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Ale
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Messaggio da Ale »

Francesca Woodman l’ho conosciuta nel 1977. Non ricordo chi me l’ha presentata, ma ero all’ultimo anno dell’IIF, e lei in una specie di master in fotografia offerto da una nota scuola americana. Ambiente romano in quegli anni era rilassato e ci si vedeva spesso anche in occasioni informali, per passare un po’ di tempo e chiacchiere fra gli amici. Francesca era una ragazza carina e immancabilmente americana, che parlava un buon italiano e si moveva con disinvoltura nel “mondo artistico” che all’epoca Roma offriva. Era un po’ più giovane di me e di lei mi dissero che aveva un talento straordinario, una buona padronanza tecnica ed un futuro formidabile davanti. Era in cerca di una SLR 6x6 per realizzare alcuni scatti, ed io per la fine degli studi ho avuto dai miei la Rolleiflex SL66 considerata una Ferrari e Rolls Royce unite in un corpo solo. Fui invitata a conoscerla ed eventualmente concordare prestito della camera in un delizioso appartamentino che lei divideva con una connazionale sul Aventino. Curiosa, cordiale e aperta come erano le americane, mi ha subito conquistato, e le ho promesso la camera e altri attrezzi volentieri. Abitavo sulla Cassia lontana dalle scie schiumanti delle torme romana, eppure a un solo passo, prima del caos della città, e il viaggio che doveva fare per raggiungermi era serio. Si è presentata con puntualità d’un orologio ed ha espresso dovuta ammirazione per la tecnica che le prestavo. Poi siamo scivolate nella chiacchierata sulla mutua passione ed il tempo si era fermato. Descriveva con sincerità la realtà americana e le opportunità della Grande Mela, tracciava la sua storia e amori professionali, suoi idoli e soprattutto prospettava il futuro con parecchia sicurezza e fede nel proprio lavoro. Mi ha rivelato il suo interesse in surrealismo anche quello nella fotografia, indicando Man Rey, Duane Michals e Diane Arbus come autori che seguiva con passione. Incuriosita, le chiesi se anche Pierre Molinier, così vicino alla cerchia surrealista parigina e amico di Andre Breton, fosse la parte del suo interesse. Molinier, fotografo, trasgressivo sfrenato e travestito a tempo pieno, doveva corrispondere pienamente alle sue scelte. A mia sorpresa, mi disse che trovava il lavoro di Molinier, banale e assai scontato, affibbiato alla sua immagine di maschio travestito. La mia prossima domanda è partita spontanea: “E quale sarebbe il tuo giudizio su di me?”
“Perché?” mi chiese, “Tu che c’entri?”
“Visto che anch’io sono ragazzo travestito da femmina, la domanda è ovvia”
“Stop kidding me!” esclamò in inglese ridendo
“Sono seria” risposi ridendo anch’io
“Certo! Sorella di Amanda Lear!” e continuava a ridere
Quando le ho messo nella mano la carta d’identità, dopo attenta osservazione, diventò seria esaminandomi meticolosamente, e poi disse imbarazzata:
“Scusami caro, o cara se vuoi, se ti ho offesa ridendo, ma giuro che non potevo immaginare nulla di simile.”
“Non ti preoccupare Francesca” dissi “Da mo’ che nessuno riesce a offendermi per questo. E sì, mi sento, anzi, sono una ragazza, diciamo un po’ diversa, e c’è chi mi accetta come sono. Non ho mai fatto misteri a proposito, ma non faccio neanche la portabandiera.”
“Per me va perfettamente bene” disse ancora imbarazzata “Forse ho fatto commenti inopportuni, ma tu sei una ragazza proprio in tutto, e non potevo neanche per sogno…”
“O Dio, in tutto non direi proprio, ma grazie, lo prendo come complimento. Sinceramente, pensavo che forse già conoscessi miei “segreti”. I miei amici sono al corrente”
“Se mi accetti come amica, mi aggiorno anch’io”, disse e poi mi chiese “E da quando tu…”
“Mi vesto da ragazza dall’età di 14 anni, ma anche prima avevo certi dubbi…”
È nata così un’amicizia un po’ frivola e senza capolinea all’incrocio dei grandi temi dell’esistenza umana, ci si incontrava per passare insieme scorci della vita che ci assorbiva con la disinvoltura e la noncuranza tipiche dello spirito romano. Un giorno però, mi domandò, anche questa volta con un pizzico di imbarazzo: “Ale, avresti qualcosa in contrario a prestarsi da modella per una serie di scatti?”
“Nient’affatto!” risposi, “A condizione che rimane una cosa non pubblica”
E così, abbiamo fatto full immersion nello studio di un comune amico-collega a fare un piccolo portfolio scattato con la fida vecchia Rolleiflex e buone luci, con impegno e con distacco, senza essere travolte da entusiasmo eccessivo, cercando buon equilibrio e un nesso che leghi tutto. Lavorava con ritmo forsennato con le idee chiare e così, già dopo qualche giorno, mi ha chiamato per dirmi che le foto erano pronte. Insieme con la grande busta gialla mi ha dato il rullino con i negativi, dicendo: “Non nascondo la delusione per rimanere privata da un set uscito veramente bene. Mi piacerebbe includere qualche tua foto nel libro che vorrei fare.” Sono rimasta folgorata da quella serie di scatti che esaltavano il mio lato femminile, con strana luce, pellicola volutamente sovraesposta e con contrasto ridotto. Era assolutamente un risultato di alto valore artistico. Le dissi con sincerità: “Hai un talento vero, da esportare! Io sono brava nel laboratorio, e credo che anche come fotografa valgo qualcosa, ma ammetto che non saprei realizzare le foto così. Ma per il resto…credo che tu, diventerai famosa anche senza le mie foto nel tuo libro. Per me invece sarebbe tradire un voto fatto a me stessa. Forse un giorno ti chiederò di includermi nelle tue raccolte, ma non è oggi.” Mi diede un bacio sulla guancia dicendo: “Concordato cara, non ci penso più.”
Sono passati 45 anni, e ho trovato per caso un testo dedicato a Francesca Woodman e la sua breve corsa nel mondo della fotografia. Ha cambiato le carte del suo tarot ed è diventata famosa e importante, sicuramente non come sognava da giovane, ma la vita ci riserva le vie talvolta strane. Ho cercato e trovato il rullino coi negativi e ho stampato le foto. Tanto di capello ancora cara Maestra!
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Re: La foto

