La decisione di farsi aiutare

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monicaleggings
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Re: La decisione di farsi aiutare

Messaggio da monicaleggings »

Valeria ha scritto:Non voglio pensare di essere presuntuoso, ma ci ho un ma.
Qualche volta ho pensato, pure io, ecco vado da una psicologa (rigorosamente sarei andato da una donna, non so nemmeno io perchè, forse con un uomo mi sarei verognato) e le espongo la questione, giusto per sapere come mi vede, un parere terzo insomma, magari andando anche in un'altra città, proprio per una migliore libertà e meno vincoli di "immagine" di dove si risiede.
Ci ho pensato, ci penso ancora, non lo nego, anche se poi alla fine che me ne farei, giusto per sapere di non essere ... "squinternato" ... e se anche lo fossi poi che cambierebbe?
Non l'ho mai fatto di andarci per due ragioni:
1) non fifa, ma incapacità di svuotare il sacco.
2) non sono sicuro, visto le immense cantonate che prendono sia i medici in altri campi, sia figuriamoci in questo, che poi, un "medico" possa veramente sapere quello che c'è dentro di me e nella mia psiche ... mi giudicherà sempre sulla base della sua percezione soggettiva e sulle sue esperienze e studi incasellandomi in una casistica ... e se invece di azzecarci ... sbagliasse? Ok, non son un cretino e cosa mi cambierebbe in fondo al di là di aver speso per una consultazione ...
Sono ragionamenti vecchi e obsoleti ho conosciuto diverse psicologhe sopratutto per lavoro, la base di tutte le varie "scuole" e quella di noi etichettare e giudicare. Ti garantisco che non si basano sulla casistica ma é una cosa individuale. Gli studi sono in continua evoluzione ma tutti vanno nella stessa direzione.
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Re: La decisione di farsi aiutare

Messaggio da monicaleggings »

Frida ha scritto:
Valeria ha scritto:Non voglio pensare di essere presuntuoso, ma ci ho un ma.
Qualche volta ho pensato, pure io, ecco vado da una psicologa (rigorosamente sarei andato da una donna, non so nemmeno io perchè, forse con un uomo mi sarei verognato) e le espongo la questione, giusto per sapere come mi vede, un parere terzo insomma, magari andando anche in un'altra città, proprio per una migliore libertà e meno vincoli di "immagine" di dove si risiede.
Ci ho pensato, ci penso ancora, non lo nego, anche se poi alla fine che me ne farei, giusto per sapere di non essere ... "squinternato" ... e se anche lo fossi poi che cambierebbe?
Non l'ho mai fatto di andarci per due ragioni:
1) non fifa, ma incapacità di svuotare il sacco.
2) non sono sicuro, visto le immense cantonate che prendono sia i medici in altri campi, sia figuriamoci in questo, che poi, un "medico" possa veramente sapere quello che c'è dentro di me e nella mia psiche ... mi giudicherà sempre sulla base della sua percezione soggettiva e sulle sue esperienze e studi incasellandomi in una casistica ... e se invece di azzecarci ... sbagliasse? Ok, non son un cretino e cosa mi cambierebbe in fondo al di là di aver speso per una consultazione ...
Cara Valeria, non si va dallo psycho per farsi catalogare, o curare, o sentire come ti vede. Le ragioni per non andare sono spesso buone ragioni per andare.
Perfettamente d'accordo
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Re: La decisione di farsi aiutare

Messaggio da Melissa_chan »

Monica dice il vero, una psy non è lì per emettere un giudizio ma per farti trovare il tuo equilibrio, qualunque esso sia.
Io sono seguita da una psy a Padova e le devo davvero molto, sono cresciuta e maturata parecchio da quando ho intrapreso il percorso psicologico.
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Non giudicarmi dal corpo che vedi, piuttosto considera cosa abbiamo fatto insieme, come lo abbiamo fatto e cosa ti ha trasmesso; a quel punto ti accorgerai che nulla è cambiato

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Re: La decisione di farsi aiutare

Messaggio da Valeria »

si, lo so, ho premesso che magari sono un poco poco poco presuntuso ... ma spesso non lo sono, il che non escluda che magari ci vada un domani, anche se andando sempre più in là con l'età, mi domando se abbia un senso, almeno per me, sia chiaro.

