Un giorno nel mio disagio

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cuoredimenta
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Un giorno nel mio disagio

Messaggio da cuoredimenta »

Non riesco a non tenere la testa china, la luce del sole mi fa lacrimare gli occhi. Mi sto pentendo di essermi accontentata delle lenti a contatto senza protezione ai raggi ultravioletti. Ma tanto, si sa, il sole dura poco, in inverno. Tra poco il cielo si rannuvolerà e non ci penserò più. Potrò tenere la testa alta, come se non avessi paura di nulla. Anche se, mi piace tenere la testa china. Meglio non vedere quasi niente del mondo che ti circonda, le persone attorno a te. Ti scappa sempre il confronto. Dovrei accettare, una volta per tutte, di essere tutto tranne che una ragazza come le altre. Ma soprattutto, di non essere affatto una ragazza. 

Il treno sta arrivando, cercherò di sedermi di fianco al finestrino. Ovviamente, ho dimenticato gli auricolari a casa. Quella canzone continuerà a tormentarmi tutto il giorno, finché non l’avrò ascoltata. In un certo senso, è meglio così, almeno non rischio di perderli, o di romperli. Va sempre così, che finisco per rovinare tutto quello che mi capita tra le mani, anche quando non si tratta di cose materiali.

Ecco, come immaginavo, adesso è nuvoloso. Mi sono distratta e ho sbagliato strada. Mi imbarazza tornare indietro, così sceglierò la strada più lunga. Perché sono così? Non mi viene in mente nulla che non mi provochi imbarazzo. Anche qui, aspettare al semaforo vicino a questa ragazza carina, mi mette a disagio. Adoro i suoi capelli. Faccio finta di non averla vista, non la considero affatto. Vedo il mio riflesso nella vetrina del negozio all'angolo, tra quei meravigliosi vestiti che, se potessi, andrei a provare dal primo all'ultimo. Già, dovrei essere io, quella figura, per quanto non mi riconosca. 

Il bar è quasi vuoto. Meglio, penso. Se dovessi fare qualche figuraccia, saranno in pochi ad assistere. Sta per toccare a me. Mi sento soffocare, non riesco a deglutire. Spero di riuscire a parlare. Non mi sono accorta che è arrivato il mio turno. La voce esce fuori, per fortuna, con una naturalezza insperata. Dopotutto, è una frase che ho imparato a memoria e che esce sempre uguale. 

Vado al piano di sopra. Mi piace osservare il piazzale della stazione dall'alto. Davanti a me è seduta, di spalle, una ragazza dagli splendidi capelli biondi. Che invidia. E se fosse... No, non può essere lei. I capelli sono simili, ma i suoi modi sono diversi, la sua postura è diversa. Ha delle unghie bellissime, molto curate, con uno smalto scuro. Non può essere lei. Parla con la barista, non è la sua voce. Dopotutto, cosa avrebbe dovuto farci, qui? Non avrebbe avuto motivo di trovarsi da queste parti. Non le piaceva questo posto, non ci veniva mai. Veniva a malapena in questa città, tutte le volte a malincuore. Si alza, se ne sta andando, la guardo, non è lei. Mi rilasso qualche attimo, prima di andarmene. Ancora un’occhiata giù, alla piazza. Persone di ogni età ed etnia attraversano la strada, incuranti del mio sguardo. Gli autobus sfrecciano senza sosta. Ancora un’occhiata al cielo. Nuvoloso. Prendo la borsa e vado anch'io. 

