Le ragioni di un perchè

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Nathan
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Le ragioni di un perchè

Messaggio da Nathan »

Un saluto a tutto il forum.
Ricordo la prima volta che ho trovato questo forum.
Era il 2009 ed ero un giovane attivista.
Qui ho trovato anni ed anni fa Laura Caruso, che oggi considero una carissima amica,
nonchè socia affezionata del milk, e considero il mio percorso come lo speculare del suo.

Nella mia vita ho sempre combattuto due immensi nemici: il binarismo, e il dogmatismo.
Il binarismo non è per forza quello "di genere", ma anche, ad esempio, il binarismo transessuale/travestita.
Non so perchè ho preso a cuore la battaglia contro il binarismo, forse perchè, per molti parametri,
non ci sono mai stato dentro nemmeno io stesso.

Non sono un transessuale, ma non sono un travestito.
Entrambe le realtà hanno remore su di me, e per questo ho fondato contesti sia fisici (www.milkmilano.com),
sia informatici (il gruppo questione di passing, il blog progetto genderqueer) in cui questi "binarismi" non esistono
e ci si pone il problema di "chi" una persona è, e non "cosa" è

Recentemente le cyberattiviste transessuali, fiere della loro transizione, che loro "credono" legittimi il loro femminile,
mi hanno "deliziato" con razzismi come questo. L'ho tra l'altro scoperto per caso

Immagine

Ovviamente il fatto che disprezzino il mio percorso "non medicalizzato" e considerino il milk un mondo "strano" e "nonsense"
che accoglie crossdresser, gendefluid, persone non medicalizzate, a me suona come un complimento,
e a queste persone binarie va il mio disprezzo.
Non mi interessa "il movimento glbt", non mi interessa che le associazioni storiche e tradizionaliste considerino T anche chi non
viene "penetrato" dall'ago che spara dentro ormoni. Io mi sono fondato le mie piccole oasi antibinarie e il resto vaffanculo.
Le mie energie sono a far cambiare idea ad "eterolandia", e a far conoscere a tutte le persone non binarie questi spazi in modo
che non si sentano sole.

Anche il mondo trav è ostile a me, a volte.
Qui ho trovato tante amiche. Molte vengono al milk, molte leggono e commentano il mio blog, molte scrivono su "passing" e altri gruppi fb.
Ad altre faccio antipatia, e "non solo" per il mio carattere fiero.
Che io sia fiero ed intransigente non è un segreto. Raramente gli idealisti non lo sono.
Quando una persona nega gli ideali che ho eviscerato per anni, nei miei studi, mi sento come un architetto contestato sull'architettura da uno con la terza media.
Non penso che le mie idee siano lapidarie. Sono in evoluzione, ma hanno dei pilastri saldi, come ad esempio che il "binarismo" non esiste, ed è una semplificazione umana.

A volte penso che la mia semplice esistenza (sono l'unico T non medicalizzato esposto socialmente, anche se ce ne sono tanti, in entrambe le direzione, sul gruppo del passing, al milk, e lettori di progetto genderqueer, ma socialmente non sono visibili, e quindi io nel bene e nel male rappresento da solo questa enorme identità), dia fastidio. Sicuramente a chi non accetta che una persona sia trattata "come da suo genere" senza ormoni: loro hanno fatto "dei sacrifici", la transizione, e quindi vogliono essere gli unici ad assaggiare l'accettazione sociale. Vorrebbero precluderla a me, che, con pazienza e (scusate), intelligenza, e con un briciolo di faccia di culo, per anni ho lavorato sulla società per far si che mi includesse, avendo, talvolta, anche delusioni e porte in faccia, causate dal mio "non passing".

