La decisione di farsi aiutare

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Re: La decisione di farsi aiutare

Messaggio da Roby »

Non conosco le tecniche elencate da Celeste ma mi sembra tutto molto "manipolatorio" e non mi piace.

Non credo che un professionista coscienzioso dovrebbe spingere un* paziente verso una certa direzione solo perché l*i ha detto di voler andare in quella direzione. Anche se avesse a disposizione i mezzi non dovrebbe farlo.

Un professionista coscienzioso dovrebbe piuttosto aiutare un* paziente a capire se quella direzione è veramente la cosa giusta per l*i, quella che davvero desidera intimamente.

Ho parlato di professionista coscienzioso, aggiungo anche preparato. Non nego né escludo che ci siano psicologi senza scrupoli che manipolano e danneggiano i loro pazienti, così come le cronache ci hanno parlato di chirurghi criminali (per fare un esempio). Però questo non vuol dire che l'intera categoria sia così anzi credo proprio tutt'altro!

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dream62
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Re: La decisione di farsi aiutare

Messaggio da dream62 »

Roby ha scritto:Non conosco le tecniche elencate da Celeste ma mi sembra tutto molto "manipolatorio" e non mi piace.

Non credo che un professionista coscienzioso dovrebbe spingere un* paziente verso una certa direzione solo perché l*i ha detto di voler andare in quella direzione. Anche se avesse a disposizione i mezzi non dovrebbe farlo.

Un professionista coscienzioso dovrebbe piuttosto aiutare un* paziente a capire se quella direzione è veramente la cosa giusta per l*i, quella che davvero desidera intimamente.

Ho parlato di professionista coscienzioso, aggiungo anche preparato. Non nego né escludo che ci siano psicologi senza scrupoli che manipolano e danneggiano i loro pazienti, così come le cronache ci hanno parlato di chirurghi criminali (per fare un esempio). Però questo non vuol dire che l'intera categoria sia così anzi credo proprio tutt'altro!

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Sì, sono d'accordo con ciò che dici. Ma come può un* psic... opporsi ad una condizione che, a detta del <paziente>, fa stare bene quest'ultimo? Non stiamo parlando di fobie assassine o malvagie , quindi da reprimere con tutti i mezzi.
Ricordando vecchi post, anche sulla vecchia piattaforma del forum, tutt* coloro che esordivano in sedute psicologiche riportavano la propensione del professionista (psicologo o psichiatra) a fare proseguire ( e spesso a stimolare) nella ricerca e nella esternazione della personalità femminile; è successo anche a me.
Diventa molto più delicata la faccenda nel momento in cui il/la professionista ha davanti un minorenne, accompagnato dai genitori, che vuole intraprendere un percorso di transizione mtf o ftm perchè avverte forti disagi e disallineamento col proprio corpo.
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Re: La decisione di farsi aiutare

Messaggio da Roby »

dream62 ha scritto: Sì, sono d'accordo con ciò che dici. Ma come può un* psic... opporsi ad una condizione che, a detta del <paziente>, fa stare bene quest'ultimo?
[...]
Giusto. Ma io non ho mai detto che uno psic si dovrebbe opporre o scoraggiare la condizione che un* paziente riporta come fonte di benessere.
Nel post di Celeste io vedevo delle tecniche che mi sembravano manipolare il paziente per indurlo verso una strada aumentando le motivazioni individuali.
Io mi dicevo in disaccordo con queste pratiche.
Il mio psic non mi ha mai detto di smettere, mi ha incoraggiata a cercare il mio benessere ma non ha mai usato tecniche per spingermi ad andare "oltre" quello che io mi sentivo di fare.
Sta qui il limite.
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Re: La decisione di farsi aiutare

Messaggio da Valeria »

Da ragazzo volevo la moto ... non l'ho mai comperata, malgrado, tra ragazzini in tanti ci motivavavavamo per poi andare in moto e potersi permettere di averla.
Presi poi la patente. Tanti guidano. Io ho guidato poche volte. Attualmente non guido.
Per prendere la patente andai a scuola guida. L'istruttore mi motivò a prenderla. Non sapevo in allora che farmene, ma per il futuro lavoro, poteva venire bene e la presi. Poi non servì, mi spostai in altri modi, che ancora oggi ho: camminare, mezzi pubblici, a volte taxi.

Sono vissuto lo stesso ... non mi sento menomato nel non avere avuto la moto, nel non avere un'auto e da non guidare ... però lo saprei fare.

