Stefy, accordo va benissimo (ricordo infatti di aver firmato un contratto in presenza di testimoni), la mia osservazione non ha alcuna pretesa normativa. A volte fare una scelta può salvare le apparenze ma non la sostanza. L'asceta rinuncia a qualcosa di sè per il bene supremo, noi no, finchè saremo invischiati nei nostri sfaceli non possiamo far finta di niente. Un partner molto esigente ci spinge a fare a meno delle nostre emozioni. Certe volte i bisogni emotivi del partner sono così ingombranti che si teme di non avere le capacità di soddisfarli e dunque partono tutti i ragionamenti sulla femminilità latente: "forse non sono così uomo da soddisafre una donna". Calma, lei è un essere umano come te; Il rispetto della sofferenza altrui non può essere sempre mediato con i propri bisogni emotivi.dream62 ha scritto:Frida, forse ho sbagliato termine usando la parola 'accordo' ma l'avevo inserita tra le freccette proprio per accentuare l'enfasi.Frida ha scritto: ......
.. e se uno dei due si ammala, o viene meno la buona sorte? l'accordo decade?
Se il benessere dell'uno crea sofferanza all'altro forse sarebbe meglio capire il perchè prima di cedere a qualsiasi ricatto emotivo.
Il fatto che io non comprenda cosa ci sia di meraviglioso a girare per casa vestiti da donna non vuol dire che per non turbarmi debba costringere qualcun'altro a rinunciare alle sue emozioni. Se mia moglie credesse di essere un unicorno, le starei vicina. Se invece volesse andare a vivere nel regno degli animali magici allora ci vedremmo ogni tanto se vorrà ma le starei sempre vicina per come posso.
Come dice Coffee, anch'io (quasi 30 anni fa) ho promesso a mia moglie di starle vicino nella salute (spero tanta) e nella malattia (spero poca), quindi l'accordo non decade ...neanche dopo 3 dècadi
Ma il mio è stato un gesto, una mia scelta, nei confronti di mia moglie, di rispetto (di amore?) per lei, per non crearle sofferenza. Forse ho messo il dovere davanti al diritto e lei ha apprezzato.
Questo comunque esula dal potersi confrontare tra moglie e marito, o tra partner, su certi argomenti che possono creare <prurito > ad uno dei due; ogni tanto mi capita di parlarne con la mia 'comandante' di crossdressing, di disagi interiori... ecc.ecc.
Coffee, la metafora dell'unicorno, come ha detto Alice, significa anche che tutti possono avere dei momenti in cui il bisogno di fantasticare prevale sul prinicipio di realtà. La follia non c'entra. I cd fantasticano di essere donne affascianti quando indossano un collant. Se una donna fantasticasse di essere un uomo mentre indossa dei calzini allora non va bene? Solo i maschi possono fantasticare mentre le donne no?
Se l'unicorno saltasse la staccionata verso territori inabitabili non resterebbe molto da fare; si salta inseme o c'è la separazione senza troppi psicodrammi, accordo permettendo.