Vedo sempre quella bancarella che vende libri usati. Qualcosa mi spinge ad avvicinarmi, stavolta. Mi sembra di essere in un film, di quelli in cui la protagonista fa una scoperta sconvolgente nel posto in cui meno si sarebbe aspettata di trovare un’epifania. Non che mi senta all'altezza di essere la protagonista di un film. Eppure, quei tre libri mi incuriosiscono, spiccano tra gli altri. Quasi, quasi...
C’è un bel ragazzo che sta trattando per un libro d’arte. La signora della bancarella ascolta amorevolmente tutto quello che le sta dicendo. Alla fine, paga e se ne va. Fingo indifferenza. Aspetto che la signora mi guardi, intanto mi preparo psicologicamente. Tre, due, uno... Le pongo la fatidica domanda. È pochissimo! Dovrei comprarli seduta stante. Ma avrò il tempo di leggerli? La signora sembra essere in grado di vedere oltre i miei occhi, scrutare la mia mente, percepire la mia indecisione. Mi propone uno sconto. Accetto senza pensarci, prendo il portafogli e le porgo i soldi. Poi prendo i libri e li metto in borsa. Solo dopo mi rendo conto di quello che ho fatto. Avevo i soldi contati, adesso dovrò rinunciare al maglione o al peluche. Deciderò per strada a cosa tengo di meno. 

Mi ferma un signore, mentre sono indaffarata a sistemare i libri nella borsa. Mi spiace che, fra tutte le persone che ci sono, abbia deciso di chiedere indicazioni proprio a me, che a malapena ricordo come si chiama la strada dove abito. Mi chiede qual è la direzione giusta per andare verso la via che sta cercando, e se quella via si trovi davanti a noi o alle nostre spalle. Ho il cinquanta percento di probabilità di indovinare, comunque, così gli indico quella alla nostre spalle. Mi ringrazia e se ne va. Panico. Prendo il telefono e inserisco la via che mi ha chiesto, faccio partire il navigatore. Mi trovo esattamente alle spalle di quella strada. Sono stata fortunata. Fosse sempre così facile, nella vita, che devi scegliere solo tra due alternative. Come in uno dei miei videogiochi preferiti.

Il mio tragitto mi porta davanti all'università. Quante volte sarò passata di qua? Troppe. Anche se, stavolta è speciale, è la prima volta che lo faccio con una consapevolezza diversa. Prima ero solo un ragazzo goffo e timido. Adesso sono una ragazza intrappolata nel corpo di un ragazzo goffo e timido. Da queste parti, invece, i bar sono sempre strapieni. Mentre cammino, passo davanti all'ingresso e ci sbircio dentro. Vorrei non averlo fatto. Tanti gruppi, tante coppie. Sospiro. Anche davanti all'università ci sono tanti gruppetti. Sospiro ancora. Le altre persone sognano di trovare l’amore, un buon lavoro, tanti soldi... Io, invece, ho sempre sognato di trovare degli amici. Ma devo rassegnarmi, accettare di essere sola. 

Il negozio dove avrei dovuto comprare il peluche. Non posso fermarmi adesso. Provo a vedere se riesco a distinguere la loro presenza da lontano. Erano in un grosso cestone, insieme a tanti altri peluche scontati. Abbandonando la mia finta naturalezza, provo ad affacciarmi all'entrata. Vedo delle macchie verdoni, dovrebbero essercene ancora circa un paio. Bene così. Deciderò dopo se tornare a prenderlo o no. Passo oltre due ragazze universitarie, parlottano ancora di esami, strette nelle loro coloratissime sciarpe. Poco più avanti, incrocio una turista orientale che indossa un berretto e degli orecchini a cerchio. Intanto, mi sorpassa una ragazza con degli splendidi, lunghi capelli. Ecco perché è meglio tenere la testa bassa e guardare in giù. Vedere le altre donne mi fa desiderare di essere come loro. 

Vetrine, vetrine e ancora vetrine. Intimo, calze, vestiti. Sto invidiando persino i manichini. Vorrei essere come loro, non solo per le forme dei loro corpi, perfetti, contrariamente al mio, che è inguardabile... Ma anche perché loro sono immobili, è così che sono stati creati. Anch'io sono immobile, anzi, sono paralizzata, nella mia scelta di non agire. Vorrei essere libera, ma sono rinchiusa in una gabbia. Il mio orrendo corpo. E in un'altra gabbia. La volontà dei miei, che non accetterebbero. E ancora un'altra gabbia. La società.