Messaggio da Io, (e) Giulia »

Come al solito quello che scrivi mi affascina.
Pezzi di vita che sembrano buttati là, quasi per caso, ma che VITA sono.
Certo, complimenti alla maestra, dalla vita rubata, ma, anche, complimenti a Te, una, bella, ragazzina, che non dimostra, assolutamente, i suoi 22 anni.
Giulia ....... curiosa, anzi, curiosona......che non vede l'ora di vedere tutto il servizio, se le vorrai fare questo regalo......

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Re: La foto

Messaggio da LellaB »

Anch’io resto sempre colpita e affascinata dai tuoi racconti. Ho cercato qualche notizia su Francesca Woodman e ho letto che ha terminato volontariamente la sua vita a soli 22 anni. Ho visto alcune delle sue opere, qualcuna inquietante, altre molto profonde, tutte molto belle. Anche il tuo ritratto mette in evidenza la ragazzina che eri, ma quasi mette a nudo la tua essenza, la tua anima, quasi come avesse voluto vedere se eri veramente ciò he dicevi e, per farlo, ha usato la macchina foto… hai incontrato un genio, cosa che accade veramente di rado, vista la mediocrità di cui siamo circondate…
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Re: La foto II

Messaggio da Ale »

Grazie per attenzione e parole cercate e indovinate, care Giulia e Antonella. Visto che non riesco uscire dalla tenuta dei racconti, scelgo quello che ritengo interessante fra i ritagli delle memorie. Sono conscia che potrebbero essere contenuti un po’ più gioioso ma non mi esce… Lato fisico, Giulia, sì, per buona parte della mia esistenza ho mostrato meno anni di quelli che portavo. Non solo in viso ma anche il mio corpo (magro e poco sviluppato), nascondeva la vera età (e natura). Oggi purtroppo, non più. Lato storico ed emotivo, è vero cara Antonella che “genialità” come la definisci tu, delle volte ha risvolti imprevedibili. Vorrei evitare ad ogni costo riflessioni personali su Francesca. Le scelte erano sue anche quando profondamente sbagliate. Cara Giulia, aggiungo ancora una foto sola che rende più la giustizia al mio aspetto di allora. Il resto rimarrà sulla pellicola. Già quello che ho messo mi pare troppo. Per il lato tecnico, tute le foto sono elaborate con vari viraggi ed esistono in più versioni. Ho scelto quelle che a me piacciono di più.

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Re: La foto

Messaggio da CristinaV »

Qui non si possono pubblicare foto di nudo, leggi bene il regolamento, grazie.
Foto cancellata.
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Re: La foto

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Re: La foto

Messaggio da Io, (e) Giulia »

Mi dispiace, avrei voluto vederela.
L'avrei considerata dal lato artistico e geniale.
Ho letto (e guardato) che la Tua amica ha pubblicato, in vita, solo un album.
Poi ci sono state alcune pubblicazioni postume.
Chissà se proverebbe piacere ad averne pubblicate di inedite.
Giulia .......... che rompi........

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Re: La foto

Messaggio da Ale »

Bisogna trovare un equilibrio ed un senso a quello che decidiamo di svelare sul proprio conto. Concordo con decisione di cancellare la foto che ho postato a prescindere dell’eventuale potenziale artistico, e confesso di aver saltato la lettura delle regole. Però, mi sento debitrice di un’immagine promessa. Ecco una non nata dal talento della Woodman, ma dalla mano mia, un autoritratto scattato con la magica Rollei SL66 e virata poi in selenio. L’anno è 1979. C’è l’atmosfera che serve, e l’idea era di fissare l’assenza del movimento, un momento di stasi, due fenomeni che spesso vengono artificiosamente separati. Come certi ricordi volano via senza lasciare rimpianti!
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Re: La foto

Messaggio da CristinaV »

Perbacco quanta somiglianza con l'avatar!
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Re: La foto

Messaggio da LellaB »

Ale ha scritto: giovedì 18 agosto 2022, 21:46 […]
Però, mi sento debitrice di un’immagine promessa. Ecco una non nata dal talento della Woodman, ma dalla mano mia, un autoritratto scattato con la magica Rollei SL66 e virata poi in selenio. L’anno è 1979. C’è l’atmosfera che serve, e l’idea era di fissare l’assenza del movimento, un momento di stasi, due fenomeni che spesso vengono artificiosamente separati. Come certi ricordi volano via senza lasciare rimpianti!
Bellissima immagine, e bellissima tu…
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