Ragionamento intorno al travestitismo, ma non solo.

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virgolette
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Ragionamento intorno al travestitismo, ma non solo.

Messaggio da virgolette »

Stamattina sono andato a comprare il pane in minigonna e tacchi rossi.
Mentre ero nel negozio la padrona ed una cliente mi hanno letteralmente ricoperto di complimenti, lamentandosi di non avere delle gambe come le mie, di non essere capaci di camminare sui tacchi, di non poter o non voler sfoggiare il loro fisico. Mi hanno elogiato per la disinvoltura, la sobria eleganza, il portamento ed il gusto negli accostamenti di capi e di colori.
Questo mi sta regalando una gioia che mai avrei pensato di provare e mi induce a fare qualche ragionamento.


Quando mi accostai a questo universo, ormai quindici anni fa, ero come molti di voi confuso e smarrito. Mi sentivo diverso e un po' sbagliato. Avevo timore del giudizio altrui, avevo paura a mostrarmi, ma una cosa non ho mai avuto in comune con la maggior parte di voi: la vergogna.
Non ho mai provato la minima vergogna di mostrarmi vestito come mi piace.
Perché ?
Io credo che la risposta sia intrinseca nella differenza tra il mio approccio al crossdressing ed il vostro. Il travestitismo tradizionalmente inteso è finalizzato all'imitazione della figura femminile, in modo più o meno preciso e maniacale. In molti casi questo include dei feticci come le scarpe, le gonne, l'intimo.
Nel tentativo di imitazione esistono un'infinità di dettagli che rendono molto complicato il raggiungimento di un risultato esteticamente soddisfacente. Con questo non voglio dire che si debba arrivare per forza ad assomigliare ad una modella, bensì l'ottenimento di un aspetto armonioso e gradevole, magari anche elegante ma senza estremizzazioni. Sono infatti le estremizzazioni che vanificano senza appello ogni sforzo per raggiungere la tanto agognata "passabilità". Le donne che circolano per il mondo quotidianamente non hanno quasi mai tacchi altissimi, gonne cortissime, gioielli e collane. Si vestono magari con cura ed attenzione, ma cercando un look sobrio e soprattutto praticità e comodità.
Chi tra i travestiti segue questa via di solito riesce a circolare tranquillamente per le strade anche per molto tempo ed in luoghi affollati senza destare attenzione o sorpresa e tantomeno riprovazione.
In sostanza quindi, come al solito, la sobrietà ed il buon gusto sono la chiave per una vita serena.
Chi invece si ostina a vestire in modo esageratamente provocante attirerà invitabilmente sguardi e spesso insulti da parte degli omofobi, rendendo inoltre un pessimo servizio all'opinione che il grande pubblico ha dei travestiti. Nel pensiero comune infatti il riferimento corre immediatamente a quelle figure improbabili e grottesche proposte da uomini grandi e grossi truccati in modo approssimativo o esagerato, con gambe e braccia pelose, parrucche comprate dal tabaccaio e abitini succinti da cui sbucano immancabilmente le autoreggenti.
Chi ha raggiunto un buon equilibrio ed è "passabile" non viene neanche notato e non entra a far parte della statistica, la gente nota solo quelli brutti e quindi per la gente siamo tutti brutti e tutti dovremmo vergognarci di esistere.
La vergogna nasce dal fatto che per la gente siamo dei fenomeni da baraccone, magari drogati e finocchi.
La gente non sa che i fenomeni da baraccone sono solo una minoranza, ma conosce solo quelli e per quelli ci giudica.
Ecco perché la vergogna. Da un certo punto di vista, questa vergogna ha un senso, perchè a mio parere ad andare in giro conciati così ci si dovrebbe davvero vergognare.
Ma se si dedica il giusto tempo ed il necessario lavoro per perfezionare lo stile, smussare le esagerazioni, curare i dettagli, gli accostamenti di colore, la depilazione ecc ecc ecc, ecco che la figura risultante magari non sarà da copertina di Vogue, ma almeno avrà un aspetto gradevole che non infastidirà nessuno.

