Celeste ha scritto:... perché la Lawrence (forse anche Blanchard?) mette tutta (o quasi) la categoria dei disforici non omosessuali nei parafiliaci (e lo fa attraverso il concetto di autogine-filia), perché fanno questa estremizzazione?
Seguendo il caso di Caitlyn Jenner si può osservare la storia di un uomo che ha condotto una vita maschile di grande successo con ben tre matrimoni e dei figli, fino a quando un'anno dopo il suo ultimo divorzio e all'età di 65 anni ha deciso di transizionare rendendo pubblica la sua disforia di genere così dichiarando «
Sono finalmente pronta a godermi le giornate, dopo aver trascorso tanti anni aspettando solo che finissero».
Come si potrebbe definire da un punto di vista clinico la figura di Cait? Non penso che sia solo un'estremizzazione indotta da una teoria. La disforia di genere che "arriva" dopo più di mezza vita passata da uomo offre molti spunti di riflessione. In ambito scientifico trova una classificazione senza pregiudizi morali. La perversione non è un termine scientifico. Tuttavia il termine viene associato alle parafilie. Quindi al momento non c'è altro modo di descrivere il caso di Cait se non come disforia di genere autoginefila.
Il fatto di transizionare da adulti e solo dopo aver vissuto come uomini non omosessuali è un dato che fa riflettere. Le parole di Cait sono indicative di chi "finalmente" può godere di se stessa ponendo fine a una "bugia continua". Mi sembra che porsi all'estremo di una categoria sia in primo luogo una decisione maturata dopo anni e che non si possa fare altro che prenderne atto senza esprimere alcun giudizio morale. Questa divisione può essere vista come una estremizzazione anche se dall'articolo non emerge alcun giudizio morale se non la prospettiva di chi ha contribuito con la propria esperienza al pensiero divisivo di Blanchard & co.
C'è da dire che in USA le spese per la SRS vengono coperte dall'assicurazione medica privata e solo in presenza di un disturbo conclamato e iscritto nel DSM. Pertanto c'è bisogno di una diagnosi prima di procedere. Dall'altra parte però tutto il dibattito sposta l'attenzione sulla stigmatizzazione sociale causata dal DSM. Il fatto che la transessualità debba essere vista come l'omosessualità, cioè normale, e che l'assistenza alla srs debba paragonarsi a quella che hanno le donne partorienti in ospedale resta una via in salita per trovare una soluzione alla questione; a me personalmente sfugge il nesso logico. La scienza si occupa di definire il confine tra sano e patologico per motivi dettati anche da interessi economici. Pertanto è mia personalissima opinione che la differenziazione autoginefila della disforia di genere specie in soggetti avanti con gli anni possa avere degli effetti più sul piano economico e sociale che su quello morale.
Le tue osservazioni sono condivisubili e specie per i non esperti certe letture possono generare confusione; mia sorella ad esempio si sta convincendo che io sia disforica. Oggi incontrare una trans mascolina fa pensare più facilmente alla disforia che alla perversione. In ogni caso non si può pretendere che tutti diventino dei gendertrender.