Parlo ora però per assurdo ... tizio va da uno/una psicologa ... che sbaglia la diagnosi. Quante volte accade in altri campi. O magari ci marcia, tanto da spillare quattrini per sedute ecc. O quante altre persone ho sentito e visto finire in dipendenza da psico che li hanno rimambiti per altre questioni sia chiaro di farmaci e via dicendo.

Ora qui poi si parla di aspetti ancora più delicati che riguardano nei proprio comportamenti che si attuano anche le persone che ci circondano (affetti, cari ecc.).

Mettiamo che uno psico dica si signor Verdi .. bla bla e con faciloneria dia consigli ... alla .... zo e questi procurino conseguenze sul signor Verdi e pure sui suoi affetti e cari ... Insomma è molto delicato.

Pro... senza dubbio la catarsi ... poter dire "con lingua depilata" senza peli sulla lingua di sè, quasi in una sorta di confessione e parlarne e liberarsi ... beh si fa dire e fare un ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhh finalmente mi sono liberato-a.

Vi è un effetto liberatorio. Lo stesso che in fondo proviamo quando ci vestiamo e trucchiamo o parimenti, immagino, non avendone mai provato l'effetto psicologico su me stessa, quando troviamo la forza e facciamo quattro passi sui tacchi fuori di casa (parlo di passi fatti con normalità al di là di andrenalina varia o di altre possibili eventuali effetti desiderati da tale uscite) ....

A livello psicologico, nel mio cammino interiore, penso di aver capito una cosa, che mi vede vicino all'interpretazione junghiana del mio essere ... in cui il mio io maschile e femminile che coesistono come in ogni individuo, compiono, una sorta di annullamento e rinascita, dopo quelle che sono le loro nozze alchemiche che avvengono nel momento in cui mi vesto e trucco.

Questo mi rigenera come individuo e da al mio maschile una migliore consapevolezza di se e controllo e al mio femminile la capacità di vivere la sua sensibilità anche nella mia vita di maschio.
Poi ho bisogno di questi momenti che sono intimamente psichici interiori e in cui, come ho già detto, altre volte, mi rigenero, a volte con una sofferenza iemmensa, altre con una calma ideale.

Invidio tuttavia il coraggio di chi esce o di chi va anche da una psico, cosa che per ora non sono stato capace di fare e non so se riuscirò o farò.
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Re: La decisione di farsi aiutare

Messaggio da Valeria »

ps. se avete delle valide persone, da consigliarmi, magari vi disturberò chiedendovi consiglio se riesco a decidermi.
Valeria

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Re: La decisione di farsi aiutare

Messaggio da monicaleggings »

Valeria ha scritto:si, lo so, ho premesso che magari sono un poco poco poco presuntuso ... ma spesso non lo sono, il che non escluda che magari ci vada un domani, anche se andando sempre più in là con l'età, mi domando se abbia un senso, almeno per me, sia chiaro.

Parlo ora però per assurdo ... tizio va da uno/una psicologa ... che sbaglia la diagnosi. Quante volte accade in altri campi. O magari ci marcia, tanto da spillare quattrini per sedute ecc. O quante altre persone ho sentito e visto finire in dipendenza da psico che li hanno rimambiti per altre questioni sia chiaro di farmaci e via dicendo.
Non so dove hai sentito tutte queste cose, ma io che lavoro in uno studio di medici da 11 anni con 9 medici e 12000 persone come bacino d'utenza, non le ho mai sentite.
Primo lo//la psicologo/a non fa diagnosi, secondo non prescrive farmaci. Al massimo consiglia prodotti senza obbligo di ricetta, quindi fitofarmaci, integratori o farmaci omeopatici, ma succede raramente. Lo specialista che prescrive e fa diagnosi é lo psichiatra, ed é tutta un'altra storia.
Che vengano prescritti alcune volte farmaci dallo psichiatra in eccesso e magari inutilmente, non sta a me dirlo, perché non ho il titolo per farlo, però....
Per il discorso che hai fatto, che prolunghino le sedute per spillare soldi, sta nell'onestà della persona. Truffatori c'è n'è sono ovunque e in qualsiasi settore.
Più volte ho sentito dire che la medicina non é una scienza perfetta, é vero. Siamo tutti diversi. Per lo stesso problema ognuno può avere sintomi diversi, sta allo specialista collegare i vari puntini. In questo caso lo psicologo ti fa parlare tanto per capire i "sintomi" e collegare il tutto.
Concludo dicendo che in precedenza hai detto che non vai per non farti etichettare, tu in questo caso stai etichettado senza conoscere fino in fondo le cose.
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Re: La decisione di farsi aiutare

