Ciò che decido di indossare non fa mai la differenza, tant'è che nei miei racconti manca sempre manca sempre la descrizione, perché per quanto mi riguarda, è semplicemente una conseguenza logica di ciò che sento di essere. Sono sinceramente dispiaciuta per ciò che ti è capitato e posso soltanto provare ad immaginare cosa significa per te, non poter fare ciò che ami e ti fa sentire vivo. A volte la vita ci mette alla prova e per qualche ragione Ci priva di ciò che abbiamo di più caro per vedere se siamo capaci di inventarci qualcosa di nuovo per poter sopravvivere, fino a quando non ci rendiamo conto che è la cosa più preziosa è la stessa vita che ci ha giocato quel brutto tiro... ma questo tu lo sai molto bene ... c'è molto dentro di te compresa la forza per superare anche questa, e reinventarti in un altro modo...sylvix ha scritto: ↑mercoledì 29 giugno 2022, 22:57 il disadorno del pirandello, come -per certi aspetti- quello di pavese, è parte portante della vita.
è disadorno il contorno della consapevolezza; il relativismo pirandelliano smembra l'insieme, lo eleva, e lo incapsula nel cristallino della solitudine, nel singolo incomunicabile.
la ricerca delle piccole cose assume allora il lusso e il fasto che nessuna estetica condivisibile può rappresentare, come un accordo, sostenuto e progressivo, composto nota dopo nota che eleva all'ennesima armonica percettibile.
ma è una musica intima, stagna e impenetrabile; per gli altri rimaniamo pirla o modelli da invidiare.
la mia ricerca, in tal senso, si erge su altre basi; non me ne frega un cazzo di essere donna o cosa, neppure di vestirmi in un dato modo, soprattutto adesso che non ho nulla di veramente importante da fare.
due stracci colorati non cambiano l'essenza di quel che sono.
la caduta dalla moto di qualche settimana fa e il polso andato, mi impediscono di suonare la chitarra, di tornare in pista o prendere l'elicottero.
sono tre modi inaspettatamente simili per setacciare la vita accarezzando la morte, che spinti oltre un certo punto, proprio come nel caso dell'uomo dal fiore in bocca, diventa una tappa della vita e non spaventa più.
Una bella serata...
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Re: Una bella serata...
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Re: Una bella serata...
Una piazza, due sconosciuti, l’inizio dell’estate. Il tempo un po’ sospeso, quello di prima che il teatro inizi. Ci tira aria di libertà tra tue parole.Steffi Ritzka ha scritto: ↑domenica 26 giugno 2022, 15:15 mi sono resa conto che ero esattamente dove volevo essere libera di esprimermi come ho sempre voluto. Poco importa se quel momento è passato, Ma la sensazione che ho provato è quella che cercavo da una vita e che credevo veramente di non riuscire mai a provare.
Un abbraccio
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Re: Una bella serata...
Nuvole e vento.sylvix ha scritto: ↑mercoledì 29 giugno 2022, 22:57 il disadorno del pirandello, come -per certi aspetti- quello di pavese, è parte portante della vita.
è disadorno il contorno della consapevolezza; il relativismo pirandelliano smembra l'insieme, lo eleva, e lo incapsula nel cristallino della solitudine, nel singolo incomunicabile.
la ricerca delle piccole cose assume allora il lusso e il fasto che nessuna estetica condivisibile può rappresentare, come un accordo, sostenuto e progressivo, composto nota dopo nota che eleva all'ennesima armonica percettibile.
ma è una musica intima, stagna e impenetrabile; per gli altri rimaniamo pirla o modelli da invidiare.
la mia ricerca, in tal senso, si erge su altre basi; non me ne frega un cazzo di essere donna o cosa, neppure di vestirmi in un dato modo, soprattutto adesso che non ho nulla di veramente importante da fare.
due stracci colorati non cambiano l'essenza di quel che sono.
la caduta dalla moto di qualche settimana fa e il polso andato, mi impediscono di suonare la chitarra, di tornare in pista o prendere l'elicottero.
sono tre modi inaspettatamente simili per setacciare la vita accarezzando la morte, che spinti oltre un certo punto, proprio come nel caso dell'uomo dal fiore in bocca, diventa una tappa della vita e non spaventa più.
Eh, ma era già tutto avvertire e riconoscere che quelle che veleggiavano luminose per la sterminata azzurra vacuità erano nuvole. Sa forse d'essere la nuvola? Né sapevan di lei l'albero e le pietre, che ignoravano anche se stessi.
E lui, avvertendo e riconoscendo le nuvole, poteva anche - perché no? - pensare alla vicenda dell'acqua, che divien nuvola per ridivenir poi acqua di nuovo. E a spiegar questa vicenda bastava un povero professoruccio di fisica; ma a spiegare il perché del perché?
E Anna verrà
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