ciao,Io, (e) Giulia ha scritto: ↑sabato 7 maggio 2022, 18:14
Ma sto provando la brutta sensazione di non aver capito bene,
o forse mi fa comodo non capire bene....,
forse sono, semplicemente, una tonta.
prima di tutto grazie del commento.
La questione è, senza "spoilerare" troppo (come si usa dire) l'ultima parte, che io pensavo che la mia disforia fosse nata semplicemente a 12 anni con i seni cresciuti, i travestimenti, ecc. Le cocci, facendo cessare il desiderio di crossdressing, sembravano averla "curata".
Togliendo la disforia, cosa rimaneva? Un "normale", sebbene strano, ragazzo etero. Se togli a un diciassettenne i suoi momenti "al femminile", cosa fa? Si adegua e "fa l'uomo", per quanto strano. Se gli togli persino anche la libido che fa? Diventa un essere un po' androgino che cerca di far l'amico di tutti-e, attratto dalle ragazze, in teoria, ma sostanzialmente per amicizia o "lungo" fidanzamento scopo matrimonio.
Però... il problema è a monte. Le cocci avevano tolto il desiderio di crossdressing, questo è vero, con annesso il dubbio uomo-donna, ma avevano lasciato intatto il nucleo centrale con la sua falla interna. E' questa falla interna l'origine della mia disforia, non la ginecomastia, non i 12 anni, prima, molto prima, ma questo un ragazzo di 17 anni non lo vedeva, non lo poteva-voleva vedere.
Vedeva solo la superficie: non mi metto più una gonna o un reggiseno, non ne sento più il bisogno o il desiderio, ergo sono un uomo! Che bello!
Sbagliato, caro mio: perché tu non ti mettevi la gonna a causa di un seno un po' cresciuto, ma perché la tua psiche era femminile e sentivi che una vita da adulto maschio non l'avresti potuta fare. Per inciso non avrei potuto fare neppure una vita da adulta femmina (ricordati che io davo importanza al sesso biologico, non sarei mai stata un reale grembiule bianco, con utero ciclo e annessi), però la mia "fatina" mi dava dei segnali, evidenti: non cercare comunque di fare l'uomo, piuttosto fatti prete, vai nella legione straniera, ma non, non tentare di andare nel mondo con l'idea di esser guarito e presentarti per fare marito-padre.
A meno di... forse, ma qui entriamo nelle speculazioni, trovare una donna, famiglia, veramente particolari che accetti un "uomo" con una ferita simile.
Lino, invece, si comportò come un tizio che, con una gamba amputata e una stampella, si vede "guarito" e pretende di correre la maratona. Magari per un po' finge, riesce a sopperire, a, come si dice in psicologia, attuare tecniche di "coping" per nascondere la sua menomazione. Ma prima o poi la realtà gli si presenterà agli occhi.
Prima o poi la ferita, la menomazione, non sarà più nascondibile... e lì sono guai. Perché hai corso 39km con una gamba sola, solo che ti accorgi che:
1) non saresti neppure dovuto partire (come ho fatto a non accorgermene)
2) non puoi arrivare alla fine (ti hanno squalificato)
3) vedi finalmente la tua "delusion", sei stato bravo, certo, a fingere di aver due gambe così tanto tempo, ma gli altri ne hanno due e riescono a fare cose che tu non puoi. E' una gara per bipedi e tu non lo sei.
4) gli arbitri della gara ti sono contro, perché vedono il tuo inganno e invece di "lodarti" per aver tentato, per avercela messa tutta,... vedono solo il tuo autoinganno come inganno verso di loro e ti puniscono.
Questa a grandi linee la questione.
Naturalmente, se credi, mandami domande in privato e rispondo o, se credi siano di interesse pubblico, postale qui e rispondo qui.
Naturalmente:
non è che creda che le donne siano esseri inferiori con una gamba sola, eh!
E' una questione psichica non fisica. Non voglio neppure dire che un uomo malato di mente sia una donna, è molto più sottile la questione, ma in un post devo condensare molte cose.