è qualcosa a cui non si può sfuggire (Susan Faludi)
La verità è che i nomi ci scelgono ancora prima di pronunciarli (Giovanna Cristina Vivinetto)
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Re: Psicologa
Sono stata anche io dalla psicologa, una volta al mese per un paio di anni.
Non ci andai per Luna, ma perché ho seri problemi a trovare un qualsiasi tipo di relazione (è complicato e OT ...), ma poi le dissi di Luna comunque. Alla fine lei era convinta molto più di me nel dover dare importanza alla cosa, anche se forse un po' ci speravo che Luna fosse la soluzione.
La psicologa ciò che può fare di concreto alla fine è solo dare l'ok burocratico. Per il resto può solo aiutare a capirti.
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Non ci andai per Luna, ma perché ho seri problemi a trovare un qualsiasi tipo di relazione (è complicato e OT ...), ma poi le dissi di Luna comunque. Alla fine lei era convinta molto più di me nel dover dare importanza alla cosa, anche se forse un po' ci speravo che Luna fosse la soluzione.
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- LindaB
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Re: Psicologa
Non sono mai voluta andare da un* psi qualcosa per mancanza di fiducia nei loro confronti.
Ed ho avuto conferma nel tempo che è il soggetto a rendersi conto della sua "non conformità" agli standard : bisogna solo essere sincere con sé stesse , non barare, come scrive Laura.
Questo "lavoro" introspettivo si può fare anche da sole , volendo: oppure ci si fa aiutare.
Ma siamo poi noi , pazienti, ad arrivare alla risposta , al chiarimento: è questione di tempo, per alcune pochi giorni/sedute , per altre anni ...
Andare da un* psi con la propria consapevolezza, velocizza l'iter.
Andare con i dubbi, no.
Personalmente , ho maturato nel tempo la mia consapevolezza e mi sento di essere una persona T* : anch'io ho pensato di farmi "certificare" il mio status da un professionista, per varie ragioni: in primis che non ho altri problemi di salute mentale , forse l'unico aspetto che solo un professionista (psichiatra) è deputato a valutare.
Poi ci sono ragioni legate alla famiglia ed al lavoro.
Ma per ora ho continuato da sola a gestire il mio equilibrio , con tutte le problematiche che ne conseguono, ma che conosco da anni.
Resta certamente molta frustrazione, ma nel tempo in famiglia , son cambiate molte cose in senso a me favorevole.
Anch'io come Veronica non avrei intenzione di stravolgere la mia vita giunta a questa età, ambirei piuttosto ad ottenere una maggiore serenità.
Quella che deriva dal non doversi nascondere a nessuno , soprattutto ai familiari.
Tornando alla domanda di Monica: anche tu sei andata con la tua consapevolezza dai professionisti e probabilmente anche loro sono stati "condizionati" da ciò.
Buona pasquetta.
Linda
Ed ho avuto conferma nel tempo che è il soggetto a rendersi conto della sua "non conformità" agli standard : bisogna solo essere sincere con sé stesse , non barare, come scrive Laura.
Questo "lavoro" introspettivo si può fare anche da sole , volendo: oppure ci si fa aiutare.
Ma siamo poi noi , pazienti, ad arrivare alla risposta , al chiarimento: è questione di tempo, per alcune pochi giorni/sedute , per altre anni ...
Andare da un* psi con la propria consapevolezza, velocizza l'iter.
Andare con i dubbi, no.
Personalmente , ho maturato nel tempo la mia consapevolezza e mi sento di essere una persona T* : anch'io ho pensato di farmi "certificare" il mio status da un professionista, per varie ragioni: in primis che non ho altri problemi di salute mentale , forse l'unico aspetto che solo un professionista (psichiatra) è deputato a valutare.
Poi ci sono ragioni legate alla famiglia ed al lavoro.
Ma per ora ho continuato da sola a gestire il mio equilibrio , con tutte le problematiche che ne conseguono, ma che conosco da anni.
Resta certamente molta frustrazione, ma nel tempo in famiglia , son cambiate molte cose in senso a me favorevole.
Anch'io come Veronica non avrei intenzione di stravolgere la mia vita giunta a questa età, ambirei piuttosto ad ottenere una maggiore serenità.
Quella che deriva dal non doversi nascondere a nessuno , soprattutto ai familiari.
Tornando alla domanda di Monica: anche tu sei andata con la tua consapevolezza dai professionisti e probabilmente anche loro sono stati "condizionati" da ciò.
Buona pasquetta.
Linda
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Re: Psicologa
Andare da una un psico, mi manca. Non so , ma forse dovrei, non mi decido e sono anni che ci penso.
Mancanza di tempo di voglia, paura di stravolgere tutto quello che ho fatto e pensato negli ultimi anni....
Non so se ne vale la pena....
Ma forse ci vado.....
