Sono però molto curiosa di sapere una cosa... e cioè ti capita mai di desiderare di essere un'artista? Di volerlo essere, di sentire e sognare che sia la tua strada... anche se di fatto poi ti areni? (Lo chiedo perché a me succedeva così... nonostante che fin da piccolissima sono entrata in contatto con l'arte, ma non riuscivo a trovare la mia via)Elisa Da Viinci ha scritto:É rimasta incompiuta, perché come mi accade spesso, quando mi cimento nelle materie artistiche dopo un po’ mi stanco e cerco qualcosa di nuovo.
Mercoledì, no: crusoe non centra
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Re: Mercoledì, no: crusoe non centra
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Re: Mercoledì, no: crusoe non centra
Intervento da applausi. È da tanto che lo vado pensando e predicando e mi ritrovo in sintonia con la Roby, come accade spesso.Roby ha scritto:… che poi sembra che dirsi o essere "tolleranti" sia una cosa positiva…
Invece non lo è per niente.
Io sono Tollerante coi Gay ? con gli immigrati ? coi travestiti ?
Ma ci pensate cosa vuol dire essere tollerante ? che sei di fronte a qualcosa di oggettivamente negativo, che non ti piace, ma ciò nonostante lo "tolleri". Bella roba, ma essere aperti, accoglienti è altra cosa, sapete ?
Una persona Tollerante, prima da un giudizio, e poi decide di tollerare.
Quanto sarebbe bello se non si desse affatto alcun giudizio: perché nei confronti di un gay, un immigrato, un travestito, non c'è proprio niente da giudicare. Si giudica una persona per quello che fa (bene o male) non per quello che è (e non ha avuto nessuna possibilità di scegliere) o appare.
Sembra che oggi la qualifica di tollerante sia assunta dagli intolleranti.
Una persona aperta ma anche semplicemente rispettosa del prossimo, non si sognerebbe neppure di "ergersi a tollerante".
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Re: Mercoledì, no: crusoe non centra
Elisa, sei uno scrigno pieno di sorprese preziose!!!Elisa Da Viinci ha scritto:[...]
Da giovane, volevo fare l’istituto artistico. I miei genitori me lo hanno impedito.
Mi dicevano che la metropoli Fiorentina era tentacolare... meglio una scuola più vicina.
Allora ho scelto la scuola dove la disciplina del disegno era comunque importante: geometri.
Ho finito la scuola, e fatto un anno di informatica per poi iniziare a lavorare in uno studio di architettura.
Li ho avuto la possibilità di conoscere Santiago Calatrava e disegnare per lui un tavolo.
Poi un caro amico conoscendo la mia vena creativa mi chiede di creare con lui una azienda di consulenza informatica.
Io ero la grafica.
Abbiamo fatto diverse esperienze, ma il lavoro più bello é stato fare la direzione è artistica delle riprese per un sito di presentazione di una marca di jeans.
Lo abbiamo girato in Vallina in Chianti. Dove gira i video Masini.
Sono sempre stata considerata creativa, ma devo cambiare spesso perché trovo l’ispirazione solo dalle emozioni.
Antonella
E' facile essere una femmina, bastano un paio di tacchi a spillo e abiti succinti. Ma per essere DONNA ti devi vestire il cervello di carattere, personalità e coraggio (Anna Magnani)
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Re: Mercoledì, no: crusoe non centra
Cara Elisa, il tuo sentimento di sconforto lo vivo anche io, proprio in famiglia, specie nelle occasioni di incontro con familiari che vivono fuori casa.
Ho assistito alla lenta trasformazione dei miei da persone rispettose delle diversità a "tolleranti" di facciata ed intolleranti nel pratico.
Non di rado notavo da parte dei miei una stima nei confronti degli omosessuali, definiti da mio padre persone sensibili, mentre oggi proprio lui griderebbe dietro all'omosessuale noto (leggi persona in vista) "ricchione" se solo lo incontrasse per strada (e non come insulto generico, ma mirato).
A questo siamo arrivati.
Una volta erano le trans, oggi sono "i trans". Se il figlio di quello là del paese è andato in una città diversa e sta cambiando sesso, l'avvistamento merita il pettgolezzo di mia madre con l'amica, quella brava sì, ma dalla bocca troppo larga per non sparlare. Per non parlare del parentado ipertradizionalista. Al solito io la butto sul pratico e vorrei chiedere a questi ultimi quanto ci hanno guadagnato dal "tradizionalismo".