Andrò comunque a provare quei vestiti. Non sono gli abiti che sogno di indossare, ma mi rendono, in qualche modo, diversa da ciò che sono in realtà. E' una dolce illusione. Eccomi entrata. Il periodo dei saldi è fantastico. C'è sempre così tanta gente che nessuno sembra far caso a te. Come sempre, l'area del negozio dedicata ai gioielli mi attira a sé. Gli orecchini mi ipnotizzano. Ci sono altre ragazze intente ad ammirare i cerchi. Beate loro, penso, starebbero benissimo a ciascuna di loro. Io, invece, non ho nemmeno i buchi alle orecchie per poterli indossare, e anche se li avessi, non potrei mai portarli con la naturalezza che vorrei.

Il maglione è al terzo piano. Lungo le scale mobili, tutti quei meravigliosi indumenti femminili sembrano intonare un richiamo irresistibile. Passo davanti alle gonne, estasiata, fingendo di allacciarmi le scarpe pur di ammirarle meglio. Mi guardo un attimo intorno, poi sfioro con le dita il materiale di cui sono fatte. E' probabilmente sintetico, ma è l'ultima cosa che mi interessa. L'altra volta, qui vicino, era esposto uno splendido abito lungo, molto elegante, blu notte, con un corpetto luccicante. Rimasi a lungo a fissarlo, immaginando che meraviglia doveva essere poterlo indossare. Mi guardo intorno, non è più qui. Non ha importanza, tanto non avrei potuto farci nulla, se non perdermi nelle mie fantasie per ancora qualche minuto. Peccato che rimarranno tali.

Eccolo, il maglione. Lo proverò, ma non lo comprerò. Non posso metterlo, è troppo aggraziato per me. Ai miei non piacerebbe. E poi non ho abbastanza soldi. Prenderò il peluche, per quanto, ne sono sicura, anche quello indispettirà i miei. Eccomi in camerino, mi spoglio in fretta. Peccato aver deciso di non acquistarlo, questo maglione è così caldo... Prendo la sciarpa, come faccio sempre, la appallottolo un po’ e la infilo sotto la maglia intima. Sembra davvero un seno. Ogni volta mi viene da piangere. Se solo ce lo avessi davvero, un seno... Mi ammiro davanti allo specchio, finché non realizzo che è ora di andare. Mi scatto solo qualche foto, poi mi rivesto, la sciarpa attorno al collo. Ciao, maglione. Ti lascerò qui. 

Gli orecchini sono in saldo. Potrei fare la pazzia. Dopotutto, mi capiterà, prima o poi, di essere lasciata sola in casa; allora potrò farmi i buchi e indossarli, giocherellarci un po’ come faccio sempre, inebriarmi con le meravigliose sensazioni che mi regalano... E poi toglierli, nascondere tutto, sperare che non rimangano segni visibili sui miei lobi. Di solito, rimane un puntino, e un po’ di dolore quando mi capita di svestirmi, ma ne vale la pena. È una delle poche cose al mondo per cui vale la pena soffrire. Sarei disposta a soffrire cento volte tanto, per quanto stupende sono le sensazioni che provo indossando gli orecchini. 

Lotto con il mio imbarazzo e la mia insicurezza prende il sopravvento. Cosa penserà la commessa alla cassa, vedendomi acquistare solo degli orecchini? Probabilmente che si tratta di un regalo per qualcuno. Temporeggio, nel frattempo la fila per pagare si svuota. Respira, ragazza. Respira forte e vai. Tieni a bada il tuo imbarazzo, tra qualche istante sarà tutto finito e avrai dei nuovi cerchi con cui giocare. Pensa alle sensazioni che provi, quando li indossi. Pensa a quanto femminile e sexy ti senti, chiudendo gli occhi e sentendoli sfiorare le guance. Visto? È tutto finito, è andata bene: adesso, la tua unica preoccupazione al riguardo sarà, una volta a casa, arrivare al tuo nascondiglio segreto, senza essere vista, e conservarli insieme agli altri.