In fondo quando mi vesto, trucco: è un po' così: ho la patente, so guidare (non proprio bene nel caso del vestirmi e truccarmi) ... ma non sono diventato ne un'auto, ne una moto.
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Re: La decisione di farsi aiutare

Messaggio da Roby »

Io credo di aver dato tutto quello che potevo, sulla base della mia esperienza personale, del buon senso, pur in assenza di competenze accademiche in materia.
Mi fermo qui.
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Celeste

Re: La decisione di farsi aiutare

Messaggio da Celeste »

Dato che si è parlato di buon senso posso dire che per me buon senso è essere consapevoli delle proprie scelte. Se mi fido del mio psicologo è una scelta, se mi fido delle medicine che mi vengono prescritte dallo psichiatra o da un altro medico è una scelta. Personalmente preferisco essere ben cosciente di tutte le cose che io ho deciso.
Le tecniche da me citate nel mio precedente intervento non vengono affatto considerate criminali. Ad esempio il colloquio rogersiano è ampiamente usato in psicologia, ha anche delle applicazioni in pedagogia e in varie aree in cui c'è interesse per la comunicazione. Io non intendo criminalizzare tale tipo di colloquio, dico solo che è il cliente a decidere di cosa vuole parlare quando va dallo psicologo. Se desidero parlare del benessere che provo en femme è una mia scelta, se invece voglio parlare della compulsione, del rapporto tra e con i miei genitori, della mia impotenza psicologica, della mia dipendenza emotiva, ecc... sono altre scelte.
Ho citato il colloquio rogersiano sia perché è abbastanza diffuso sia perché può dare la sensazione di essere capite e sostenute. Interessante è notare che esiste un altro tipo di colloquio, con fini persuasivi, che si chiama colloquio motivazionale. Nel colloquio motivazionale si rispecchia intenzionalmente solo una parte di ciò che il soggetto esprime in modo da motivarlo. Sembra una cosa diabolica e invece viene usato con successo per assistere le persone che hanno dipendenze patologiche (alcol, droga, gioco, ecc...) rispecchiando i loro dubbi su ciò che dannosamente stanno facendo e la volontà e la capacità di venirne fuori (evitando di rispecchiare eventuali motivi per drogarsi). Questa persuasione può funzionare proprio perché ricevere un rispecchiamento amplifica l'attenzione e la produzione di pensiero ed emozione su ciò che viene rispecchiato. Quindi si può immaginare che se io vado dallo psicologo e già ho deciso di cosa voglio parlare ne trarrò un sostegno.
Poi nel mio intervento precedente ho citato delle tecniche che potrebbero essere usate per attenuare l'ansia di essere giudicate en femme. Anche qui non mi pare di aver detto nulla di satanista, sono tecniche che non vengono considerate criminali, vengono insegnate e applicate. Solo che di nuovo per me è importante essere consapevoli che si è chiesto di diminuire l'ansia a mostrarsi en femme, è una scelta personale.

Concludo dicendo che per me essere adulti significa rendersi conto delle proprie scelte ed essere responsabili delle conseguenze. Poi si può avere fede in chi o cosa si vuole : Love :

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Re: La decisione di farsi aiutare

Messaggio da LauraB »

debora82 ha scritto: mi sono trovata davanti ad una persona che psicologicamente ha cercato di capirmi ma che non conosceva evidentemente l'argomento....ne tanto meno chi fosse un crosdresser.
Penso prima di ogni cosa sia di secgliere la persona giusta....come si puo fare..?evidentemente non tutte trattano tematiche a 360 gradi....vorrei che questa discussione su come farsi o meno aiutare da una persona da una psylocoga possa diventare in un futuro una quasi forma di guida per chi come me domani potrebbe intraprendere questo percorso.
Questo tema è stato molto trattato nel primo incontro del gruppo T arcigay orlando (BS). Esperienze negative, di piu persone, riguardo a psy non preparati, a consultori che non ti danno aiuto..

Noi siamo partiti quest'anno, e siamo ancora in rodaggio. Tuttavia intorno al gruppo si sta creando una rete di consulenti, che finalmente trovato un referente ( due, il Boss e io) possono a loro volta avere appunto un terminale.
A breve collaboreremo col Sat di verona, si aprirà uno sportello, il che ci renderà piu efficienti.
Nel frattempo lavoriamo per ampliare indirizzi e informazioni. Medici, gruppi di aiuto, centri logopedistici ed estetici, insomma tutto quello che viene utile senza doversi sobbarcare viaggi di 80 km.
Tra questi professionisti stiamo vagliando anche degli psicologi, il 16 ne conosceremo uno, e/per cercare di capire se e come collaborare.