Qui il mio lamento diventa riflessione e reazione. Come è potuto succedere?
I miei erano inseriti nella società e nel lavoro. La situazione è peggiorata col rincoglionimento televisivo da pensionati. Tout court, anche se inelegante descrizione.
Ci si è messa non solo la quantità delle ore di martellamento di luoghi comuni e stereotipi, da sempre terreno di gioco di pubblicitari e creativi di format tv (give the punters what they want), ma anche la qualità aberrantamente scesa. Se un tempo l'omosessuale in tv era rappresentato da discreti, geniali, amabili Leo Gullotta o Paolo Poli, oggi chi troviamo in tv? Macchiette caricaturali, al punto che sinceramente io dubito che siano davvero omosessuali e non piuttosto poveri cristi che si sono inventati un mestiere, della serie -che s'ha da fa' pe' campa'-
Perché non si possono sopportare pagliacci con giacche sbrilluccicose e parlantina fintamente effeminata a parlare di cazzate pretestuosamente "femminili" in un modo che darebbe fastidio anche alla peggio sgallettata.
È vero, la signora Leonida e la "telefona" erano uomini travestiti da donna che facevano ridere, ma non erano burlette carnevalesche cone quelle che vediamo oggi, oppure pagliacciate urtanti. Riuscivano a farsi amare per l'intelligenza sottesa nei loro pezzi, al punto che a nessuno davvero veniva in mente di associare pensieri repulsivi al loro orientamento per il solo fatto di guardarli e sentirli.
Io sono convinta che certe scelte deleterie non siano state calate dal fato, ma un disegno da parte di chi ci ha visto lungo su come plasmare la società in questi ultimi 20 anni. C'è stato un lavorìo lento e (sì!) geniale sui messaggi subliminali. Ovviamente gli omosessuali sono solo una delle minoranze sulla cui pelle si vuole banchettare un consenso (dirottandovi una rabbia, peraltro spesso ingiustificata a fronte di un benessere diffuso), ed infatti i creatori di messaggi subliminali sono indefessamente al lavoro da molto tempo e su diversi fronti.
Non possiamo farci molto, infiammarci non serve. Ridicolizzare le esternazioni intolleranti o le "capriole tolleranti" con acume ed intelligenza, sbattendogli sempre in faccia il paradosso, l'illogicità (esempio: teoria gender, minaccia della famiglia, ecc.) è imho l'unica cosa che funziona.
Tono leggero: con questa tecnica io ho già effettuato il "recupero" di una persona Beh, almeno una!
Ho assistito alla lenta trasformazione dei miei da persone rispettose delle diversità a "tolleranti" di facciata ed intolleranti nel pratico.
Non di rado notavo da parte dei miei una stima nei confronti degli omosessuali, definiti da mio padre persone sensibili, mentre oggi proprio lui griderebbe dietro all'omosessuale noto (leggi persona in vista) "ricchione" se solo lo incontrasse per strada (e non come insulto generico, ma mirato).
A questo siamo arrivati.
Una volta erano le trans, oggi sono "i trans". Se il figlio di quello là del paese è andato in una città diversa e sta cambiando sesso, l'avvistamento merita il pettgolezzo di mia madre con l'amica, quella brava sì, ma dalla bocca troppo larga per non sparlare. Per non parlare del parentado ipertradizionalista. Al solito io la butto sul pratico e vorrei chiedere a questi ultimi quanto ci hanno guadagnato dal "tradizionalismo".
Qui il mio lamento diventa riflessione e reazione. Come è potuto succedere?
I miei erano inseriti nella società e nel lavoro. La situazione è peggiorata col rincoglionimento televisivo da pensionati. Tout court, anche se inelegante descrizione.
Ci si è messa non solo la quantità delle ore di martellamento di luoghi comuni e stereotipi, da sempre terreno di gioco di pubblicitari e creativi di format tv (give the punters what they want), ma anche la qualità aberrantamente scesa. Se un tempo l'omosessuale in tv era rappresentato da discreti, geniali, amabili Leo Gullotta o Paolo Poli, oggi chi troviamo in tv? Macchiette caricaturali, al punto che sinceramente io dubito che siano davvero omosessuali e non piuttosto poveri cristi che si sono inventati un mestiere, della serie -che s'ha da fa' pe' campa'-
Perché non si possono sopportare pagliacci con giacche sbrilluccicose e parlantina fintamente effeminata a parlare di cazzate pretestuosamente "femminili" in un modo che darebbe fastidio anche alla peggio sgallettata.