La mia penultima tappa si avvicina. Devo andare in quel negozio gestito da cinesi per vedere se riesco a trovare una parrucca. Il mio primo pensiero è come e dove nasconderla, visto che si tratta di qualcosa sicuramente più ingombrante rispetto agli orecchini. Farò un sopralluogo, innanzitutto, per vedere se ne hanno. Questo negozio è inaspettatamente grande. Il reparto dedicato al make-up è molto discreto, quasi nascosto; potrei passarci, più tardi, se ne trovo il coraggio. Per prima cosa, devo cercare qualcosa di abbastanza neutro e poco costoso da comprare: mi imbarazzerebbe uscire senza aver comprato nulla. Questi block-notes fanno al caso mio. Ne prenderò uno rosso. Vediamo... C'è ancora poca merce per carnevale, non vedo nessuna parrucca. Non so se essere dispiaciuta o meno. Almeno, non dovrò pensare al modo per nasconderla.

Il reparto trucchi. Non c'è nessuno in giro, ora o mai più. Mi sembra di calpestare un luogo sacro, dove non dovrei essere ammessa. E se qualcuno mi vedesse? L'imbarazzo è fortissimo. Ma appena scorgo, come una visione celestiale, lo scaffale con tutte le varie sfumature di colori di smalto, un senso di totale appagamento mi pervade. Vicino ci sono gli ombretti, anch'essi di diversi colori, poi, ancora più in là, le tinte labbra, le matite per gli occhi e i mascara. Sembra un paradiso. Per qualche istante, dimentico che non dovrei essere qui, dimentico i miei disagi, dimentico il mio imbarazzo, e scelgo un mascara. Posso prenderlo, renderà le mie ciglia estremamente lunghe e voluminose. La cassa è qui, all'angolo. Il signore cinese passa, sotto il lettore, prima il quadernetto, poi il mascara. La prego, non faccia domande... La prego... Fortunatamente, non ne fa. Dice solo che non ha un sacchetto. Rinfrancata, rispondo che non fa nulla, che metto tutto in borsa. Pago e vado via.

Uscita dal negozio, ancora totalmente inebriata, realizzo quello che è successo. Mi sono comprata un mascara! Un mascara! Come una ragazza vera! Lo apro, prima di metterlo in borsa: è l'unica occasione per studiarlo bene, poi dovrà restare nascosto da qualche parte, almeno finché non sarò a casa da sola. Un mascara! Il pennellino è esattamente come quello di tante foto e tanti video che ho visto su internet. L'odore che emana è strano, non lo so descrivere. Un mascara! Come una ragazza vera! Finalmente mio!

Resta solo il negozio dove comprare il peluche. Ma sono sicura di volerlo fare? Decido di sì: sarà il simbolo della mia nuova consapevolezza, della mia rinascita, e uno splendido souvenir di questa magnifica giornata. Peccato solo per il maglione. Tengo la testa bassa, mentre proseguo verso il negozio: sto provando dei sentimenti positivi e non voglio rovinare tutto facendomi prendere dall'invidia. Le ragazze vere sono così fortunate e non sanno nemmeno di esserlo... Ma è meglio non badarci, almeno per ora. Dopotutto, è un pensiero fisso che non lascia mai la mia mente, tranne piccole eccezioni come questa, quindi ci sarà tutto il tempo per lasciarmi tormentare, ma non ora.

Qualche minuto dopo, il peluche è in un sacchetto, stretto tra le mie mani. Sono tanto contenta. Lo tratterò come se fosse un nuovo amico, come se io fossi la protagonista del film di cui il peluche è un personaggio. E' solo per finta, ma sono fin troppo abituata a fare finta, dunque non farà differenza. Ti terrò sempre con me, sarai l'amico che ho sempre desiderato abbracciare, quando mi va, e a cui raccontare ad alta voce tutti i miei pensieri. Probabilmente, col tempo, mi renderò conto che non sarà mai la stessa cosa, che non sarà mai abbastanza... Ma, per il momento, va bene così. Sono tanto contenta.