Nel mio caso le cose sono diverse.
Io non mi sono mai vergognato per una ragione semplicissima: non cerco di imitare o scimmiottare nessuno per cui non sono soggetto al rischio di essere grottesco o diventare una caricatura.
Una caricatura di cosa ? Il mio modello non esiste, non fa parte della società, sono un tassello che non si può incasellare da nessuna parte.
Ecco perché non mi devo vergognare di essere una brutta o addirittura disgustosa imitazione di qualcosa o qualcuno.
Ma le cose non sono così semplici.
La gente oltre che ignorante è anche molto cattiva e quando mi vede, non avendo un termine di paragone, non riuscendo a capire e ad incasellarmi, mi giudica e mi condanna a prescindere, per non sbagliarsi.
Quando ho iniziato ad uscire da solo (sempre e comunque di giorno e in luoghi affollati, non come quei pazzi che escono alle due di notte e vanno nei parcheggi deserti....) ogni volta ricevevo insulti, risate, occhiate di disgusto ed era veramente frustrante, talmente frustrante che uscivo molto raramente.
Oggi quasi nessuno mi insulta più, perché ? Eppure sono più vecchio, il mio fisico non è più quello di quindici anni fa eppure quasi ogni volta che esco qualcuno mi fa i complimenti o mi sorride oppure mi osserva a lungo, commentando sottovoce con il vicino, ma non vedo più quelle espressioni di rimprovero o di disgusto che vedevo all'inizio.
Rimane la sorpresa ma evidentemente la mia figura non ha più quella connotazione scandalosa e riprovevole che aveva nei primi anni.
Eppure io non sono cambiato, se non in peggio: sono invecchiato. Allora dove sta il punto ?
Sta nello stesso punto di prima, l'armonia ed il buon gusto. Ovviamente anch'io all'inizio esageravo o sbagliavo il modo di propormi, creando nel prossimo quell'effetto di rigetto e disapprovazione.
Oggi, dopo tanti tentativi e perfezionamenti, il mio modo di presentarmi ha raggiunto forse la giusta maturità, equilibrio ed armonia che fanno si che a parte l'impossibilità di assegnarmi ad una categoria, chi mi guarda nota solo che ho una minigonna ed i tacchi, ma non trova motivo di critica.

Nel mio paese di 2000 persone, se io andassi in giro a testa bassa, ricurvo su me stesso vergognandomi di esistere, la gente commenterebbe alle mie spalle dicendo chissà quali cattiverie basate sul nulla, mentre oggi, tutti quanti mi salutano e non hanno alcun problema a fermarsi a chiaccherare con me; stamattina le tre donne con cui parlavo discutevano anche tra di loro ragionando del fatto che hanno smesso di portare i tacchi e che mi invidiavano molto per come io li indossi e ci cammini con disinvoltura.
Questo perchè io non vado in giro come un ladro cercando di pagare alle casse automatiche, invece entro zompettando a testa alta e sorrido salutando tutti. Perché ? perché non faccio nulla di cui mi debba vergognare e, a forza di fare, l'hanno capito anche gli altri.

Quindi se quando vi specchiate prima di uscire vi sembra di non dovervi vergognare, uscite e sorridete al mondo, questo è il solo modo di non passare una vita intera a rosicare e rimpiangere di non essere mai usciti.
Ma ricordatevi: lo specchio spesso vi mostra quello che voi volete vedere, dovrete fare un passo in più e raggiungere l'obiettività necessaria a distinguere quello che desiderate da quello che vedono gli altri.
Io ancora non ci sono riuscito del tutto, ma credo di aver almeno raggiunto un risultato accettabile per chi mi vede.

Vi sprono ad impegnarvi in questo senso e vi auguro di trovare un vostro equilibrio che vi permetta di uscire e vivere senza l'angoscia o la vergogna e godervi invece il vostro tempo enfemme.

Un abbraccio e buon lavoro. : Love :
Ultima modifica di virgolette il venerdì 2 giugno 2023, 0:45, modificato 2 volte in totale.
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Re: Ragionamento intorno al travestitismo, ma non solo.

Messaggio da Julie »

Spero (ma dubito) di avere il tempo, nei prossimi giorni, di scrivere una risposta completa ed elaborata al tuo post, che mi ha molto interessata e stimolata.

Nel frattempo ti ringrazio per questi tuoi post intelligenti e che fanno pensare.

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Re: Ragionamento intorno al travestitismo, ma non solo.

Messaggio da Lucia Bio »

Ciao Davide, grazie per questo post, anche io vorrei prendermi il tempo per rispondere bene, ma così d'istinto il primo pensiero è che il tuo incoraggiamento scalda il cuore e non solo per i crossdresser, ma un po' per tuttə. La sicurezza in se stessi per alcuni è una sfida non facile.
Grazie Lucia.

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Re: Ragionamento intorno al travestitismo, ma non solo.