A volte penso che anche il mondo trav possa sentirsi "offeso" da casi come il mio. Fisicamente io e una persona trav siamo identici.
Dentro di me non scorre nessun ormone del sesso opposto (se non in proporzioni fisiologiche).
Come voi siete attratte dalle donne, io sono attratto dagli uomini, quindi non proveniamo dal mondo "omosessuale", e il nostro tema è "il gender".
Come molte di voi tengo moltissimo alla cultura e alla carriera, diversamente da molte persone trans che non si preoccupano di cio' (ma molte altre persone trans lo fanno). L'unica vera differenza tra me e voi è la ricerca di visibilità identitaria.
Evidentemente non è una questione di "palle", ma di esigenze. A me farebbe ributtare un partner che mi pensi donna eterosessuale, mi scopi come una donna etero, pretenda da me gli stilemi di una donna etero. Io ho voluto visibilità al maschile non per "coraggio", ma per esigenza. Una vita al femminile mi avrebbe ucciso. Gia' mi uccide in ufficio (in cui vado con l'aspetto che ho, quindi immaginatevi cosa vedano in me), ma figuriamoci se anche amici, partner, e parenti mi concepiscano al femminile. Morirei suicida poco dopo. La mia visibilità mi ha causato molti abbandoni, ma anche a poco a poco la ricostruzione di una nuova società di persone attorno a me, anche e soprattutto etero, che, lasciatemelo dire, sono molto "migliori" di quelli che ho perso.
Essi provengono da tutti gli ambienti: buddhisti, vegani, laici, valdesi, asessuali, poliamoristi, bisessuali, massoni.
Una cosa che mi hanno insegnato, questi "diversi" in altro modo, è il non dogmatismo. Il rispetto per cio' che non si conosce o solo per sentito dire.
Eppure da persone GLBT (o trav) spesso arrivano dita puntate verso cio' che non si capisce. Perchè umani lo siamo tutti e giudicanti pure.

Recentemente Cloe Bianco, una ragazza non medicalizzata, ha avuto problemi in alcune associazioni glbt.
La giudicavano perchè "si cambiava in bagno", sottolineavano che "non era come loro", perchè "loro avevano avuto il coraggio del loro vissuto" e , ammettiamolo, prendevano gli ormoni. Io ho PRETESO un'associazione che accoglie le persone "velate", non esposte socialmente, ma anche le persone crossdresser, genderfluid, e i bisessuali, cosi maltrattati in altre associazioni, tanto che qualcuno, molti, dicono che "non esistono".

Poi è chiaro che io appaio come uno stronzo, e mi sono anche chiesto che senso ha per me stare qui.
Da un lato, questo forum mi ha permesso di conoscere persone meravigliose.
Luisa, Linda, Laura Caruso, ma anche Serena84, e tante altre.
Dall'altro io non ne capisco le dinamiche.
Sono uomo, e sono anche uomo T. Ho considerato una violenza collant, gonne, vezzi stupidi che ci imponevano "d'ufficio",
e poi vedo persone che nella vita sono uomini etero, che ricercano tutto cio'.
Eppure io sfido il mio non dogmatismo cercando di comprendere cio'. Gli altri ftm mediamente invece "odiano" le persone trav,
proprio perchè non sanno affrontare le proprie ferite, mettersi in discussione, analizzarsi.
Ma la cosa che invece non riesco a capire è la diffidenza.
Io propongo gli eventi milk, o il gruppo facebook passing, o il blog,
ma propongo e basta. Voi mi chiedete di insistere, di spiegare, di giustificare.
Sarà che sono "frocio", ma non riesco ad insistere con le signore come fanno gli ometti etero.
E quindi divento un maschietto maleducato e dico "aho', se volete veni' venite, senno' amen".
E poi mi chiedo "io propongo loro cose che potrebbero essere interessanti per loro, e loro mi rompono pure le palle!"
Lo penso, e mi scoraggio, ma forse non è colpa di nessuno.
Nella mia testa è logico che questi spazi potrebbero essere interessanti per voi (e infatte molte ne usufruiscono),
ma poi vengo colpito dalla diffidenza, dal sospetto, addirittura dal pensiero che io possa avere vantaggi ad offrivi
strumenti e luoghi gratuiti. E allora mi passa la voglia di condividere, oppure mi chiudo nel binarismo che sostiene che
il mio caso e il vostro sono diversi, e che non lo sono solo nella mia testa.

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serenabi84
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Re: Le ragioni di un perchè

Messaggio da serenabi84 »

Ho letto tutto con attenzione, e mi dispiace che tu stia attraversando questi stati d'animo.
Ripeterò qui un discorso che ti ho fatto altre volte: il solo fatto che tu esista è motivo di speranza per tanti.
Lo è stato per me, in un periodo buio, che ora sembra così lontano, ma che è finito appena due mesi fa.

Ricevere insulti alle spalle (mi riferisco alla screenshot che hai pubblicato) fa male sempre e comunque, ma è parte della vita. L'essere attivista ti espone maggiormente a questo rischio, perché ci sarà sempre chi, pur di sostenere le sue idee, non ti risparmierà colpi bassi. L'essere attivista ti fa sentire ancora più ferito, perché ti fa pensare: "perché proprio a me, che mi sbatto così tanto?". Riflessione che porta presto a: "ma chi me la fa fare, di sbattermi tanto?".
Si tratta di mie supposizioni, magari anche errate, perché io non sono un attivista, quindi in questo momento sto parlando di cose che non conosco, ma voglio provarci comunque.