Eccomi in stazione, il treno è già qui. Una splendida giornata volge al termine. La stanchezza per aver camminato tanto inizia a farsi sentire, e presto torneranno anche i fantasmi dei miei disagi ad infestare i miei pensieri. Guardo il peluche e gli sorrido. Ti terrò sempre con me. Ci sarà tutto il tempo per lasciarmi tormentare, ma non ora.


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Perdonatemi, avevo solo voglia di sfogarmi un po'. Non mi aspetto che leggiate, considerata la lunghezza, ma sappiate che il solo scrivere tutto questo è stato molto liberatorio, quindi, grazie di cuore a prescindere. Sono davvero felicissima di aver trovato un posto così accomodante come questo forum. :)
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Re: Un giorno nel mio disagio

Messaggio da AnnaSettantatre »

Letto d'un fiato, ho le lacrime agli occhi.

Hai uno stile asciutto, essenziale, capace di andare direttamente al cuore quando descrivi le tue sensazioni e quel che ti circonda.

Ero li' con te e volevo aiutarti, confortarti, dirti che non sei sola, e non potevo.

E' un racconto bellissimo e pare scritto da una donna.

Anzi, lo e'.

Davvero, non ho parole...avevamo una scrittrice tra di noi, e non lo sapevamo.

Straordinaria.
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Re: Un giorno nel mio disagio

Messaggio da Alyssa »

Per quanto possa valere il mio giudizio, hai vero talento: avevo iniziato a leggere così, un po' distrattamente, ma mi hai letteralmente rapita e portata lì con te.

Ma non è solo talento. Se fossi trasparente, così da poter vedere cos'hai dentro, brilleresti, cara.
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cuoredimenta ha scritto:Mi sono distratta e ho sbagliato strada. Mi imbarazza tornare indietro, così sceglierò la strada più lunga.
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Re: Un giorno nel mio disagio

Messaggio da Novella »

Cara Giada, il tuo è un racconto di una dolcezza toccante, il ritratto di una crisalide che deve poter sbocciare e volare e rendere il mondo più bello.

Avrei voluto essere lì, invece che immobilizzata come sai per queste settimane. Avrei voluto che il tuo fosse stato il racconto entusiasta di una nuova esperienza, di un'apertura, di quell'abbraccio che ti manca. Ma è andata così ed ha un lato positivo. Dalla maturazione dei propri sentimenti, dall'acquisizione della consapevolezza della propria natura, viene fuori la forza per cambiare, liberarsi.

Non te ne accorgi forse, ti sottovaluti, ti sminuisci, ma c'è nelle tue parole la determinazione ad essere felice e realizzata.

Non sarai sola, non sarà possibile che non trovi amici ed amiche che ti capiscano senza nulla chiedere. Ora ti sembra così, so che nel momento le parole sembrano vuote, le eventualità lontane ed irrealizzabili, ma poi accade sempre qualcosa.

Baci
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Re: Un giorno nel mio disagio

Messaggio da stefania007 »

dico solo..... WOWWWWWWW


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Re: Un giorno nel mio disagio

Messaggio da roby_rm »

GRRRRRRR!!!!!

Ti ho letta tutto d'un fiato!

Scrivi bene, ma quando penso che hai tutti i numeri (intelligenza, sensibilità e bellezza) per essere felice, e sento che ti incasini come se fossi la peggior nemica di te stessa, vorrei tanto essere una vespa e pungerti quando ne hai bisogno!

Ok. Problema mio, ma inizia almeno a pensare che necessiti di mezzo metro quadro di terreno per poggiarci i piedi e che questo è garantito a tutti, te compresa e non te lo.puo togliere nessuno!

Kiss
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I'm not so bad! They just draw me that way!

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Re: Un giorno nel mio disagio

Messaggio da ALESSIA »

Anch'io ti dico solo WOWWWW! Letto tutto di un fiato, descritto così bene, mi sembrava di essere lì con te. Il tuo modo di scrivere è descrivere, mi ha fatto così partecipe......... Devo dire che questi momenti mi attanagliano anche me.

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Re: Un giorno nel mio disagio

Messaggio da Andrea »

Splendido, uno splendido monologo interiore che davvero emoziona e commuove.