Messaggio da valentinacornell »

Ciao Davide,
Sul modo di presentarsi concordo in pieno, ci sono abbigliamenti per le serate e abbigliamento quotidiano ed ovviamente non si può, per esempio, andare in giro di giorno con le calze a rete.
Io inizialmente, più che vergogna, avevo paura di come mi guardava la gente; mi spiego: pensavo di avere sempre gli occhi addosso e ingigantivo ogni sguardo negativo.
Però poi mi sono detta: ma una persona che ti guarda e che si fa una risata, che ne sa se mi sono travestita solo quel giorno, se mi travesto da due o vent'anni, se sono in transizione, se magari sono una trans operata.
Ora quando incrocio qualcuno, cerco di sorridere anche se mi guardano male ed ho notato che se hai un atteggiamento positivo trovi meno ostilità.
Per i 15 anni passati penso che qualcosa sia cambiato anche nelle persone, c'è più promisquità anche alla tv o sui social e quindi per molti si sta ammortizzando la cosa.
Per il resto, penso che il nostro essere sia una gara ad ostacoli, io per ora ho trovato un equilibrio, ho messo d'accordo le mie due personalità (che non vogliono mischiarsi) e sto bene. Mi godo il momento, perchè so già che un giorno potrei dire "stop" ed ho la cattiva abitudine di non tornare indietro nelle mie scelte.
Comunque hai delle gambe fantastiche 😉
Valentina Rossi Cornell - Vale84cd : Sono genderfluid, in eterno conflitto interiore. Diciamo che ultimamente le due parti di me hanno raggiunto una tregua : Lol :

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Re: Ragionamento intorno al travestitismo, ma non solo.

Messaggio da LauraB »

Io dico solo che è un testo da far leggere nelle scuole. Molto bello.
Laura Bianchi

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Marinatravoi
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Re: Ragionamento intorno al travestitismo, ma non solo.

Messaggio da Marinatravoi »

Ciao Davide, sappiamo che esistono molti modi di vivere e concepire il crossdressing, ma il buon gusto è alla base per poter uscire senza...vergogna, tema che mi sembra il leit motiv del tuo post. Va detto però, che questo vale per tutti, maschi etero e non, crossdressers e certo, anche le donne bio! Si, perché si vedono spesso in giro ragazze e donne più o meno mature conciate in maniera raccapricciante, in minigonna a mostrare coscioni cellulitici o truccate in modo troppo marcato. Dici che le donne puntano alla praticità, con abiti comodi e tacchi medio bassi, ma se è vero nella maggior parte dei casi, soprattutto di giorno, non sempre è così, specie la sera si mettono senza problemi tacchi 12 o più, con o senza zeppe, si agghindano con collane e monili di ogni tipo...ognuno di noi, cerca di avvicinarsi ad un proprio ideale di donna, ognuno ha la sua dignità di esistere, secondo me, senza timore di vergogna, naturalmente se si resta nei limiti del buon gusto...certe estremizzazioni, come le chiami tu, sono anche possibili, lo dimostri proprio tu, che sfoggi in pubblico minigonne coprimutande e tacchi a volte vertiginosi! Ma portamento elegante, cura nei particolari, buon gusto, torno a ripetermi, fanno si che tu riceva complimenti e non insulti. Io mi ispiro ad una donna matura ed elegante, amo i tailleur, la seta, le calze velate e tacchi medi ( solo perché quelli sopra gli 8 cm ormai mi massacrano i piedi nel giro di pochi passi), amo anche collane, orecchini, braccialetti, make up evidente, ma sobrio, pur non rinunciando mai alle labbra rosse...non ho mai ricevuto insulti, non ho mai notato sguardi di evidente riprovazione in chi incrocio e una volta ho ricevuto anch'io un apprezzatissimo complimento sul mio look da una commessa in una profumeria, al momento di pagare il mio acquisto! L'importante, è sentirsi a proprio agio nell'uscire, questo fa la vera differenza...e ci si arriva per gradi, almeno, secondo me.
Marina

Cinzia_62MI

Re: Ragionamento intorno al travestitismo, ma non solo.