Chi te la fa fare?
Tutti gli amici sinceri che hai conosciuto.
Tutte le persone che hai aiutato.
Gli ideali in cui credi.
Ciò che tu stesso sei. E qui non mi riferisco all'essere transgender, ma all'essere intellettuale.

Non deve essere facile.
Perché tu, a differenza di molti altri, ci metti la tua vera faccia.
Perché tu accetti il confronto con chiunque, quando altri non riescono ad accettarlo nemmeno con se stessi. Confrontarsi è difficile, Nathan (non devo certo ricordartelo io!), ma tu lo fai lo stesso.
Perché anche tu hai una vita professionale e personale da mandare avanti, al di là del tuo attivismo.

Insomma, è difficile essere "Nathan". Ma tu ci riesci meravigliosamente!

Non sono solito scrivere discorsi di questo tipo. Ho sempre paura che risultino un po' stucchevoli. Però mi rendo conto di quanto sia importante ricevere l'apprezzamento delle persone per cui combatti. E qui so bene di cosa sto parlando. Quindi è doveroso, da parte mia, esprimerti il mio sostegno.

E' molto più difficile darti dei consigli, proprio perché "è difficile essere Nathan", ed ho paura di dirti soltanto banalità. Ma anche qui, faccio un tentativo.
Sintetizzo e riprendo una nostra vecchia conversazione:
Io: stai combattendo troppe battaglie
Tu: la battaglia è solo una, quella contro il dogmatismo ed il giudizio
Al tempo non seppi rispondere, lo faccio ora: quella non è la battaglia, ma la guerra. Ogni guerra è fatta da battaglie, e se ne combatti troppe, su troppi fronti diversi, e senza buoni alleati, potresti anche vincerla, ma ti logorerebbe. Ammiro la tua tenacia, ma lo sforzo che chiedi a te stesso è sovrumano. Per capirci fra di noi, mi sembri Gatsu di Berserk, ma non puoi pretendere di esserlo nella vita reale. Devi, purtroppo, scegliere quali battaglie combattere. E quindi posso capire i tuoi dubbi riguardo questo forum.
Ma forse non è un fronte da abbandonare completamente, non credi?

Su questo forum ho visto alcune discussioni che, purtroppo, sono degenerate. A volte, non importa quanto siano valide le argomentazioni di una parte o dell'altra, ognuno resta del suo parere. Se non fosse così, saremmo tutti cloni. Quelle discussioni sono esempi di battaglie che non si possono vincere, ma che logorano. Secondo il famoso libro orientale "l'arte della guerra", quelle sono le peggiori battaglie possibili. Un bravo generale deve saper scegliere le sue battaglie. Ma ciò non vuol dire abbandonare completamente il fronte.

L'ho buttata sul filosofico, ma in soldoni: ci sono state discussioni andate male... vabbé, capita! Mettiamoci una pietra sopra ed andiamo avanti, no? Tu hai dato un grosso contributo a questo forum, e qui hai conosciuto molti amici. Secondo me, tu e questo forum avete ancora molto da guadagnare reciprocamente!
Continua a proporre i tuoi argomenti, perché sono sempre interessanti per qualcuno. Soltanto, evita gli scontri quando ti rendi conto che non sono produttivi.

Ho scritto tanto, ma non era il caso di lesinare le parole. Spero che tu voglia restare a far parte di questa comunità, e penso di essere in buona compagnia. Esorto tutti coloro che lo ritengono opportuno a non essere timidi ed ad esprimere il loro appoggio. Un grazie non costa nulla, e produce tanto!
Sono ovviamente bene accette anche le critiche, purché costruttive.
Sabrina

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Re: Le ragioni di un perchè

Messaggio da Valentina »