Sofferenza, disagio, solitudine, senso di inadeguatezza, tutto raccontato senza enfasi ma con la nettezza di una parola scritta che diventa purificatrice dell'anima, catartica.

La scoperta del proprio disallineamento, soprattutto all'inizio, è lacerante e lo scarto con la realtà è angosciante.

Ma ci sono, credimi, gli strumenti (se vuoi, ne parliamo in privato) per poter ritrovare un equilibrio di vita che guidi verso la felicità.

Sei giovane, al momento tutto ti sembra buio; prendi il coraggio e la vita in mano, bagnala, irrigala, anche di pianto, coltivala verso il percorso che ti è indicato.

Fiorirà, ne sono certa, e saranno fiori meravigliosi.

Ti abbraccio

Very
L'identità è qualcosa a cui non si può sfuggire (Susan Faludi)

La verità è che i nomi ci scelgono ancora prima di pronunciarli (Giovanna Cristina Vivinetto)

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Re: Un giorno nel mio disagio

Messaggio da Serena Crossdresser »

Ci sono giorni un po cosi' ... Ma passano.
Noi restiamo noi stesse e poi chissa': domani e' un altro giorno ...
Serena


"Poichè non sappiamo quando moriremo, si è portati a credere che la vita sia un pozzo inesauribile; però tutto accade solo un certo numero di volte, un numero minimo di volte. Quante volte vi ricorderete di un certo pomeriggio della vostra infanzia, un pomeriggio che è così profondamente parte di voi che senza neanche riuscireste a concepire la vostra vita - forse altre quattro o cinque volte, forse nemmeno. Quante altre volte guarderete levarsi la luna - forse venti - eppure tutto sembra senza limite."

cit. da " Il tè nel deserto "

... L'ora miracolosa che almeno una volta tocca a ciascuno. Per questa eventualità vaga, che pareva farsi sempre più incerta col tempo, uomini fatti consumavano lassù la migliore parte della vita.

cit. da " Il deserto dei Tartari " ( Dino Buzzati )

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Re: Un giorno nel mio disagio

Messaggio da cuoredimenta »

Ringrazio infinitamente tutte voi che avete letto e avete trovato il tempo per scrivermi, anche in privato. Scusatemi se ci ho messo tanto a rispondere: il fatto è che, leggere i vostri i messaggi da cellulare, mi ha commossa tanto da trovare difficile, tra le lacrime, comporre frasi ben articolate, così ho dovuto aspettare di trovare il tempo di collegarmi dal computer. Scusatemi ancora. Grazie anche per tutti i complimenti; per come sono fatta, non mi riterrò mai abbastanza capace nella scrittura, ma è piacevole sapere che avete apprezzato. Infine, grazie per tutto il sostegno e per i consigli. Adesso passo a rispondervi una per una. :)

AnnaSettantatre ha scritto:Letto d'un fiato, ho le lacrime agli occhi.

Hai uno stile asciutto, essenziale, capace di andare direttamente al cuore quando descrivi le tue sensazioni e quel che ti circonda.

Ero li' con te e volevo aiutarti, confortarti, dirti che non sei sola, e non potevo.

E' un racconto bellissimo e pare scritto da una donna.

Anzi, lo e'.

Davvero, non ho parole...avevamo una scrittrice tra di noi, e non lo sapevamo.

Straordinaria.
Ciao Anna, noi ci siamo già sentite in privato, ma ancora non ti ho ringraziato abbastanza e non credo di avere le parole per riuscirci. Che dire? Il tuo messaggio mi ha davvero svoltato la giornata, ma, a parte questo, la tua volontà di starmi vicina e il complimento più bello che potessi mai sperare di ricevere mi fanno pensare di aver fatto bene a scrivere tutto quanto, nonostante fossi un po' titubante, all'inizio. Grazie, grazie di cuore. :)
Alyssa ha scritto:Per quanto possa valere il mio giudizio, hai vero talento: avevo iniziato a leggere così, un po' distrattamente, ma mi hai letteralmente rapita e portata lì con te.

