L'inglese nella lingua italiana
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Re: L'inglese nella lingua italiana
Penso che ci sia sempre stato qualcosa che "fa figo" e una volta si chiamava in altro modo, forse.
C'è stato chi era figo se sapeva parlare latino e greco antico.
Per un po' ha fatto figo parlare il francese, sopratutto nei salotti piemontesi e lombardi.
Adesso con la rivoluzione informatica che ha messo in contatto tra loro persone ad ogni angolo del mondo, riuscire a parlare un po' di inglese permette di comunicare con chiunque o quasi, o quanto meno di riuscire a capire nel leggere un quotidiano on line o una documentazione tecnica.
Viene quasi automatico usare qualche termine inglese in un discorso giusto per lanciare un messaggio sottointeso di "io so l'inglese… eheheh".
Il guaio è usarlo a sproposito un po' come il prezzemolo.
C'è stato chi era figo se sapeva parlare latino e greco antico.
Per un po' ha fatto figo parlare il francese, sopratutto nei salotti piemontesi e lombardi.
Adesso con la rivoluzione informatica che ha messo in contatto tra loro persone ad ogni angolo del mondo, riuscire a parlare un po' di inglese permette di comunicare con chiunque o quasi, o quanto meno di riuscire a capire nel leggere un quotidiano on line o una documentazione tecnica.
Viene quasi automatico usare qualche termine inglese in un discorso giusto per lanciare un messaggio sottointeso di "io so l'inglese… eheheh".
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Re: L'inglese nella lingua italiana
Ha usato il traduttore di google!Mari-dany ha scritto: ↑giovedì 24 novembre 2022, 20:18 Altra perla del TG3 questa sera.
L'intervistata, una ricercatrice di Novara, parlando di un nuovo sistema di individuazione di cellule cancerose, prima dice "E' un ottimo strumento", poi ribadisce "E' un ottimo tool".
Penso che siamo veramente all'ultimo stadio....
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Re: L'inglese nella lingua italiana
Appunto: se in italiano non esistono termini corrispondenti, oppure bisogna ricorrere a circonlocuzioni pleonastiche, va benissimo usare l'inglese che è molto più diretto dell'italiano. Paradossalmente ma mica tanto, infatti è più imparentato col latino dell'italiano stesso, e si sa quanto il latino fosse conciso... concisione andata a ramengo nell'italiano dal XVIII secolo in poi, dove si insegnava che nel linguaggio "chi non sa stupir vada alla striglia".
Ma se l'italiano HA la parola corrispondente, dire anglicismi il più delle volte a sproposito mi denota solo un IQ (o QI, fate voi) abbastanza risibile, e fa sorgere in me un enorme complesso di superiorità nei confronti di quella persona.
Contesto però che la parola forum sia di origine inglese: è latinissima, e il plurale non è forums ma fora.
Ma se l'italiano HA la parola corrispondente, dire anglicismi il più delle volte a sproposito mi denota solo un IQ (o QI, fate voi) abbastanza risibile, e fa sorgere in me un enorme complesso di superiorità nei confronti di quella persona.
Contesto però che la parola forum sia di origine inglese: è latinissima, e il plurale non è forums ma fora.
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Re: L'inglese nella lingua italiana
Brava Angela!!!angelaingrid ha scritto: ↑giovedì 24 novembre 2022, 22:04
[…]
Contesto però che la parola forum sia di origine inglese: è latinissima, e il plurale non è forums ma fora.
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E' facile essere una femmina, bastano un paio di tacchi a spillo e abiti succinti. Ma per essere DONNA ti devi vestire il cervello di carattere, personalità e coraggio (Anna Magnani)
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Re: L'inglese nella lingua italiana
confermo, il latino purtroppo è spesso vittima dell'"anglicismo".angelaingrid ha scritto: ↑giovedì 24 novembre 2022, 22:04 Contesto però che la parola forum sia di origine inglese: è latinissima, e il plurale non è forums ma fora.