Messaggio da Cinzia_62MI »

Ciao Davide, provo a risponderti una seconda volta visto che il primo messaggio non so dove l’abbia mandato (questa tecnologia, mannaggia). Comunque grazie per questo spunto di riflessione molto interessante. Concordo con te pienamente sulla necessità di acquisire equilibrio interno per poter affrontare con sicurezza il mondo fuori dalle mura di casa. Dentro siamo solo con noi stesse/i e non ci divertiremmo mai ad offenderci ma fuori … fuori trovi facilmente la cattiveria, la cattiveria di chi vuole sentirsi “leone e paladino della tradizione”, trovi i maestri e i saccenti che tutto sanno e tutto capiscono solo con uno sguardo. E quindi come puoi affrontare il mondo senza la tua sicurezza, dove trovi la forza di reagire all’ingiustizia e al “mediocre pressapochismo” che aleggia sulle nostre vite? Con l’esperienza, con la voglia di provare, di cadere e di rialzarsi, di studiare e confrontarsi con le persone che stimi. La diversità fa paura, perchè spiazza sempre, perchè dimostra che esistono alternative alle nostre idee ma l’importante è sapere perchè siamo diversi, solo così potremo fare capire cos’è la nostra diversità. Non tutti riescono a dipingere dei capolavori, tutti però sappiamo bene cosa siamo e cosa vorremmo dire, ed allora iniziamo a disegnare uno schizzo, una minuta con la matita, poi studiamo come vorremmo rappresentare la nostra idea, scegliamo i colori che vorremmo usare e poi iniziamo a colorare fino alla fine dove metteremo il fissante. Non tutti possono capire i capolavori, ma tutti possiamo provare a farli, se poi siamo sicure e coscienti del perchè abbiamo fatto così allora potremmo far capire agli altri le nostre idee. Come sai ho seguito il forum da tanto tempo e ho letto tanti dei tuoi scritti, in tutti traspare sempre una grande sicurezza, una grande conoscenza e una voglia di continuare a scoprire e di confrontarsi, ecco perchè la gente sorride a te, perchè percepisce la bellezza dell’equilibrio e della tua scelta. Grazie per avermi aiutata a crescere. Cinzia (metto qui la firma perchè non ho ancora capito dove inserirla nel mio profilo, anch’io devo studiare tanto 😂)

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Re: Ragionamento intorno al travestitismo, ma non solo.

Messaggio da Monica Poli »

Certamente da questo punto di vista la società è cambiata in meglio, negli ultimi anni. Lo si deve anche ai media, alle pubblicità, al mondo dello spettacolo e della canzone, che hanno sdoganato tendenze fino a qualche decennio fa impensabili.
Insomma, la gente pian piano si abitua e quindi certi aspetti vengono, se non capiti, certamente più rispettati e tollerati.
Però credo che il proprio comportamento individuale sia, come tu dici, l'elemento chiave in grado di superare e far superare gli ostacoli che tutti noi conosciamo. Il tuo crossdressing è profondamente diverso dal mio e da quello di molti altri. Tuttavia, sia nel tuo che negli altri casi, è il comportamento dignitoso e la sicurezza in ciò che si sta facendo a fare la grande differenza.
La gente è pronta alla critica e alla denigrazione se e quando nota e percepisce un sentimento di vergogna nel nostro modo di presentarci al pubblico.
Al contrario, l'apparire consapevoli, sicuri, sorridenti e aperti è spiazzante per alcuni individui e rassicurante per altri. E ciò indipendentemente dalla passabilità e credibilità che ciascuno di noi possa avere.
La femminilizzazione è la mia vacanza dall'essere uomo.

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Re: Ragionamento intorno al travestitismo, ma non solo.

Messaggio da virgolette »

Grazie ragazz*,

sono molto onorato dalle vostre risposte, tutte ben preparate, precise e profonde; ci avete messo del tempo e della concentrazione, davvero un gran regalo, grazie.
Un ringraziamento esagerato a LauraB che addirittura vorrebbe il mio ragionamento divulgato nelle scuole. Mi sembra troppo ma l'ho apprezzato davvero.
Sono poi anche molto soddisfatto perché leggo nelle vostre risposte che siete sostanzialmente d'accordo con me, pur con le numerose varianti che ognuno apporta analizzando il proprio vissuto e le proprie aspirazioni.
Aspetto gli eventuali altri contributi da chi si è preso il necessario tempo per articolare un pensiero complesso e pertinente.

Un abbraccio.

Davide
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Cassandra
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Re: Ragionamento intorno al travestitismo, ma non solo.

Messaggio da Cassandra »

Uooi, aspetta che respiro, lo rileggo e lo salvo... e ogni risposta aggiunge serenità.
grazie , questo io lo definisco " DIFFONDERE AMORE
- I sogni sono come neve.
Cadono,
cambiano forma,
poi tornano su - .

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