Una giornata storta.

[Steffi Ritzka]

Ieri è stata una di quelle giornate che solitamente preferiamo non raccontare, la riconosci subito dalla mattina quando ti alzi dal letto, perché capisci che quel giorno qualcosa non andrà per il verso giusto... in realtà non c'è un motivo particolare, nemmeno una sensazione di malessere, perché se ci fosse, tutto avrebbe un senso.
E invece non c'è, così fatalmente qualsiasi cosa intraprendi non va come dovrebbe andare, a partire da quella maglietta che avevi deciso di mettere e che guarda caso, quella mattina non riesci a trovare, poi esci di casa decido di buttare la spazzatura e quando sono in macchina mi ricordo di averla lasciata lì sul pavimento della cucina nonostante io abbia  perso tempo per prepararla... poi arrivo davanti al bar dove vorrei prendere un caffè e mi ricordo che avrei dovuto prelevare al bancomat e non l'ho fatto.

Manco a dirlo, quel giorno c'è più traffico del solito in autostrada, e questo mi farà fare tardi, proprio quella mattina che il capo mi ha convocato per una riunione, Ed ora mi sta chiamando, sicuramente per ricordarmi di essere puntuale, ed invece dovrò dire che arriverò tardi. Potrei dilungarmi ma sarebbe noioso, si è comunque capito la piega che sta prendendo questa giornata, e che continuerà così fino alla fine durante la quale continuerò ad imprecare e a darmi della sfigata
Per quanto sta capitando.

E in effetti va a finire proprio così, e l'orologio che segna le 17:30 fine è una mezza Liberazione, mezza perché la giornata non è finita.

Chissà cos'altro ti riserva... mi devo fermare al supermercato, fortunatamente Devo prendere solo due cose, Spero non ci voglia tanto tempo. Sono ancora di cattivo umore e continuo a rimuginare e poi improvvisamente l'ho vista...
All'ingresso del centro commerciale, incontro una donna anziana che, potrebbe aver avuto tra i 75 e gli 80 anni, ha l'aria un po' spaurita, come di chi attende qualcuno oppure qualcosa, mi vede arrivare e timidamente si avvicina e mi chiede qualche moneta per fare la spesa, le dico che non ho nulla ed è vero perché non ho ancora prelevato... tiro dritto, però mi fa troppa pena, Torno indietro mi avvicino a lei e le chiedo che cosa deve comprare, lei mi risponde di non disturbarmi, che le dispiace darmi tanto fastidio, cerco di rassicurarla di farle capire che va tutto bene, e si convince. Mi dice che non sa esattamente cosa vorrebbe comprare perché questo dipende da quanti soldi è riuscita a farsi regalare, e che comunque comprerebbe qualcosa da mangiare e magari un pacchetto di caffè, le rispondo di non preoccuparsi e che le avrei portato qualcosa.
Prima di fare la spesa vado verso il bancomat, e poi entro nel centro Commerciale per prendere ciò che dovevo, prendo anche un pacchetto di caffè per la signora e mi fermo un attimo a pensare se sia il caso o meno di comprarle qualcosa da mangiare, Ma poi ripenso alla sua espressione, alla sua vergogna alla sua naturale ritrosia, decido di non prendere nulla, finisco gli acquisti e mi dirigo verso l'uscita. Da lontano la scorgo, che a fatica cerca di avvicinarsi ai passanti che frettolosamente nemmeno la guardano, metto la mano in tasca tiro fuori dei soldi che avevo già preparato e mi avvicino la signora.

" tenga signora le ho preso il pacchetto di caffè, e questi sono per lei così si compra qualcosa da mangiare..." la signora mi guarda ti ringrazia e quasi le vengono le lacrime definitamente mi dice che non avrei dovuto disturbarmi, le rispondo con un sorriso, ed anche lei mi sorride, la saluto e le faccio gli auguri che lei contraccambia con un'altro sorriso. Mi dirigo verso la macchina, e tornando verso casa ripenso la giornata appena trascorsa, e mi rendo conto di quanto posso essere stata stupida, per essermi considerata sfortunata a causa di una giornata un po' storta, e quanto vale invece il sorriso che quella povera donna mi ha regalato.

[LorenaTizianaV]

Ciao Steffi, ho letto con attenzione anche questo tuo scritto; nonostante ci conosciamo ormai da qualche mese, continui a stupirmi positivamente.
A mio avviso, troppo spesso, tutti e tutte, travolti dai propri problemi, dimenticano come possa essere amara e difficile la vita.
Noi in particolare, viviamo spesso anteponendo quello che sentiamo e tutte le nostre problematiche comportamentali, alla quotidianità che per alcuni, può essere molto più amara. Non ci ricordiamo che un gesto come il tuo può fare la differenza e dare un po' di sollievo a chi ci chiede aiuto.

Lorena

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[sylvix]

la vita è amara per tutti, il problema della signora non è meno grave del mio o di quello delle altre persone.
la mia vita non è migliore delle altre; ognuno ha un proprio livello d'azione (e reazione).
i casini circostanziati, livello per livello, coprono il quotidiano, lasciando poca scelta, lasciando poco spazio alla diversificazione.
l'abitudine, che non fa parte del mio essere, è il caricatore della speranza (vedi altro post), l'alibi perfetto per giustificare i propri fallimenti eee (economici, emotivi, esistenziali).
non spero e non recrimino, ma osservo, continuo ad osservare sempre più silenziosamente.
le buone azioni (che non compio) sono sempre catartiche e sbilanciate inequivocabilmente verso il proprio ego mascherato nell'empatismo dei panni altrui.
la miseria negli occhi degli altri, è la nostra miseria, quella che iniziamo ad accumulare già dalla tenera età.
la miseria, che neppure troppo lentamente trasforma l'uomo in merda.
il mio senso di colpa più grande è l'invecchiare vedendo il mondo sgretolarsi giornalmente nel nulla, non posso farci nulla.