Messaggio da Valeria »

Scusami, ma se mi rileggi, vedi che ho detto che pecco di essere presuntuoso, presuntuoso nel mio giudizio e ne ho la consapevolezza.
Tale consapevolezza è dovuta vicende umane legate a persone a cui i medici (di diverso genere e specialità) hanno fatto ..."del male" .
Circa una mia esperienza con psico .. non ne ho, l'ho precisato. So solo di persone che, non per il crossdressing, sono andate ora non so bene se da psicologi o psichiatri, non lo so, e cui in diversi anni hanno dato medicine a go go rovinandogli, secondo me, visti gli esiti, sia la vita, sia il fisico.
Poi di ricette per stare meglio ce ne sono tante ... una per esempio, trovare una soddisfazione esistenziale di essere utili e amare e amare. Penso spesso infatti che alla base di ogni esperienza interiore vi sia un qualcosa che va analizzato.
Sino ad oggi ho pensato e penso di farcela da me, cerco, ci provo. Provo a trovare la ricetta nel fare del bene nella mia vita e sentirmi un essere umano.
Ho letto per esempio un po' di tempo fa di una persona che attraversava un brutto momento della sua vita e un medico consigliò di rendersi utile ad altri, questa andò in africa e là ritrovò la sua dimensione interiore umana comprendendo una migliore visione della vita.
Come vedi quindi ognuno ha una sua vita, una sua risposta, ce l'abbiamo individualmente essendo ognuno diverso e ogni vita diversa ... e quindi continuo ancora una volta che qualsiasi persona che mi senta, non sarà lei a dirmi cosa fare o meglio sia per me, ma dovrò essere io a sentire e a accorgermi delle vere essenze della vita.
In questo, vale per me, sia chiaro, lo dico senza voler dire nulla a nessuno e nessuna, essendo la vita di ognuna diversa e ognuno avendo un interiore diverso, ma per quanto mi riguarda ... il crossdressing è solo un modo per avere un equilibrio interiore, quando lo utilizzo, un mezzo, null'altro, ma sovente diventa inutile quando riesco a trovare questo mio equilibrio, con meno sconforto e smarrmento, nelle vere cose (quelle che io ritengo tali) della vita.
Quindi se mai andrò da un qualche psico ... avrò questa mia prevenzione, andarci mi servirà a liberarmi, una sorta di esternazione delle mie "paure" , forse pure una sfida, o forse meglio ancora, un dialogo interiore a voce alta, cosa peraltro che faccio anche scrivendo, in parte qua.
Valeria

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Re: La decisione di farsi aiutare

Messaggio da dream62 »

Come ha ben specificato Monicaleggings, gli psicologi non sono medici quindi non possono prescrivere farmaci... e forse neanche stilare diagnosi particolari. E' anche vero che molti psichiatri fanno anche il lavoro degli psicologi.
Comunque io ci andai da una psicologa per varie sedute, per capire come trovare la possibilità di gestire quella che ritenevo una anomalia (la passione per il crossdressing e affini),. Speravo anche che mi aiutasse a smettere, invece mi incitava a far venire fuori la mia parte rosa. Dopo un po' smisi di andarci perchè mi rendevo conto che non mi aiutava nel mio intento, ma aiutavo io il suo portafoglio. Ci arrivai da solo a gestire (e non esserne schiavo) questa atipica passione.
Ma ciò che voglio sottolineare è che non bastano 1 o 2 sedute psico... per raggiungere qualcosa di significativo: un percorso completo può durare anche anni.
Stefy
Ultima modifica di dream62 il martedì 29 ottobre 2019, 22:24, modificato 1 volta in totale.