Ma non è solo talento. Se fossi trasparente, così da poter vedere cos'hai dentro, brilleresti, cara.
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cuoredimenta ha scritto:Mi sono distratta e ho sbagliato strada. Mi imbarazza tornare indietro, così sceglierò la strada più lunga.
Non so quante volte ho fatto la stessa cosa...
Grazie infinite, Alyssa. Io penso di non essere poi così speciale, né nella scrittura, né come persona, ma chissà, sentendomelo ripetere, magari inizierò a crederci anch'io, almeno un pochino... So che ognuno di noi ha una bellissima luce, dentro di sé, e probabilmente hai ragione, forse la mia brilla... Ma guardandomi dentro, non vedo altro che buio. Forse mi sbaglio, forse i miei disagi e l'oscurità intorno a me hanno offuscato i miei occhi, ma le cose stanno così... Chissà che, piano piano, le cose non cambino, magari grazie anche al vostro aiuto. Ti ringrazio tanto, per tutto quanto. :)

Sì, purtroppo è una brutta abitudine che probabilmente non se ne andrà mai più. :)
Novella ha scritto:Cara Giada, il tuo è un racconto di una dolcezza toccante, il ritratto di una crisalide che deve poter sbocciare e volare e rendere il mondo più bello.

Avrei voluto essere lì, invece che immobilizzata come sai per queste settimane. Avrei voluto che il tuo fosse stato il racconto entusiasta di una nuova esperienza, di un'apertura, di quell'abbraccio che ti manca. Ma è andata così ed ha un lato positivo. Dalla maturazione dei propri sentimenti, dall'acquisizione della consapevolezza della propria natura, viene fuori la forza per cambiare, liberarsi.

Non te ne accorgi forse, ti sottovaluti, ti sminuisci, ma c'è nelle tue parole la determinazione ad essere felice e realizzata.

Non sarai sola, non sarà possibile che non trovi amici ed amiche che ti capiscano senza nulla chiedere. Ora ti sembra così, so che nel momento le parole sembrano vuote, le eventualità lontane ed irrealizzabili, ma poi accade sempre qualcosa.

Baci
Ciao Novella, tu hai già fatto tanto per me, e con queste parole, il mio debito nei tuoi confronti aumenta a dismisura. Grazie infinite per tutto quanto. Io, al momento, sono ancora bloccata nella mia impossibilità di agire e vedo ogni meta lontana, nonostante i piccoli passi avanti che, di giorno in giorno, mi aiutano a resistere. Probabilmente sarebbe più semplice farla finita, piuttosto che lottare per una felicità a cui temo di non poter aspirare, perchè forse non mi appartiene, non me la merito... Fortunatamente mi manca anche il coraggio di compiere gesti avventati, così l'alternativa è rialzarsi e cercare di proseguire.

La verità è che ho da poco scoperto che l'unica persona, nella vita reale, che pensavo tenesse almeno un pochino a me, ha smesso di considerarmi, perciò effettivamente quello che dici mi sembra totalmente impossibile. Per quanto avessi la totale certezza di essere sola, quanto è successo me da un'ulteriore conferma, facendomi abbandonare qualsiasi speranza. Ma grazie lo stesso per le tue parole. Se hai ragione, e davvero qualcosa accadrà, ne sarò felice. Altrimenti, va bene uguale, la mia rassegnazione è ormai totale. Ma avere il vostro sostegno e la vostra compagnia fa comunque la differenza, perciò, grazie di cuore per tutto quanto. :)
stefania007 ha scritto:dico solo..... WOWWWWWWW ImmagineImmagineImmagineImmagineImmagineImmagineImmagineImmagineImmagineImmagineImmagineImmagineImmagine


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Grazie mille per aver letto, mi fa piacere abbiate apprezzato, nonostante l'obiettivo primario fosse solo un semplice sfogo. Grazie ancora. :)
roby_rm ha scritto:GRRRRRRR!!!!!

Ti ho letta tutto d'un fiato!