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Valeria
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Re: Psicologa
Molti passaggi molto interessanti..LindaB ha scritto:Questo "lavoro" introspettivo si può fare anche da sole , volendo: oppure ci si fa aiutare.Ma siamo poi noi , pazienti, ad arrivare alla risposta , al chiarimento: è questione di tempo, per alcune pochi giorni/sedute , per altre anni ...Andare da un* psi con la propria consapevolezza, velocizza l'iter.Andare con i dubbi, no.Personalmente , ho maturato nel tempo la mia consapevolezza e mi sento di essere una persona T* : anch'io ho pensato di farmi "certificare" il mio status da un professionista, per varie ragioni: in primis che non ho altri problemi di salute mentale , forse l'unico aspetto che solo un professionista (psichiatra) è deputato a valutare.
la mia impressione è che se non si vuole approfondire troppo, basta seguire gli incontri di gruppo, ci si fa un idea e poi si vede se prendere spunti utili per migliorare la propria situazione. Se non c è intenzione di fare dei passi più forti, la psy non serve.
Io la mia consapevolezza non è che l abbia mai avuta, o meglio, tante volte ho pensato d poter tornare indietro e ripartire da "homme", eppure il mio spirito non si incastra con questo aspetto.
I dubbi, ne ho tantissimi, li ho esposti tutti, quando sono partita con le prime pastiglie ho avuto una crisi, sai quello che lasci ma non sai quello che trovi, da qui i dubbi, le paure, ripensamenti. Poi per fortuna ci si lascia un po andare e si riesce a proseguire.
I problemi di salute mentale, a quanto pare sono sana.. .. cosi dicono.. faccio finta di crederci..
Laura Bianchi
Re: Psicologa
Tutti hanno diritto al benessere fisico e mentale. Ovviamente lo psicologo non è un mago o un imbonitore ma può seriamente aiutare chiunque nella difficile decifrazione di se stessi. Va ricordato che la disforia di genere è ancora presente nell'ultimo DSM; l'unica "cura" consiste nell'assecondare il "desiderio", anche se il termine non è adatto.Monica Poli ha scritto: Il punto a mio avviso è che se ci si reca dalla psicologa con questa “speranza”, fatalmente si finisce per condizionare e incanalare la valutazione della dottoressa, che non può che basarsi sulle parole, sulle espressioni, sui concetti espressi, visto che in casi come questi non ci sono liquidi da prelevare e da analizzare per scoprire se si tratti di una cosa o dell’altra. La maggior parte delle persone che si recano dalla psicologa con la speranza di sentirsi dire che è possibile che esista una disforia se lo sentono effettivamente dire, proprio perché è ciò che fortemente desiderano.
Ci sono tanti psicologi che hanno diversi approcci in base alle scuole di formazione. Il feticismo da travestimento è per conto mio a confronto un problema banale, spero che mi perdonerete la franchezza. E' vero che investe le relazioni ma si colloca tra le nevrosi e per questo si può trattare con la psicoterapia per il tempo che servirà a trovare un equilibrio relazionale migliorativo. La disforia di genere invece è un'altra cosa e le tecniche psicoanalitiche non aiutano molto. Al momento non c'è altro modo di trattare la disforia di genere se non come molte qui stanno già facendo. Parlarne senza aver mai incontrato uno psicologo/psichiatra sembrerebbe più una boutade. Si tratta di un tema molto serio.
Personalmente ho fatto solo 9 mesi di psicoterapia e continuerei molto volentieri se non fosse per l'impegno economico e di tempo. Il fai da te ci può stare, per auto decifrarsi, ma a volte serve qualcuno a cui raccontare i propri disagi emotivi. In fondo si va in palestra per sapere come allenare il fisico e si va dallo psicologo per saper comprendere le proprie emozioni.
- Melissa_chan
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Re: Psicologa
Con l'eccezione delle pastiglie sei riuscita a riassumere perfettamente il mio stato d'animo quotidianoLauraB ha scritto:I dubbi, ne ho tantissimi, li ho esposti tutti, quando sono partita con le prime pastiglie ho avuto una crisi, sai quello che lasci ma non sai quello che trovi, da qui i dubbi, le paure, ripensamenti.
E mi trovo d'accordo anche con Frida, le emozioni sono spesso difficili da decifrare, specialmente quelle legate alla sfera più profonda ed intima di una persona, parlarne con qualcuno che sai potrebbe darti un parere autorevole aiuta ad affrontare la questione da un diverso punto di vista.
Ovviamente, da parte nostra, bisogna avere sia l'umiltà di non dare nulla per scontato sia la fiducia nella persona a cui ci rivolgiamo
Non giudicarmi dal corpo che vedi, piuttosto considera cosa abbiamo fatto insieme, come lo abbiamo fatto e cosa ti ha trasmesso; a quel punto ti accorgerai che nulla è cambiato
- Giulia_M
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Re: Psicologa
Posso parlare della mia esperienza dallo scorso mese di settembre fino ad oggi.
Per lungo tempo, negli anni passati, ho pensato che dei colloqui psicologici non mi sarebbero stati di alcun aiuto perché ero ragionevolmente sicuro della mia condizione di "maschio eterosessuale che ama il crossdressing".