È vero, la signora Leonida e la "telefona" erano uomini travestiti da donna che facevano ridere, ma non erano burlette carnevalesche cone quelle che vediamo oggi, oppure pagliacciate urtanti. Riuscivano a farsi amare per l'intelligenza sottesa nei loro pezzi, al punto che a nessuno davvero veniva in mente di associare pensieri repulsivi al loro orientamento per il solo fatto di guardarli e sentirli.
Io sono convinta che certe scelte deleterie non siano state calate dal fato, ma un disegno da parte di chi ci ha visto lungo su come plasmare la società in questi ultimi 20 anni. C'è stato un lavorìo lento e (sì!) geniale sui messaggi subliminali. Ovviamente gli omosessuali sono solo una delle minoranze sulla cui pelle si vuole banchettare un consenso (dirottandovi una rabbia, peraltro spesso ingiustificata a fronte di un benessere diffuso), ed infatti i creatori di messaggi subliminali sono indefessamente al lavoro da molto tempo e su diversi fronti.
Non possiamo farci molto, infiammarci non serve. Ridicolizzare le esternazioni intolleranti o le "capriole tolleranti" con acume ed intelligenza, sbattendogli sempre in faccia il paradosso, l'illogicità (esempio: teoria gender, minaccia della famiglia, ecc.) è imho l'unica cosa che funziona.
Tono leggero: con questa tecnica io ho già effettuato il "recupero" di una persona Beh, almeno una!
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Re: Mercoledì, no: crusoe non centra
Forse ho un po' esagerato Elisa, sai anche a me prende un moto di rabbia nel vedere persone intelligenti in qualche modo plagiate.
Sono convinta che almeno nel caso dei miei c'entrino gli input sbagliati ed artificiali, anzi teleguidati, che vengono da tv ed internet. Nel passato, diversi anni fa, ne sono stata contagiata anche io, per questo mi scaglio con l'irruenza di San Paolo folgorato sulla via di Damasco. Nel mio caso (e quello di diversi milioni di persone) gli abili manipolatori seppero giocare sull'ansiosa voglia di cambiamento, per poi deludere amaramente. Se oggi la memoria collettiva si sforzasse di ricordare le pagliacciate di allora, non ricadrebbe nello stesso errore.
Ma sto ricadendo nei discorsi alti e generici, quando mi ero ripromessa di darti (presuntuosamente) solo un suggerimento.
Sì, perché anche io ho vissuto quelle situazioni in cui in famiglia semrbi un'aliena, ti chiedi come sia possibile che le idee siano diverse su tutta la linea e non solo su un argomento, insomma una visione del mondo diversa. E quindi incazzatura con sbattuta di porta e cambiamento d'aria.
Eppure, almeno nel nostro rapporto attuale non mi sentieri di rifarlo. Abbiamo in famiglia un rapporto giocoso, fatto di riferimenti continui al vecchio cinema, agli antichi aneddoti locali, una sorta di sintetico linguaggio segreto che riassume ed agevola continui sfottò che ci rivolgiamo tutti i momenti in cui stiamo insieme e che non trascendono mai nella lite, anzi sfociano in una risata e nell'autoironia.
Poi si tocca l'argomento diversità in generale e sembra tutto diverso. Tuttavia, mostrando i paradossi nel ragionamento, evidenziando l'arroganza di certi soggetti, la dannosità di alcune delle loro mirabolanti pensate, le loro antiche connivenze, ho recuperato mia madre. Non completamente, "i trans" restano "i", ed altre chicche varie, ma almeno il grosso è fatto...
Gli altri sono ossi più duri. Mi sono riproposta di agire professionalmente, di contare fino a 10 elaborando (professionalmente, appunto) la risposta che evidenzi, con dati o sensazioni, come ci stanno manipolando su paure irrazionali, come chi propone facili soluzioni prepara autostrade verso l'inferno, ecc. ecc.
Non voglio sbattere più quelle porte dietro di me, voglio preparare ed inoculare potenti vaccini.
Sono convinta che almeno nel caso dei miei c'entrino gli input sbagliati ed artificiali, anzi teleguidati, che vengono da tv ed internet. Nel passato, diversi anni fa, ne sono stata contagiata anche io, per questo mi scaglio con l'irruenza di San Paolo folgorato sulla via di Damasco. Nel mio caso (e quello di diversi milioni di persone) gli abili manipolatori seppero giocare sull'ansiosa voglia di cambiamento, per poi deludere amaramente. Se oggi la memoria collettiva si sforzasse di ricordare le pagliacciate di allora, non ricadrebbe nello stesso errore.