In definitiva, abbiamo in sede una serie di indirizzi utili e altri ancora ne aggiungeremo. Mi sto rendendo conto che esiste un mondo molto attivo ma che si conosce poco, dove le informazioni girano a fatica, quasi per caso.
Laura Bianchi

Celeste

Re: La decisione di farsi aiutare

Messaggio da Celeste »

Ho trovato un paio di articoli e mi sembra doveroso che io metta i link:

https://ricerca.repubblica.it/repubblic ... refresh_ce

https://www.lescienze.it/mind/2019/12/0 ... e-4634572/

questo per dire che nella salute mentale esistono molte posizioni differenti, quindi ribadisco che scegliere per se stess* un professionista (o consigliarlo o vagliarlo per altr*) è una bella responsabilità, infatti le posizioni espresse nei due articoli non credo siano condivise da tutti gli esperti a cui si può decidere di rivolgersi. Da notare che il primo articolo è firmato da Umberto Galimberti che è molto stimato tra psicologi, psicoterapeuti, psicoanalisti e psichiatri.

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Re: La decisione di farsi aiutare

Messaggio da Andrea »

Celeste ha scritto:Ho trovato un paio di articoli e mi sembra doveroso che io metta i link:

https://ricerca.repubblica.it/repubblic ... refresh_ce

https://www.lescienze.it/mind/2019/12/0 ... e-4634572/

questo per dire che nella salute mentale esistono molte posizioni differenti, quindi ribadisco che scegliere per se stess* un professionista (o consigliarlo o vagliarlo per altr*) è una bella responsabilità, infatti le posizioni espresse nei due articoli non credo siano condivise da tutti gli esperti a cui si può decidere di rivolgersi. Da notare che il primo articolo è firmato da Umberto Galimberti che è molto stimato tra psicologi, psicoterapeuti, psicoanalisti e psichiatri.
Grazie Celeste per questi ulteriori spunti di riflessione

Galimberti mi sembra più filosofo che psicologo per come si propone e la sua riflessione è criticabile nel giudizio finale negativo che dà sulla transessualità.
L'altro articolo è troppo sintetico per capire cosa si intende veramente

Very
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La verità è che i nomi ci scelgono ancora prima di pronunciarli (Giovanna Cristina Vivinetto)

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Re: La decisione di farsi aiutare

Messaggio da LauraB »

Avevo saltato gli articoli, poi le parole di Veronica mi hanno incuriosita.

Del primo articolo non salvo niente. Si tratta di un avvitamento lessicale forse ottimale a livello letterario ma di nessuna consistenza ne tecnica ne medica o altro.

Il secondo è una sintesi di una ricerca, il cui unico dato certo affermato è uno stato di acuta sofferenza di una persona che percepisce che il proprio “vero” sesso non coincide con quello biologico

L affermazione finale è: Gliske ha condotto un’approfondita revisione delle ricerche precedenti e ha sviluppato una nuova teoria,

In pratica, niente sicurezze.

L ultima affermazione è: ulteriori conferme sperimentali di questi risultati potrebbero trattare in modo specifico la condizione di distress cronico dei pazienti con disforia di genere, senza ricorrere a un intervento chirurgico di cambio di sesso invasivo e irreversibile

L unica realta ad oggi, alla fine, è che esiste un disagio legato al corpo, e per ora solo la chirurgia puo aiutare.
Si, magari forse un giorno scopriranno la molecola per non essere tx ( o cd..) e vivremo felici.

Se il discorso degli interventi sui genitali è serio, il resto degli interventi non è catastrofico come descritto. E forse se fosse la società ad essere meno binaria ( il primo articolo parte con un infelice "attivo e passivo") forse il peso del non essere allineati sarebbe meno peso.

Il problema delle persone transessuali, ma anche di chiunque sia lgbt o non allineato anche solo a livello estetico (abbigliamento etc) è la società, una certa società legata a "tradizioni" e cose simili. Di fronte alle persone, alle sofferenze, risponde con il rispetto delle "regole" sociali o meno.

E' questo il punto da scardinare, da risolvere subito oggi.
Laura Bianchi

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