L'anno scorso ho però passato un periodo di crisi generalizzata in cui ho questionato molti aspetti della mia personalità, tra i quali anche la mia identità di genere. Per questo mi sono rivolto al MIT di Bologna e ho iniziato un percorso psicologico.
Quando ho iniziato ero pieno di dubbi e non davo nulla per scontato; vedevo la transizione come una possibilità concreta e in quel periodo andavo al ritmo di un incontro alla settimana. Poi questi dubbi hanno incominciato a svanire e mi sono sentito in grado di continuare (o piuttosto ricominciare) a gestire la mia parte femminile come avevo sempre fatto fino a quel momento, senza la necessità di assumere di fronte al mondo un'identità del genere opposto a quello mio biologico; allora, di concerto con la psicologa ho diradato la frequenza dei colloqui.
Se non avessi fatto questi incontri psicologici, non so se questi dubbi se ne sarebbero andati e se, almeno su questo argomento, avrei riacquistato una certa serenità.
Per lungo tempo, negli anni passati, ho pensato che dei colloqui psicologici non mi sarebbero stati di alcun aiuto perché ero ragionevolmente sicuro della mia condizione di "maschio eterosessuale che ama il crossdressing".
L'anno scorso ho però passato un periodo di crisi generalizzata in cui ho questionato molti aspetti della mia personalità, tra i quali anche la mia identità di genere. Per questo mi sono rivolto al MIT di Bologna e ho iniziato un percorso psicologico.
Quando ho iniziato ero pieno di dubbi e non davo nulla per scontato; vedevo la transizione come una possibilità concreta e in quel periodo andavo al ritmo di un incontro alla settimana. Poi questi dubbi hanno incominciato a svanire e mi sono sentito in grado di continuare (o piuttosto ricominciare) a gestire la mia parte femminile come avevo sempre fatto fino a quel momento, senza la necessità di assumere di fronte al mondo un'identità del genere opposto a quello mio biologico; allora, di concerto con la psicologa ho diradato la frequenza dei colloqui.
Se non avessi fatto questi incontri psicologici, non so se questi dubbi se ne sarebbero andati e se, almeno su questo argomento, avrei riacquistato una certa serenità.
"Come puoi essere così maschilista quando hai delle tette così grosse?"
- da Tutto su mia madre di Pedro Almodóvar
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Re: Psicologa
ero rimasta che stavi transizionando, senza l'aiuto della psicologa anch'io penso di gestire la mia parte femminileGiulia_M ha scritto:Posso parlare della mia esperienza dallo scorso mese di settembre fino ad oggi.
Per lungo tempo, negli anni passati, ho pensato che dei colloqui psicologici non mi sarebbero stati di alcun aiuto perché ero ragionevolmente sicuro della mia condizione di "maschio eterosessuale che ama il crossdressing".
L'anno scorso ho però passato un periodo di crisi generalizzata in cui ho questionato molti aspetti della mia personalità, tra i quali anche la mia identità di genere. Per questo mi sono rivolto al MIT di Bologna e ho iniziato un percorso psicologico.
Quando ho iniziato ero pieno di dubbi e non davo nulla per scontato; vedevo la transizione come una possibilità concreta e in quel periodo andavo al ritmo di un incontro alla settimana. Poi questi dubbi hanno incominciato a svanire e mi sono sentito in grado di continuare (o piuttosto ricominciare) a gestire la mia parte femminile come avevo sempre fatto fino a quel momento, senza la necessità di assumere di fronte al mondo un'identità del genere opposto a quello mio biologico; allora, di concerto con la psicologa ho diradato la frequenza dei colloqui.
Se non avessi fatto questi incontri psicologici, non so se questi dubbi se ne sarebbero andati e se, almeno su questo argomento, avrei riacquistato una certa serenità.
un bacio
Martina
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Re: Psicologa
Solo una domanda,ma quando voi affermate di essere maschi eterosessuali con la passione del travestitismo e che quindi uno psicologo é inutile e che nonostante i dubbi riuscite a gestire la cosa e non rinunciereste a quan5o raggiunto fin ora,che rapporto avete con il sesso?
Siete maschi attivi e avete rapporti eterosessuali soddisfacenti con le vostre mogli/ragazze?
Non vi siete mai sentiti a disagio nel ruolo di maschio attivo al punto da non provare piacere nell atto sessuale fino al fuggire da esso arrivando a non volerlo fare?
Avrei piacere di ricevere una risposta sincera perché é una questione che ha segnato la mia vita e il mio percorso.
Magari apro un altra discussione ad ok
Siete maschi attivi e avete rapporti eterosessuali soddisfacenti con le vostre mogli/ragazze?
Non vi siete mai sentiti a disagio nel ruolo di maschio attivo al punto da non provare piacere nell atto sessuale fino al fuggire da esso arrivando a non volerlo fare?
Avrei piacere di ricevere una risposta sincera perché é una questione che ha segnato la mia vita e il mio percorso.
Magari apro un altra discussione ad ok