Caro Nathan, tu sei un uomo, ed anche se non sei maschio, resti sempre un uomo. A me, non me ne frega un fico secco di quale organo sessuale trasporti tra le gambe, o con chi tu voglia fare sesso.
Tu sei un uomo, ce l'hai detto tu e ce lo dice anche il tuo modo di porti a noi ed al mondo. A me questo basta ed avanza.
Ma come sai, il mondo è pieno di stronzi e stronze, che per i motivi più disparati, in qualche modo, mettono sempre il bastone di traverso. Non devi stupirti che alcune persone che incontri nella vita, siano stronze, ce ne sono tante, tantissime e vista la tua giovane età, hai appena iniziato ad incontrarle. Ai voglia a magnà bistecche!!!
Se può consolarti, per quello che può servire, anche nel mondo dei crossdresser ci sono molti "articoli" strani. Ricordo perfettamente, alcune discussioni fatte con un gruppetto di crossdresser puristi. Secondo loro, darci dei nomi femminili, non aveva senso, perché il crossdresser vero e proprio, non si sente donna e non ha alcun lato femminile ma semplicemente ama indossare indumenti femminili. Sai quante volte gli ho ripetuto che, il darsi un nome femminile, rappresentava un escamotage per riuscire ad essere più profondi nei propri scritti, per cercare di tirare fuori ciò che molti hanno sempre nascosto ed inoltre, non è affatto obbligatorio. Io per esempio, ho un nome femminile, anche se non mi sento affatto donna e non ho alcunché di femminile, semplicemente amo indossare abiti femminili (per semplice feticismo aggiungo io). Quindi, rientrerei perfettamente nel clichè del crossdresser puro, ed invece mi batto per avere la libertà di chiamarci come cavolo ci piace, indipendentemente da come ci vestiamo, da come ci sentiamo dentro e/o da con chi vogliamo fare sesso.
Caro mio, sotto questo punto di vista, viviamo ancora nel medioevo e la strada è ancora lunghissima. Siamo noi però, grazie alle nostre "battaglie", a dover scrivere un futuro migliore che purtroppo, si godranno altri.
L'ignoranza è una brutta bestia e la dimostrazione sono anche le esternazioni "allucinanti" che fanno persone provenienti dai nostri "mondi" o affini. Il condizionamento sociale, ci obbliga nel doverci incasellare, conformare ai dettami degli stereotipi contemporanei. Se non fai ciò, sei un diverso ed un rompicoglioni.
Concludo con una frase che non è ne da maschietto maleducato, ne da femminuccia isterica: Se volete venì, venite, partecipate, frequentate, dite quello che cazzo ve pare, basta che nun rompete li cojoni ar prossimo. Artrimenti, statevene a casa!

;-)

BYE
Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.

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Non discutere mai con un idiota... Ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza!
Voi ridete di me perchè mi vedete diversa...io rido di voi perchè siete tutti uguali!!!
Chi "approfondisce", tra un maccherone e un'insalata, è un diverso e un rompicoglioni che non sa stare a tavola.
Esistono 10 tipi di persone: quelle che capiscono il codice binario e quelle che non lo capiscono!

MARINA65

Re: Le ragioni di un perchè

Messaggio da MARINA65 »

Nathan si chiama razzismo alla rovescia , non ti credere che sia solo una tua prerogativa , alla fine le CD vengono viste male da noi trans non operate e noi trans veniamo a nostra volta discriminate da coloro che hanno fatto il percorso completo e' un po' una catena , capisco che leggere certe cose faccia male ma purtroppo come si suol dire la madre dei deficenti e' sempre incinta, quindi lasciali perdere e vai avanti per la tua strada .

Nanà
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Re: Le ragioni di un perchè

Messaggio da Nanà »

Il motivo per cui si sta in una comunità non é mai racchiuso in una sigla o in una qualche missione, non servono neanche scopi precisi.
Io credo che la tua strada sia in tutto e per tutto identica a tante di noi.
La direzione del percorso conta molto poco, la strada é la stessa.
Io ho letto molti o tutti, credo., i tuoi post, e non ho mai riscontrato atteggiamenti ostili nei tuoi confronti.
Mi domando da dove nasca questa tua sensazione.
Io credo che dovresti venire ad un raduno per capirci qualcosa di più.
Saresti accolto con tutti gli onori.
E magari ti diverti pure.
Per il resto credo che tutte noi apprezziamo il tuo impegno e ammiriamo le tue capacità.
E ti é sempre stato scritto.

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Re: Le ragioni di un perchè

Messaggio da lucreziacd »

Nathan, ho sempre letto con attenzione i tuoi interventi e il tuo blog, e ritengo che le tue idee e il tuo impegno siano una risorsa importantissima per noi tutte.
Parlando di te con la cara amica Laura ho proprio usato il termine "chi glielo fa fare" ancor prima di leggere il tuo pensiero, perchè ho percepito in alcuni interventi una sorta di "ostilità" assolutamente ingiustificata.