Ma sto ricadendo nei discorsi alti e generici, quando mi ero ripromessa di darti (presuntuosamente) solo un suggerimento.
Sì, perché anche io ho vissuto quelle situazioni in cui in famiglia semrbi un'aliena, ti chiedi come sia possibile che le idee siano diverse su tutta la linea e non solo su un argomento, insomma una visione del mondo diversa. E quindi incazzatura con sbattuta di porta e cambiamento d'aria.
Eppure, almeno nel nostro rapporto attuale non mi sentieri di rifarlo. Abbiamo in famiglia un rapporto giocoso, fatto di riferimenti continui al vecchio cinema, agli antichi aneddoti locali, una sorta di sintetico linguaggio segreto che riassume ed agevola continui sfottò che ci rivolgiamo tutti i momenti in cui stiamo insieme e che non trascendono mai nella lite, anzi sfociano in una risata e nell'autoironia.
Poi si tocca l'argomento diversità in generale e sembra tutto diverso. Tuttavia, mostrando i paradossi nel ragionamento, evidenziando l'arroganza di certi soggetti, la dannosità di alcune delle loro mirabolanti pensate, le loro antiche connivenze, ho recuperato mia madre. Non completamente, "i trans" restano "i", ed altre chicche varie, ma almeno il grosso è fatto...
Gli altri sono ossi più duri. Mi sono riproposta di agire professionalmente, di contare fino a 10 elaborando (professionalmente, appunto) la risposta che evidenzi, con dati o sensazioni, come ci stanno manipolando su paure irrazionali, come chi propone facili soluzioni prepara autostrade verso l'inferno, ecc. ecc.
Non voglio sbattere più quelle porte dietro di me, voglio preparare ed inoculare potenti vaccini.
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Re: Mercoledì, no: crusoe non centra
Non sono dotato d'indifferenza, quadrato e veemente non sono mai stato bravo nel combattimento "vis a vis" perché non ho la lungimiranza di difendere il fianco.Elisa Da Vinci ha scritto:Novella ti ammiro per questo, sono una guerriera, ma sto imparando a non iniziare una battaglia se non posso vincere la guerra.Novella ha scritto:Forse ho un po' esagerato Elisa, sai anche a me prende un moto di rabbia nel vedere persone intelligenti in qualche modo plagiate.
.....
Non voglio sbattere più quelle porte dietro di me, voglio preparare ed inoculare potenti vaccini.
Elisa
Ma una cosa ho capito, la mia vittoria in battaglia contro l'aggressore, se conquistata rispettando la persona, rende superfluo un' altro conflitto che potrebbe vedermi soccombere.
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Re: Mercoledì, no: crusoe non centra
Cara Elisa (posso dire cara?),
mi viene in mente che ho cercato , anni fa, di far leggere un mio libro pubblicato in cui raccontavo dei controversi e mai accettati rapporti con lei, in adolescenza.
E di quanto ciò avesse pesato su di me.
Rifiutò di farlo, perché non poteva permettersi il lusso di accettare che l'evoluzione talvolta produce delle accelerazioni e che la mia complessità era frutto della genetica, dell'epigenetica (ambiente) ma anche del mio personale contributo, che mi rendeva differente.
Eppure nata e vissuta a lungo in quell'ambiente.
E' morta senza darmi la soddisfazione di "riconoscermi" e sono andata avanti.
L'affetto genitoriale è spesso egoista, spetta a noi renderlo accettabile, separando egoismo loro dalle necessità nostre.
Un abbraccio alla nostra "diversità".
Pat
mi viene in mente che ho cercato , anni fa, di far leggere un mio libro pubblicato in cui raccontavo dei controversi e mai accettati rapporti con lei, in adolescenza.
E di quanto ciò avesse pesato su di me.
Rifiutò di farlo, perché non poteva permettersi il lusso di accettare che l'evoluzione talvolta produce delle accelerazioni e che la mia complessità era frutto della genetica, dell'epigenetica (ambiente) ma anche del mio personale contributo, che mi rendeva differente.
Eppure nata e vissuta a lungo in quell'ambiente.
E' morta senza darmi la soddisfazione di "riconoscermi" e sono andata avanti.
L'affetto genitoriale è spesso egoista, spetta a noi renderlo accettabile, separando egoismo loro dalle necessità nostre.
Un abbraccio alla nostra "diversità".
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