[LorenaTizianaV]

Il mondo non cambierà per un' azione come quella narrata dalla Steffi.
Sarà comunque servita a far sorridere una persona in un momento di difficoltà.
Lorena







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[Roby_60]

Steffy, se provi la stessa empatia che io provo per Te ...sarà meglio non incontrarci..rischieremmo un guaio.
R.

[indecisa]

Esprimo un pensiero tutto mio e mi scuso a priori se può essere un po' confuso.
Io sogno che tra 300/400 anni l'umanità sia ancora presente e che i ragazzi studieranno nelle scuole il modo in cui viviamo oggi noi e ci prenderanno in giro (un po' come facevamo noi con quelli che vivevano 400 anni fa) dicendo che eravamo delle bestie ad accettare qualsiasi compromesso per i soldi(sistema da loro ampiamente superato) compreso quello di affamare chi vive nelle periferie del mondo (tipo in Africa o anche sotto casa nostra) pur di trarre profitto noi (in maniera assolutamente egoistica). Ecco volevo dire questo.

P. S. : per Steffi, concordo con lorena, il tuo gesto non cambierà, purtroppo, il mondo ma avrà reso più bella la giornata di una povera donna.

[Marinatravoi]

Regalare un sorriso ad una persona in difficoltà fa bene anche a chi lo dona...non è solo un sopire un senso di colpa, verso una vita che ci appare meno fortunata...è qualcosa di più: il sollievo di rendersi conto di essere ancora vivi dentro, che non c'è solo miseria in noi, per dirla alla Silvix...

[Steffi Ritzka]

la vita è amara per tutti, il problema della signora non è meno grave del mio o di quello delle altre persone.
la mia vita non è migliore delle altre; ognuno ha un proprio livello d'azione (e reazione).
i casini circostanziati, livello per livello, coprono il quotidiano, lasciando poca scelta, lasciando poco spazio alla diversificazione.
l'abitudine, che non fa parte del mio essere, è il caricatore della speranza (vedi altro post), l'alibi perfetto per giustificare i propri fallimenti eee (economici, emotivi, esistenziali).
non spero e non recrimino, ma osservo, continuo ad osservare sempre più silenziosamente.
le buone azioni (che non compio) sono sempre catartiche e sbilanciate inequivocabilmente verso il proprio ego mascherato nell'empatismo dei panni altrui.
la miseria negli occhi degli altri, è la nostra miseria, quella che iniziamo ad accumulare già dalla tenera età.
la miseria, che neppure troppo lentamente trasforma l'uomo in merda.
il mio senso di colpa più grande è l'invecchiare vedendo il mondo sgretolarsi giornalmente nel nulla, non posso farci nulla.

Come sempre la tua analisi è lucida e spietata ed in parte la condivido specialmente quando dici che il problema di quella signora non è diverso dal tuo, o dal mio, O comunque non diverso da quello di chiunque cammini su questo pianeta. Condivido anche ciò che dici delle buone azioni, che quando ci sono, servono di più ad alimentare l'egoismo di chi le compie Specialmente se poi lo sbandiera ai quattro venti... Certamente non pensavo di salvare il mondo compiendo quel gesto, che comunque non fa di me una persona migliore, sebbene possa sembrare il contrario visto che l'ho raccontato...
Il messaggio che volevo trasmettere è il mio stupore di essere miserabile che riceve un gesto di empatia da chi invece è considerato miserabile da un mondo miope e ottuso come me, che nonostante tutto continuo a considerare importanti cose che non lo sono affatto e lascio che mi possano rovinare un'intera giornata. Quando invece c'è chi ha problemi ben più gravi e ben più difficili da risolvere ciononostante è in grado di mantenere la propria dignità e regalarti un sorriso che può cambiarti la giornata.
Potrà sembrare retorico, ma non posso fare a meno di credere che si possa ancora imparare da persone così, che non a caso a mio modo di vedere, appartengono ad una generazione ormai lontana, sicuramente migliore della nostra.

[Steffi Ritzka]

Ciao Steffi, ho letto con attenzione anche questo tuo scritto; nonostante ci conosciamo ormai da qualche mese, continui a stupirmi positivamente.
A mio avviso, troppo spesso, tutti e tutte, travolti dai propri problemi, dimenticano come possa essere amara e difficile la vita.
Noi in particolare, viviamo spesso anteponendo quello che sentiamo e tutte le nostre problematiche comportamentali, alla quotidianità che per alcuni, può essere molto più amara. Non ci ricordiamo che un gesto come il tuo può fare la differenza e dare un po' di sollievo a chi ci chiede aiuto.

Lorena

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Cara Lorena
Grazie per ciò che scrivi, Ma il gesto che fa la differenza non è il mio, ma quello della signora che nonostante la sua disperazione, con il suo sorriso mi ha dato una lezione di vita.

[Steffi Ritzka]

Steffy, se provi la stessa empatia che io provo per Te ...sarà meglio non incontrarci..rischieremmo un guaio.
R.

Ciao Roby
Il guaio più grosso che si potrebbe rischiare è di prendersi un caffè e magari di diventare amici non ne vedo altri...