Come dicevo, abbiamo dei problemi ogni tanto. basterebbe verificare su google..
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Re: L'inglese nella lingua italiana
Che l'utilizzo dei vari neologismi stranieri nella nostra lingua corrente sia ormai dilagante è un dato di fatto, Ma che questo possa rappresentare una evoluzione della lingua ho qualche dubbio francamente... la nostra lingua è talmente completa che non necessiterebbe di nessuna introduzione specialmente da vocabolari stranieri; Eppure viene sporcata continuamente da parole o frasi di derivazione estranea... si può tollerare per quieto vivere ma resta l'amarezza nel vedere bistrattata una lingua che è un capolavoro. Se un neologismo straniero servisse a descrivere qualcosa che nella nostra lingua sarebbe impossibile o complicato potrei anche capire Ma non è il nostro caso ce ne sarebbe abbastanza per descrivere qualunque cosa e per dare un nome a tutto quanto è di normale utilizzo senza complicazioni e senza problemi. Ma in un sistema globalizzato questa è la conseguenza e così sempre di più ascolteremo chi utilizza quei termini a volte a sproposito e non sa coniugare un congiuntivo.... Che tristezza!
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Re: L'inglese nella lingua italiana
Questo è giusto ma c'è una cosa da sottolineare ossia l'assimilazione di parole straniere nella lingua.angelaingrid ha scritto: ↑giovedì 24 novembre 2022, 22:04 Contesto però che la parola forum sia di origine inglese: è latinissima, e il plurale non è forums ma fora.
Faccio un esempio molto pratico:
"Tommaso, hai chiuso le porte dei garage?"
In questa frase possiamo notare l'assimilazione della parola "garage" nella lingua italiana che assume e fa proprie le normali regole grammaticali ad essa associata, dunque "garage", il cui plurale inglese sarebbe "garages", non subisce nessun cambiamento con la frase che denota il plurale utilizzando l'articolo "i".
Dunque lo stesso principio vale per "forum" o "curriculum", essendo parole assimilate da un'altra lingua non vanno declinate seguendo le direzioni della suddetta ma mantenute al singolare utilizzando gli articoli propri della lingua italiana
In ultima cosa, il detto: "firmare in calce" deriva dal latino "calx" (tallone o calcagno) che venne presa dai latini dall'equivalente greco
Non giudicarmi dal corpo che vedi, piuttosto considera cosa abbiamo fatto insieme, come lo abbiamo fatto e cosa ti ha trasmesso; a quel punto ti accorgerai che nulla è cambiato
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Re: L'inglese nella lingua italiana
le lingue sono sistemi dinamici autoassertivi: se attraverso i secoli non vi fossero stati gli scambi culturali, le invasioni e le migrazioni, avremmo ancora i monosillabi del sanscrito(li abbiamo ancora invero, ma le cose vanno leggermente meglio)
non è l'inglese americano in se a dare fastidio, ma l'uso che ne è fatto. (come le armi: puoi collezionarle o usarle per fare una strage)
alberto sordi, nel suo santi bailor american attraction, quasi 70 anni fa, aveva già riassunto la cialtroneria dell'italiano medio nell'imitare goffamente ora il poliziotto del kansas siti, ora il modello, ora il giovane gen chelly.
è un caso esclusivamente italiano di cui non vado certo fiero; vivendo all'estero mi è fin troppo facile vedere quanto cinicamente profetico fosse il buon albertone.
spiegare perchè sarebbe un discorso lungo che prenderebbe troppo spazio.
non è l'inglese americano in se a dare fastidio, ma l'uso che ne è fatto. (come le armi: puoi collezionarle o usarle per fare una strage)
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è un caso esclusivamente italiano di cui non vado certo fiero; vivendo all'estero mi è fin troppo facile vedere quanto cinicamente profetico fosse il buon albertone.
spiegare perchè sarebbe un discorso lungo che prenderebbe troppo spazio.
jeg taler ikke dansk!