Caldo

[AnnaSettantatre]

Pomeriggio di una domenica di luglio, il sole arde nel cielo intensamente azzurro e la sensazione di calore e' quella che in inverno si sente uscire dalla stufa aprendone lo sportello per aggiungere legna. Essendo impossibile stare al sole a lungo mi rifugio nell'ombra un po' greve della tavernetta, domandandomi oziosamente se non sia il caso di vestirmi.
Non ho un motivo per farlo, né del resto ne ho mai avuto uno che non fosse il semplice desiderio, eppure so che se lo facessi poi starei bene, come si sta bene dopo l'ennesimo xanax preso non perché non si riesca a dormire, ma tanto per scongiurare l'evenienza che accada.
Penso con scarso entusiasmo al fondotinta da stendere sul viso, in più passaggi perché non si noti l'ombra della barba. Penso anche che se non avessi la barba basterebbe una passata leggera, magari solo un po' di cipria, e qualcosa sulle palpebre, forse sulle labbra. Con ancor meno entusiasmo penso alla sensazione della parrucca in testa, al calore che ne riceverei, e ancora mi domando se sarebbe diverso, se i capelli fossero i miei.
Sarebbe diverso eccome senza barba, coi capelli lunghi: non sarebbe più un gioco, almeno per come la vedo io, significherebbe aver preso una decisione, o stare per prenderla, decidere di essere qualcosa, o qualcuno, rinunciando ad essere qualcos'altro, o qualcun altro, al limite niente. Tutte decisioni che non ho mai voluto prendere, né mi manca il non averle prese.
E quindi, che fare?
Posso stare per un po' senza il mio ansiolitico, la mia coperta di Linus come qualcuno tempo fa mi confidò che intendeva questo nostro modo d'essere?
Si può provare, sì, perché fa caldo, ma la cosa non mi rende entusiasta.
Ho bisogno di vacanze, ma non nel senso comunemente attribuito al termine quanto piuttosto di vacanza da me, da quel che mio malgrado sono e magari non vorrei essere, da tutte quelle cose, e sono tante, che non mi vanno.
Ma oggi non ce la faccio proprio e allora invece di truccarmi mi spoglio e mi butto in piscina in attesa che arrivi la sera, e domani quell'altro potente anestetico, il lavoro, riprenderà a fare il suo effetto e passerò qualche giorno non certo felice, ma almeno impegnato.
In attesa che il sole smetta di ardere, che la temperatura cali.
Che la notte, scenda.

[Cristina Visconti]

Pomeriggio di una domenica di luglio, il sole arde nel cielo intensamente azzurro e la sensazione di calore e' quella che in inverno si sente uscire dalla stufa aprendone lo sportello per aggiungere legna. Essendo impossibile stare al sole a lungo mi rifugio nell'ombra un po' greve della tavernetta, domandandomi oziosamente se non sia il caso di vestirmi.
Non ho un motivo per farlo, né del resto ne ho mai avuto uno che non fosse il semplice desiderio, eppure so che se lo facessi poi starei bene, come si sta bene dopo l'ennesimo xanax preso non perché non si riesca a dormire, ma tanto per scongiurare l'evenienza che accada.
Penso con scarso entusiasmo al fondotinta da stendere sul viso, in più passaggi perché non si noti l'ombra della barba. Penso anche che se non avessi la barba basterebbe una passata leggera, magari solo un po' di cipria, e qualcosa sulle palpebre, forse sulle labbra. Con ancor meno entusiasmo penso alla sensazione della parrucca in testa, al calore che ne riceverei, e ancora mi domando se sarebbe diverso, se i capelli fossero i miei.
Sarebbe diverso eccome senza barba, coi capelli lunghi: non sarebbe più un gioco, almeno per come la vedo io, significherebbe aver preso una decisione, o stare per prenderla, decidere di essere qualcosa, o qualcuno, rinunciando ad essere qualcos'altro, o qualcun altro, al limite niente. Tutte decisioni che non ho mai voluto prendere, né mi manca il non averle prese.
E quindi, che fare?
Posso stare per un po' senza il mio ansiolitico, la mia coperta di Linus come qualcuno tempo fa mi confidò che intendeva questo nostro modo d'essere?
Si può provare, sì, perché fa caldo, ma la cosa non mi rende entusiasta.
Ho bisogno di vacanze, ma non nel senso comunemente attribuito al termine quanto piuttosto di vacanza da me, da quel che mio malgrado sono e magari non vorrei essere, da tutte quelle cose, e sono tante, che non mi vanno.
Ma oggi non ce la faccio proprio e allora invece di truccarmi mi spoglio e mi butto in piscina in attesa che arrivi la sera, e domani quell'altro potente anestetico, il lavoro, riprenderà a fare il suo effetto e passerò qualche giorno non certo felice, ma almeno impegnato.
In attesa che il sole smetta di ardere, che la temperatura cali.
Che la notte, scenda.

Cara Anna, mi piace tanto leggerti in quanto ti invidio tantissimo una cosa che non so fare io: esternare a parole le sensazioni/emozionidei momenti.
Grazie di ciò che mi regali. E in bocca al lupo per il tuo "ristoro"

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[Marika]

... in realtà qualche piccola soddisfazione riesco a cavarmela ...
Sono andata in spiaggia con un costume stringatissimo brasiliano anche se ero uomo e nessuno ci ha fatto caso, tanto metà della spiaggia era in costume brasiliano!
E la sera sono sempre uscita in leggings al polpaccio, tanto a Jesolo se ne vede di ogni ...
Comunque meglio che niente.
Stasera vado a vedere se riesco a procurarmi una nuova parrucca decente.