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Re: La decisione di farsi aiutare

Messaggio da valeriaconte »

debora82 ha scritto:Dopo ben 10 anni ormai che cerco in tutti i modi di esternare il mio lato femminile e di dare il migliore aspetto di me quando esco enfemme.....ho deciso di intraprendere un percorso con una pscicologa,con la quale spero di fare chiarezza veramente su chi sono e cosa desidero di piu, nel mio volermi bene.
Cerco sempre in tutti i modi di esternarmi,ma e' sempre una continua corsa verso il nulla,e penso che se non si faccia il passo decisivo e' tutto tempo sprecato.....d'altronde che senso potrebbe avere il fatto di continuare a rendersi belle stando in casa......?
E' arrivato il momento....gl'anni passano e le situazioni rimangono sempre le medesime, se non vengono prese delle decisioni.
La mia prima uscita con Valeria(che ringrazio enormemente)e stata bellissima....una mattina al Leone di L.....,con la quale ho potuto capire che l'ostacolo piu grosso e' tante volte la nostra mente che ci pone dei limiti e ci mette in condizioni psicologiche legate a disagi,paura di apparire.
Una condizione che continua a risuonarci dentro nel momento in cui noi ci mostriamo al mondo esterno,mentre personalmente mi sembra di capire che sia solo tanta curiosita' da parte di altri,che sinceremente dopo 5 minuti di focus/scanner verso di noi svanisce, e tutto torna alla normalita'............
Penso che questo passaggio riguardi molte di noi...ed e' per questo che lo condivido propio per sapere se qualcuna di voi l'ha gia fatto oppure sta pensando di farlo e capire quali sono i passaggi migliori.
Un grande abbraccio a tutte.

Ciao Debora
Sono contenta che hai cominciato ad intraprendere un percorso psicologico, ma prima di tutto bisogna essere convinte
veramente di quello che si sta facendo.
Io sono sempre disponibile ad uscire, in buona compagnia è meglio : Smile :
La foto del tuo avatar mi sembra di averla già vista, mi sembra di averla fatta io questa primavera...

Valeria

Celeste

Re: La decisione di farsi aiutare

Messaggio da Celeste »

Una delle possibilità degli psicologi è fare diagnosi (Legge 18 febbraio 1989, n. 56 articolo 1).
Ovvio che il cliente potrebbe anche chiedersi se fidarsi totalmente.
Ho letto di alcuni psicologi anche abbastanza critici verso la diagnosi, altri invece gravitano attorno ad essa. Scegliere uno psicologo può non essere facile... magari si può chiedere in anticipo l'indirizzo seguito da lui o da lei, per sapere da chi si sta andando e documentarsi un pò. Il sentito dire a me non ha mai soddisfatto.
Io a volte avrei il desiderio di andare da una psicologa (non a caso donna) a parlare della mia "femminilità", ma non lo faccio perché temo che la userei per trovare un rinforzo, una conferma, uno sprofondamento in una data direzione.
In realtà l'esperta ideale che vorrei trovare sarebbe una persona che riesca a guardarmi dentro in modo obiettivo e cristallino, perfino oltre le mie convinzioni, i miei desideri e le mie resistenze... uno specchio realistico e non solo un rispecchiamento o un rafforzamento di quello che io mi immagino. Però invece di cercarmi questa psicologa immaginaria, preferisco per ora cercare di essere sincera con me stessa e confrontarmi con altre persone. In ogni caso penso che sia importante mantenere il senso della responsabilità personale, sia nella scelta del professionista a cui rivolgersi sia nel modo di considerare quello che potrà emergere dalle sedute. In fondo penso che il (o la) protagonista responsabile della propria vita resti la persona stessa e non ciò che viene certificato.

OT: Conobbi una persona stracarica di psicofarmaci. A chi cercava di suggerirle che avrebbe potuto anche provare un percorso senza farmaci, lei rispondeva che quei farmaci le erano stati prescritti e pertanto era un suo dovere prenderli. Diceva che era una persona semplice e dato che le era stata fatta una diagnosi non aveva senso porsi altri domande... contenta lei.

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