Scrivi bene, ma quando penso che hai tutti i numeri (intelligenza, sensibilità e bellezza) per essere felice, e sento che ti incasini come se fossi la peggior nemica di te stessa, vorrei tanto essere una vespa e pungerti quando ne hai bisogno!

Ok. Problema mio, ma inizia almeno a pensare che necessiti di mezzo metro quadro di terreno per poggiarci i piedi e che questo è garantito a tutti, te compresa e non te lo.puo togliere nessuno!

Kiss


Grazie di cuore, Roby. Grazie infinite per tutti i complimenti, davvero! Mi fa sorridere immaginarti come una vespa, sarebbe davvero bello averti sempre intorno! :)

A parte gli scherzi, grazie davvero. So che non dovrei farlo, ma sono veramente la peggior nemica di me stessa, non ho mai imparato ad apprezzarmi e non vedo nulla di positivo in me. So che dovrei iniziare a lavorarci su, ma spesso sento che non ne vale la pena, che evidentemente è giusto che mi senta così, perchè quel "mezzo metro quadro di terreno", in realtà, non me lo merito. Ma grazie infinite comunque per le tue parole, come ho detto, magari a furia di sentirmelo ripetere, inizierò a pensare anch'io di avere qualche qualità. Grazie ancora. :)
ALESSIA ha scritto:Anch'io ti dico solo WOWWWW! Letto tutto di un fiato, descritto così bene, mi sembrava di essere lì con te. Il tuo modo di scrivere è descrivere, mi ha fatto così partecipe......... Devo dire che questi momenti mi attanagliano anche me.

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Ti ringrazio tanto. Sì, questo è il racconto di una giornata un po' particolare perchè ho fatto un po' di shopping, ma la realtà è che non passa giorno senza che io mi senta a disagio per ciò che sono o per ciò che faccio. I pensieri negativi mi accompagnano praticamente sempre, a parte piccole eccezioni; magari, prima o poi vi descriverò un altro giorno, vi anticipo già che, a parte le situazioni, non ci sarà grande differenza. Grazie mille per aver letto e apprezzato. :)
veronica ha scritto:Splendido, uno splendido monologo interiore che davvero emoziona e commuove.

Sofferenza, disagio, solitudine, senso di inadeguatezza, tutto raccontato senza enfasi ma con la nettezza di una parola scritta che diventa purificatrice dell'anima, catartica.

La scoperta del proprio disallineamento, soprattutto all'inizio, è lacerante e lo scarto con la realtà è angosciante.

Ma ci sono, credimi, gli strumenti (se vuoi, ne parliamo in privato) per poter ritrovare un equilibrio di vita che guidi verso la felicità.

Sei giovane, al momento tutto ti sembra buio; prendi il coraggio e la vita in mano, bagnala, irrigala, anche di pianto, coltivala verso il percorso che ti è indicato.

Fiorirà, ne sono certa, e saranno fiori meravigliosi.

Ti abbraccio

Very
Grazie di cuore per le tue parole e la tua disponibilità. Mi piacerebbe davvero trovare un equilibrio, quindi credo che ti contatterò molto presto. In realtà, sono arrivata al punto di necessitare un qualche tipo di aiuto, visto che, col passare del tempo, i miei disagi diventano sempre più opprimenti ed io sono sempre meno capace di sopportarli da sola; il che è davvero un controsenso, visto che mai come in questo periodo della mia vita non c'è nessuno intorno a me, ma credo sia arrivato il momento di rivolgermi ad uno specialista. La mia fortuna è che ci siete voi su cui poter contare, a mitigare le mie sofferenze almeno un po'. Grazie infinite per tutto quanto. :)
Serena Crossdresser ha scritto:Ci sono giorni un po cosi' ... Ma passano.
Noi restiamo noi stesse e poi chissa': domani e' un altro giorno ...
Ti ringrazio tanto. Purtroppo, il disagio che provo non mi abbandona mai e non ho molta speranza nel futuro, ma grazie a voi, le cose possono cambiare. Grazie per la vostra vicinanza, il vostro affetto e il vostro sostegno. Significano molto per me. :)
Giada

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