Hai fatto un lavoro importante e ti ringrazio per averlo condiviso e per aver offerto la possibilità di ampliare la conoscenza su questi argomenti, e di poter partecipare alle iniziative dell'associazione che presiedi. Forse non tutte si sono rese conto del valore di questo lavoro.
Molte invece, anche se apparentemente sembrano disinteressate e non partecipative, seguono con attenzione gli argomenti e le varie tematiche che proponi.
Le tue idee sono interessanti e possono dare un contributo importante, ma non tutti sono in grado di comprendere.
Condivido le tue riflessioni sul binarismo e sul dogmatismo, e aggiungo che se sulla tua strada trovi persone un poco ottuse, difficilmente sarà possibile intavolare un dialogo o un confronto costruttivo.

Mi trovo totalmente d'accordo su questo concetto: "Come voi siete attratte dalle donne, io sono attratto dagli uomini, quindi non proveniamo dal mondo "omosessuale", e il nostro tema è "il gender".

Mi ha colpito la tua frase conclusiva:
Ma la cosa che invece non riesco a capire è la diffidenza.
Io propongo gli eventi milk, o il gruppo facebook passing, o il blog,
ma propongo e basta. Voi mi chiedete di insistere, di spiegare, di giustificare.
Sarà che sono "frocio", ma non riesco ad insistere con le signore come fanno gli ometti etero.
E quindi divento un maschietto maleducato e dico "aho', se volete veni' venite, senno' amen".
E poi mi chiedo "io propongo loro cose che potrebbero essere interessanti per loro, e loro mi rompono pure le palle!"
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Nella mia testa è logico che questi spazi potrebbero essere interessanti per voi (e infatte molte ne usufruiscono), ma poi vengo colpito dalla diffidenza, dal sospetto, addirittura dal pensiero che io possa avere vantaggi ad offrivi strumenti e luoghi gratuiti. E allora mi passa la voglia di condividere, oppure mi chiudo nel binarismo che sostiene che il mio caso e il vostro sono diversi, e che non lo sono solo nella mia testa.


Non scoraggiarti Nathan, non rassegnarti al binarismo che tanto hai combattuto. Non soccombere al disfattismo di chi ha nello spirito solo voglia di critica fine a se stessa.
Sei troppo in gamba per cedere a queste provocazioni.
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Re: Le ragioni di un perchè

Messaggio da LauraB »

Annotavo da un altra parte che tu sei l unico ftm qui. Quindi per noi tu sei una risorsa in termini di stimoli, idee, punti di vista diversi dal mtf. Purtroppo, al contrario, tu hai più problemi nel forum non avendo un riferimento uguale a te.
Quindi.. resisti...

Lo dico anche da amica, al di la magari di diverse vedute personali o caratteriali. : Thumbup :
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Re: Le ragioni di un perchè

Messaggio da Nanà »

Sarei curiosa di capire in cosa differirebbe una persona ftm da una mtf in termini di elaborazione della propria condizione e strategie di vita.

E sarei altrettanto curiosa di capire che differenza ci sarebbe sul piano amicale e discorsivo nonché affettivo in genere tra i sessi e i generi secondo voi.

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Re: Le ragioni di un perchè

Messaggio da Nathan »

Essere socialmente uomini è un privilegio che la società vuole riservare solo a chi ha...il cazzo.

alla donna possono permettere vestiti androgini, se corredati da qualche tratto femminile (e quindi il tutto diventa ammiccante),
oppure vestiti androgini e basta, senza vezzi femminili (ti permettono di esistere, ma sarai sempre la lesbica trasandata che nessuno caga)
MA
questa persona rimane sempre una donna, gli si rivolge al femminile, con un nome femminile

altre maniche se questa persona vuole essere riconosciuta come uomo...a quel punto la tua vita diventa un incubo
a meno che tu non cominci a "sembrare" un uomo nato maschio, tramite la transizione e il cambio documento (carta canta)

alla luce di tutto cio', la direzione ftm non è "semplice" come molte mtf pensano

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Re: Le ragioni di un perchè

Messaggio da Nanà »

Dovresti provare a concentrarti di meno su quello che tu pensi che gli altri pensano.
Per il resto quello che hai scritto rappresenta esattamente ciò che ci accomuna.
Le difficoltà sono le stesse, l' incubo é il medesimo.

La faccenda dei vestiti lasciamola da parte il problema per noi tutti é la faccia.